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La vendita della Marilyn Monroe di Warhol, la Gioconda del Ventesimo secolo

La serigrafia a cui Dorothy Podber sparò un colpo di pistola andrà all’asta per 200 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte del Novecento più costosa di tutti i tempi.

di Studio
24 Marzo 2022

Come raccontavano Costantino della Gherardesca e Francesco Bonami nella puntata del loro bellissimo podcast Artefatti dedicata a Arte e Morte (una delle migliori, insieme a Arte e Guerra), dopo essere stato ferito nel 1968 da Valerie Solanas, che gli sparò un colpo di pistola, Andy Warhol diventò un’altra persona. Iniziò a provare insofferenza per gli eccentrici e gli emarginati di cui fino a quel momento aveva amato circondarsi e iniziò a frequentare soltanto persone potenti e di successo – con loro si sentiva al sicuro – considerando la celebrità l’unico modo per vivere in eterno. La qualità delle sue opere si abbassò ma lui continuò a partecipare ai party newyorkesi nel ruolo di fantasma di se stesso, perché, come sottolinea Bonami, «negli anni Ottanta non se lo filava nessuno». Il critico racconta che all’inaugurazione di una mostra che si tenne a Milano nel 1987, al Palazzo delle Stelline, c’erano quattro gatti. Chissà quanti visitatori attirerebbe oggi, invece, una mostra dedicata anche soltanto al suo ciclo di opere più famoso, quello dedicato a Marilyn Monroe, la Gioconda nell’era della sua riproducibilità tecnica. I primi esemplari della lunga serie di serigrafie sono stati realizzati nella factory a partire dal 1962, in seguito alla morte della diva di Hollywood. Esistono diverse serie di Marylin, ma la più famosa è diventata tale grazie al contributo di una donna con la pistola che ha cambiato la vita e l’arte di Warhol. Un’altra.

Nel 1964, infatti, la performer Dorothy Podber, durante una visita allo studio chiese a Warhol se potesse sparare a una pila di ritratti di Marilyn. Warhol accettò credendo che la donna intendesse fotografare le tele (in inglese la domanda suona nello stesso modo: May I shoot Marylin?). Podber estrasse dalla sua borsetta una pistola e sparò alle opere. Le preziosissime serigrafie “Marilyn Monroe Shot” sono quattro perché la variante con lo sfondo turchese non era nella pila al momento dello sparo. Warhol pitturò sui buchi, nel disperato tentativo di riparare il danno. Il risultato di questo attentato a Marilyn si è rivelato involontariamente perfetto, non solo perché in un certo senso profetizza quello del 1968 di Valerie Solanas, che invece proverà a uccidere l’artista: quattro versioni dell’icona della bellezza, della femminilità e del successo, ma anche della fragilità mentale e della disperazione, riprodotta dall’artista infinite volte, diventano uniche e speciali grazie all’azione di un’artista oggi semi-sconosciuta, una bad girl (era lei a definirsi così) diventata famosa solo per aver “sparato a Marilyn”.

Ora, in un momento in cui si sta parlando di lui ancora più del solito, grazie alla serie di Ryan Murphy sui suoi diari, The Andy Warhol Diaries, (in cui lui stesso ne legge dei passaggi: hanno ricreato la sua voce con l’intelligenza artificiale), “Shot Sage Blue Marilyn”, una delle quattro versioni della Marilyn colpita dallo sparo di Podber, si prepara a diventare l’opera d’arte più costosa del Ventesimo secolo. «Il dipinto più significativo messo all’asta in una generazione, Marilyn di Andy Warhol è l’apice assoluto del pop americano e la promessa del sogno americano che racchiude ottimismo, fragilità, celebrità e iconografia contemporaneamente», ha detto Alex Rotter, Charmain di Christie’s, nell’annuncio pubblicata dalla casa d’aste insieme a una bellissima scheda di approfondimento dell’opera. «Il dipinto trascende il genere della ritrattistica in America, rivoluzionando l’arte e la cultura del XX secolo. Accanto alla Nascita di Venere di Botticelli, alla Gioconda di Da Vinci e a Les Demoiselles d’Avignon di Picasso, Marilyn è uno dei più grandi dipinti di tutti i tempi e questa è un’opportunità unica per presentare questo capolavoro».

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