Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Come si sta parlando in America del nuovo tour di Louis C.K.

È passato qualche mese da quando anche in Italia, con il suo spettacolo al Teatro Nuovo, ci si è chiesti se Louis C.K. potesse far ridere come prima. A due anni dalla vicenda di molestie sessuali che lo riguarda, sfociata poi nella lettera aperta in cui il comico prometteva di «fermarsi ad ascoltare» e un breve periodo di pausa dalle scene, e mentre è in corso il suo tour in Europa e in parte degli Stati Uniti è tornato a esibirsi a Richmond, in Virginia, per poi spostarsi in Carolina del Nord, Illinois, Iowa e Michigan. «È bello ricominciare da capo a 52 anni», ha detto una volta salito sul palco.
Come riporta il New York Times, «Louis ha trasformato la vicenda #MeToo in un trampolino di lancio per nuove battute, ma lo spettacolo mi ha fatto ridere molto», ammette il giornalista Jason Zinoman, «perché a mescolare sacro e profano è sempre bravissimo». Nella parte definita la «più straziante dello spettacolo», il comico ha parlato della morte di sua madre, avvenuta a giugno, e nel frattempo ha rimosso le battute sugli studenti coinvolti nella sparatoria di Parkland, che erano state molto criticate, e altre similmente controverse. «Il suo spettacolo è snello rispetto a quello di una volta, più equilibrato, eppure, avendo sempre a che fare con il contesto in cui si trova, è rimasto mordace». Per tutti questi motivi, nonostante il pensiero di quanto ha fatto prema ancora sulla coscienza collettiva americana, pare che Louis C.K. faccia ancora ridere. «Invece che apparire più riflessivo, ha continuato con le sue vecchie tattiche. Gran parte delle sue battute verranno ancora giudicate sbagliate da molti americani, ma il fatto è che anche la realtà è rimasta invariata. E lo stiamo capendo».

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