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15:41 venerdì 14 novembre 2025
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.
L’unica persona ancora convinta che Trump non sapesse niente dei traffici di Epstein è l’addetta stampa della Casa Bianca Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».

Il club della lettura per soli uomini dove i libri delle donne sono vietati

05 Maggio 2016

I book club, sono un fenomeno diffuso ma prevalentemente femminile negli Stati Uniti, dove le donne si riuniscono in “club della lettura”, gruppi che leggono contemporaneamente gli stessi libri e si ritrovano periodicamente per discuterli, spesso a cena o davanti a una tazza di tè. Non a caso nella cultura pop nordamericana esiste un cliché diffuso sui club della lettura come attività femminile, o più malignamente per casalinghe annoiate: la Cbs ha trasmesso un reality che giocava proprio su questo tropo, chiamato “Tuesday Night Book Club”.

Il New York Times però si è accorto che esistono anche club della lettura per uomini, un trend ancora marginale ma in crescita, che da un lato smonta stereotipi dall’altro però rischia di assumere toni in odore di misoginia. Il quotidiano ha provato a tracciare un affresco di questa realtà, complessa e variegata, in un reportage intitolato “Men Have Book Clubs, Too” e che ha fatto discutere; e più che altro scatenato reazioni ironiche: il magazine New York per esempio lo ha riassunto in toni scherzosamente polemici.

Uno dei gruppi di lettura descritti è attivo da nove anni nella contea di Marin, nell’area di San Francisco, conta 19 membri e s’intitola, senza mezzi termini, “Man Book Club”. Tra le regole dell’organizzazione vige anche un’esclusione di «libri scritti da donne e il cui protagonista è una donna», spiega uno dei membri, perché sarebbe «chick lit». Anche se, in base a questa definizione, classici come La signora Dalloway e Jane Eyre rientrerebbero nella categoria di “chick lit”.

A man reads a book by a fountain 06 July, 1999, in

Un altro gruppo di lettura raccontato dal Nyt si chiama International Ultra Manly Book Club e si prefigge di diffondere la lettura di «libri virili» tra «uomini virili». Il particolare ha spinto alcuni utenti Twitter a commentare il reportage con l’hashtag canzonatorio #ManlyBookClubNames.  Secondo il quotidiano newyorchese la missione dell’associazione è quella di spingere i suoi membri a «uscire dall’ombra dei club della lettura delle loro madri» e dimostrare al mondo che «anche gli uomini sono intellettuali».

L’idea che la lettura, e specialmente la lettura condivisa, sia un’attività percepita come troppo femminile per gli uomini e che dunque sia giusto invogliare gli uomini a leggere più non è completamente fuori luogo. Il Nyt nota che l’11 per cento degli americani è coinvolto in qualche forma di discussione organizzata sui libri, ma che la partecipazione fra le donne è di due volte superiore a quella degli uomini.

Il problema è che spesso i book club per uomini hanno un carattere esplicitamente sciovinista. L’obiettivo insomma non è soltanto promuovere la lettura tra una categoria che legge meno libri (i maschi, appunto). Infatti sembra passare anche il messaggio che i libri scritti da donne o con protagonisti femminili siano automaticamente più frivoli, “roba da donne”, mentre ovviamente non vale il contrario (i libri scritti da uomini non sono solo per uomini), rinforzando pregiudizi secondo alcuni già diffusi nel mondo della letteratura.

Una pausa nell’allenamento della nazionale inglese di cricket, 1986 (Adrian Murrell/Getty Images). Un uomo legge a Bryant Park, New York, 1999 (Stan Honda/Afp, Getty).
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