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Oltre alle bandiere di One Piece, nelle proteste in Usa è spuntato un altro strano simbolo: i costumi gonfiabili da animale Costumi da rana, da dinosauro, da unicorno: se ne vedono diversi in tutte le città in cui si protesta con Trump e contro l'Ice.
Secondo Christopher Nolan, non c’è un attore che quest’anno abbia offerto un’interpretazione migliore di The Rock in The Smashing Machine Quello del regista è il più importante endorsement ricevuto da The Rock nella sua rincorsa all'Oscar per il Miglior attore protagonista.
Dopo 65 anni di pubblicazione, Il Vernacoliere chiude ma non esclude il ritorno Lo ha annunciato su Facebook il fondatore e direttore Mario Cardinali, che ha detto di essere «un po' stanchino» e spiegato la situazione di crisi del giornale.
Nel cinema non si è mai vista una campagna promozionale come quella di Bugonia Tra siti cospirazionisti e cartelloni vandalizzati, il marketing per il lancio del nuovo film di Yorgos Lanthimos è uno dei più azzeccati degli ultimi anni.
Londra è la città europea che sta battendo ogni record in fatto di telefoni rubati Solo nel 2024 ne sono stati rubati più di 80 mila, la maggior parte dei quali rivenduti poi sul mercato nero internazionale.
È morto Drew Struzan, l’illustratore che ha disegnato le locandine di moltissimi successi di Hollywood Star Wars, Indiana Jones, Ritorno al futuro, E.T, Blade Runner, I Goonies, La cosa: la locandina che vi viene in mente pensando a questi film l'ha disegnata lui.
I lettori di Jia Tolentino non hanno preso bene la sua collaborazione con Airbnb Sia gli ammiratori che i detrattori sono rimasti molto delusi dalla sua decisione di lavorare con un'azienda come Airbnb.
Nella nuova campagna Moncler c’è la reunion di Al Pacino e Robert De Niro Si chiama Warmer Together e vuole celebrare «le emozioni e il calore dello stare insieme».

Memorie segrete della reggenza

Il libro-intervista di Cesare Romiti che svela la voglia di aprire il sipario sul privato della classe dirigente

05 Giugno 2012

Quando Giuseppe Berta era responsabile dell’archivio storico della Fiat, inventò un titolo, Bibliografiat, che è diventata un’espressione giornalistica: tutto quello che c’è da dire sulla Fiat e per estensione sul mondo torinese, gli Agnelli, le fabbriche e relativa letteratura. Ogni anno una decina di titoli. Quest’anno ci sono già alcune cose in giro. Per esempio, Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una raccolta di articoli in occasione dello sciopero della Fiom del 9 marzo, “Marchionnemente”, ed è appena uscito da Editori Internazionali Riuniti “Vestivano alla marinara” – n.d.r.: vestivano con la enne – storia della Fiat dalle origini a Marchionne di Antonio Sciotto, giornalista del Manifesto (pag. 206, 16 euro). Ma, al momento, il titolo principale della Bibliografiat 2012, nella sua accezione più larga, è il libro intervista di Cesare Romiti, per vent’anni amministratore delegato e presidente della Fiat, con Paolo Madron, il direttore di Lettera43.it. Certo, il libro si intitola “Storia segreta del capitalismo italiano” (Longanesi, pag 287, euro 14,90), si parla di banche e poteri, di retribuzioni e stock-options, si parla molto di Enrico Cuccia, di Carlo De Benedetti (che avrebbe dovuto fare una prefazione, ma poi i due – lui e Romiti – non si sono accordati e il Corriere ne ha pubblicato uno stralcio), ovviamente di Gianni Agnelli, molto di Rcs, di politica e del Romiti privato. Tecnicamente la Fiat non è prevalente nel racconto, perché l’intervistato non ne parla volentieri. Ma in realtà nel bilancio della sua vita, e del racconto che ne scaturisce, la Fiat resta magna pars. Lì è diventato Cesare Romiti, lì ha costruito non solo una carriera, ma anche l’incarnazione di un certo modo fisico di esercitare e rappresentare il potere che comunque gli è rimasto addosso. Anche adesso, l’89enne Romiti nel suo road-show televisivo per promuovere il libro esibisce la fisicità degli anni della sua pienezza, quando la Fiat era egemone nel sistema economico e finanziario italiano e il suo capo operativo teneva il banco.

Libro divertente per gli appassionati, ma non solo per gli appassionati. Con alcune omissioni: un paese dove c’è poca concorrenza, dice Romiti, ma nessuna riflessione sull’acquisizione di Alfa Romeo da parte della sua Fiat (in compenso qualche aneddoto sul rapporto con Romano Prodi, che voleva insegnare alla Fiat di Vittorio Ghidella il mestiere di fare le auto); nessun rimpianto, dice Romiti, ma anche nessun riferimento al rapporto con Ghidella, con Gianluigi Gabetti o con Umberto Agnelli; nessun giudizio su Sergio Marchionne (in questo caso Komarovski, il primo amante di Lara, non parla volentieri di Zivago); e anche nessun ripensamento o considerazione su uno degli aspetti più interessanti della vita di Romiti dopo la Fiat: il tentativo di fondare una dinastia economica, quando uscito dalla Fiat si trova a essere il leader di Gemina, con interessi che vanno dal Corriere della Sera, primo quotidiano italiano e luogo di sintesi delle élite economiche, fino alle grandi opere, affidando ai figli un progetto di continuità che poi non andrà in porto.

Eppure proprio sul versante privato, la storia viene fuori – grazie anche al mestiere di Paolo Madron. Un capitolo dedicato alle donne, agli amori tardivi e alla vita coniugale, che è una interessante testimonianza di come tutto sia cambiato anche nella rappresentazione che le classi dirigenti danno di sé. La separazione tra vita pubblica e vita privata – che è stato un tratto costante dell’establishment politico ed economico primorepubblicano, ancora intriso di cultura risorgimentale, e poi dei tanti pudori del boom, parrocchiali, bernabeiani, comunisti – sfuma nei venti anni successivi e si confonde in una grande vita in diretta dove anche gli amori di un ex-titanico capo azienda fanno capolino mescolati ai sensi di colpa nei confronti di una moglie tradita. Insomma, il bling bling dei tempi moderni, la chiacchiera, il sipario aperto, l’accantonamento della riservatezza, la vita autonarrata, non è solo un affare berlusconiano. E così, in un certo senso, c’è una questione non soltanto formale che viene fuori da queste memorie della reggenza. E cioè se la ri-costruzione di una classe dirigente che sappia guidare un paese da rifondare, debba passare anche dal formulario con cui potenti ed ex potenti ricompongano il loro passato.

Foto: Vittorio Zunino Celotto / Getty Images News

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