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Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.

Il caso Michael Cohen

La testimonianza dell’ex avvocato di Trump è quello che si definisce un terremoto politico. Gli articoli da leggere per capirlo.

02 Marzo 2019

Michael Cohen, che ha lavorato a stretto contatto con Donald Trump per più di dieci anni fino a diventarne l’avvocato personale quando quest’ultimo è diventato presidente, mercoledì 27 febbraio ha testimoniato di fronte alla Commissione della Camera per la Vigilanza e le Riforme. La deposizione, che tutti gli analisti politici hanno riconosciuto come un fatto eccezionalmente raro, è avvenuta nell’ambito dell’indagine sulle presunte interferenze russe nella campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Trump, nel novembre del 2016. Cohen, 52 anni, ha scelto infatti di testimoniare di sua spontanea volontà senza che i procuratori glielo avessero richiesto: ora sta collaborando alle indagini, ma non otterrà sconti di pena per questo motivo. Sono stati tanti gli estratti della sua testimonianza a rimbalzare sui giornali di tutto il mondo – tanto per cominciare, ha detto che l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America è «un razzista, un imbroglione e un truffatore», ha confermato l’incontro avvenuto tra i russi e Don Jr durante la campagna e i pagamenti a «una pornostar con cui Trump ha intrattenuto una relazione» – e altrettante numerose sono state le reazioni alle sue dichiarazioni. A cominciare da quella dello stesso Trump, che da Hanoi – dove si trova in visita ufficiale per il suo secondo storico incontro con Kim Jong-un – ha replicato definendo (com’era prevedibile) Cohen «un bugiardo» e l’intera operazione «una caccia alle streghe». Questa deposizione, però, segna di fatto una cesura fondamentale, sia nelle indagini guidate dal procuratore speciale Robert Mueller che, più in generale, nella presidenza Trump. Abbiamo scelto quattro articoli da leggere per farsi un’idea di com’è andata.

Follow the money. La testimonianza di Cohen e le sue conseguenzeIl Foglio
Intanto una trascrizione accurata della deposizione, sia di ampi stralci del discorso di Michael Cohen sia degli scambi più rilevanti avvenuti fra lo stesso Cohen e i deputati della Commissione della Camera per la Vigilanza e le Riforme. All’inizio del suo discorso, l’avvocato ha ammesso di rimpiangere «di aver dato [a Trump, nda], in questi anni, aiuto e sostegno. Mi vergogno dei miei errori e ho accettato pubblicamente la responsabilità di questi errori dichiarandomi colpevole presso il Southern District di New York». Quindi ha asserito di aver portato in Commissione i documenti che proverebbero quanto stava dichiarando, presentando tra le altre cose la copia di un assegno con cui avrebbe pagato, per conto di Trump, una pornostar con cui questi aveva avuto relazione. E ancora: «Trump è un enigma. È complicato, come lo sono io. Ha cose buone e cose cattive, come tutti. Ma quelle cattive superano quelle buone e da quando è diventato presidente, è diventato la versione peggiore di sé».

Michael Cohen is the monster Trump createdThe Washington Post
Secondo Dana Milbank, anche se l’abilità con cui Michael Cohen ha attaccato il suo ex capo è in qualche modo ammirevole («ha imparato da un maestro», d’altronde), non bisogna perdere di vista il fatto che, di fronte alla Commissione, l’avvocato ha dimostrato di essere «avezzo all’insulto, avido e vanaglorioso anche in un momento di disgrazia e capace di mentire con la stessa capacità con cui respira. È il mostro che Trump ha creato a sua immagine somiglianza». Cohen è sembrato «apparentemente pentito per i crimini che ha commesso al servizio di Trump e di se stesso», ma allo stesso tempo non è riuscito a non intestarsi la paternità dei suoi “trionfi” in quello che Milbank chiama “il mondo di Trump”: «Sono io quello che ha iniziato la campagna… Sono responsabile di… È stata una mia idea», ha ripetuto spesso. La cosa più surreale è stata poi osservare la risposta dei Repubblicani, che per tutta la durata della sessione lo hanno definito un narcisista incapace di dire la verità: anche in questo, fin troppo simile a Trump.

The most surprising element of Michael Cohen’s testimonyThe New Yorker
Secondo Jelani Cobb, invece, l’aspetto più sorprendente della deposizione di Michael Cohen è stato, nonostante tutto, il fatto stesso che abbia deciso di parlare e sia mostrato in qualche modo pentito di aver fatto parte della “squadra” di Trump. Non è una cosa che è successa spesso in questi due anni di presidenza: le (tante) persone che hanno scelto di lasciare l’amministrazione, infatti, lo hanno fatto finora in silenzio, fatta eccezione per Tony Schwartz, il ghost writer di Trump. Per questo motivo il caso di Cohen, che si è presentato spontaneamente di fronte alla Commissione, è esemplare, perché racconta bene dell’incompetenza e dell’approssimazione che caratterizza Trump e i suoi fidatissimi (in tempi non sospetti, Politico scriveva che Cohen ha studiato «alla peggior scuola di legge d’America»). Scrive Cobb che «le storie di questi uomini [Cohen e Schwartz, nda] dimostrano i danni che una psiche come quella di Trump può provocare a chi gli sta intorno».

How Alexandria Ocasio-Cortez Won the Cohen HearingThe New York Times
Come molti altri analisti (e i social, dove la foto delle tre parlamentari Alexandria Ocasio-Cortez, Ayanna Pressley e Rashida Tlaib di fronte a Michael Cohen è circolata moltissimo), anche Caroline Fredrickson sul Nyt ha sottolineato come, durante la deposizione, a fare le domande più calzanti sia stata proprio Ocasio-Cortez. La giovane parlamentare, infatti, ha chiesto se il presidente in carica avesse mai dichiarato bilanci fasulli o gonfiati, se avesse mai tentato di aggirare le tasse locali “svalutando” i suoi beni, se fosse il caso di richiedere i rendiconti finanziari e le passate dichiarazioni dei redditi con lo scopo di confrontarli tra loro e verificarne l’autenticità: tutte domande, secondo la giornalista, che la Commissione avrebbe dovuto incentivare. Ocasio-Cortez è stata precisa nei suoi interventi e ha aiutato Cohen a fornire i dettagli per circostanziare le sue accuse «in soli cinque minuti». Un’altra occasione, insomma, in cui la politica più discussa del momento è riuscita a farsi notare.

Il video integrale della deposizione – CBSN News 

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