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Quando, nel 2002, Jean-Marie Le Pen fece paura all’Europa

È morto il 7 gennaio il padre di Marine: fu il primo estremista di destra ad arrivare al ballottaggio presidenziale.

di Studio

È morto Jean-Marie Le Pen, il padre non solo di Marine, oggi più famosa forse di lui, ma soprattutto del Front National – oggi Rassemblement National. Se oggi ci siamo più o meno abituati all’istituzionalizzazione di un certo razzismo soprattutto anti-immigrati, negli anni Ottanta, Novanta e inizio Duemila le sparate del vecchio Le Pen facevano decisamente più impressione – e meno male. Sulla rete RTL nel 1989 disse che, da appassionato di storia, si faceva «delle domande» riguardo all’esistenza delle camere a gas nei campi di sterminio nazisti. «Io non ne ho mai viste», disse, ma se anche ci fossero state «un dettaglio» negli eventi della Seconda guerra mondiale. Era questo il profilo di Le Pen anche nel 2002, quando per la prima volta tutti e tutte, anche in Italia, sentiamo parlare del FN.

Nel 1998 il Front elegge per la prima volta un deputato, dopo aver presentato insistentemente il proprio programma come “sociale”, quindi con forti valori “di sinistra” che attirano moltissimi operai ed ex-comunisti. Come anche oggi, è la Provenza la regione più di destra già allora, e il FN arriva a governare città anche importanti come Tolone, già a metà anni Novanta.

Nel 2002, ecco il colpo di scena: per la prima volta Le Pen arriva al ballottaggio superando il socialista Jospin. L’avversario è Jacques Chirac, che addirittura si rifiuta di andare in tv per il confronto consueto. Da sinistra François Bayrou, Christine Boutin, Olivier Besancenot sono tutti d’accordo: bisogna unirsi contro Le Pen «in nome del fronte repubblicano». L’estrema sinistra che vota un candidato gollista, addirittura, contro il pericoloso neo (o post) fascista Le Pen. E Chirac vince con l’82,21 per cento dei voti, il più grande risultato nella storia della Francia, superando anche Napoleone III, come racconta bene Luigi Spinola nel podcast La Flamme di Rai Radio3. Le Pen però non solo non diminuisce i voti del primo turno, ma li aumenta, arrivando a 5 milioni e mezzo (contro il 25 milioni e mezzo di Chirac).

Ricordiamo di quel momento qualche dichiarazione italiana. Tajani, ad esempio, disse: «La garanzia contro l’estrema destra è proprio la vittoria del centrodestra». Quante volte abbiamo sentito invece la dichiarazione di Vannino Chiti dei Ds: «Dalla Francia arriva un monito sui temi dell’unità: la sinistra divisa perde».

Cinque anni dopo il FN finisce soltanto quarto, quando vince Sarkozy, e come spesso capita ai casi di exploit che si sgonfiano dopo un solo episodio clamoroso. Merito di Sarkò, che flirta con gli estremisti anti-immigrazione, ma anche limiti di Jean-Marie, che si conferma limitato nello spingere sull’accelerazione dell’estremismo di destra. Nel 2011 cede lo scettro a Marine, e il resto è storia.

Foto di Gerard Cerles/AFP via Getty Images