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22:37 sabato 15 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

Le città più bike-friendly del mondo

05 Gennaio 2016

Il governo dell’Olanda, un Paese che ha fatto dell’essere bike-friendly una sorta di brand, spende ogni anno l’equivalente di 30 euro per abitante in costruzione e manutenzione di piste ciclabili. Come segnala il Guardian, l’autunnale spending review pubblicata dal governo inglese ha invece tagliato, e molto, la possibilità di spesa dello stesso: con il 2021 come obiettivo, l’iniziale investimento di almeno 10 sterline per abitante/anno è stato ridotto a 1,40. Come è noto, sono i Paesi del Nord Europa i più propensi a utilizzare i pedali per viaggiare nei centri urbani: a Copenhagen, ad esempio, il 50% degli spostamenti interni sono effettuati su bicicletta. Non è un caso se proprio la design company danese Copenhagenize ha, dal 2011, indetto un “index” biannuale per valutare le città più bike-friendly del mondo.

La classifica, basata su criteri come finanziamenti comunali alle ciclabili, efficienza delle infrastrutture, integrazione negli usi della popolazione, è uscita da pochi giorni e vede, nel mondo, una grande prevalenza di città europee. La medaglia d’oro va proprio alla capitale danese, Copenhagen, seguita da Amsterdam. È la prima volta che le prime due posizioni si invertono dal 2011, ma le due città sono da sempre state sui gradini più alti del podio. Al terzo posto (come nel 2013) c’è Utrecht, seguita da Strasburgo (4), Eindhoven (5), Malmö (6), Nantes (7), Bordeaux (8), Anversa (9), e infine Siviglia a chiudere la top 10.

Amsterdam, Bicycle City

In undicesima posizione si continua con la Spagna, grazie alla presenza di Barcellona, poi Berlino (12), la new entry Lubiana (13), e la sorprendente Buenos Aires al quattordicesimo posto. Dell’Italia non c’è traccia, nonostante i grandi miglioramenti di Milano negli ultimi quattro anni. Le ultime sei posizioni sono occupate da Dublino (15), Vienna (16), Parigi (17), Minneapolis (18), Amburgo (19), Montreal (20). Rispetto all’index precedente, datato 2013, escono dalla classifica le giapponesi Tokyo e Nagoya, oltre a Rio de Janeiro e Budapest.

Il successo di Copenhagen è spiegato da un dato particolarmente significativo: in città si contano 5,2 biciclette per ogni automobile. Chi non se la cava affatto bene, invece, sono le grandi metropoli asiatiche e africane: si calcola che a Pechino la popolazione che utilizza una bicicletta è calata dal 60% del 1986 al 17% del 2010.

Nelle immagini, biciclette ad Amsterdam (Mark Dadswell/Getty Images)
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