Dai nostri archivi, un'intervista allo scrittore ungherese, Premio Nobel per la Letteratura, sul suo libro Seiobo è discesa quaggiù: arte e sacro, reale e virtuale, Cina e Giappone, gli igloo di Merz e i randagi di Varanasi.
László Krasznahorkai ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2025
Lo scrittore ungherese, 71 anni, è stato premiato «per la sua opera trascinante e visionaria, capace, in un'epoca di terrori apocalittici, di riaffermare il potere dell'arte».

Era uno dei favoriti della vigilia, almeno secondo l’unica fonte affidabile quando si tratta di prevedere i vincitori di prestigiosi premi: le agenzie di scommesse. László Krasznahorkai, ungherese, 71 anni, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2025, superando gli altri favoriti dai pronostici Can Xue, Haruki Murakami, Margaret Atwood e Salman Rushdie.
Maestro dell’apocalisse, così lo avevamo definito in questa intervista del novembre del 2021. Una definizione non troppo lontana da quella data dalla Comitato per il Nobel: «Per la sua opera trascinante e visionaria, capace, in un’epoca di terrori apocalittici, di riaffermare il potere dell’arte». A essere onesti, la definizione di maestro dell’apocalisse non è nostra né della giuria che ha deciso di premiarlo con il Nobel per la letteratura. Fu Susan Sontag, infatti, a definirlo così: «Maestro ungherese dell’apocalisse». Questa vittoria è la conferma di una tendenza affermatasi negli ultimi anni, in cui il premio che un tempo serviva a scoprire autori semi sconosciuti adesso va invece a scrittori di una certa fama. È il caso, questo, anche di Krasznahorkai: «La sua affermazione nel gotha della letteratura mondiale è arrivata con il Man Booker Prize nel 2015, poi con il National Book Award del 2019, e da allora è stato più volte accreditato dalla stampa internazionale come possibile candidato al Nobel per la letteratura», scriveva qui su Rivista Studio Marco De Laurentis già quattro anni fa.
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Ora, per tutti quelli che adesso vogliono stare al passo del dibattito culturale e recuperare tutto quello che si può recuperare di Krasznahorkai (impresa non facile da compiere in breve tempo, ve lo anticipiamo). Tutti i suoi libri, romanzi e raccolte di racconti, usciti in Italia sono stati pubblicati da Bompiani: Melancolia della resistenza, Il ritorno del barone Wenckheim, Guerra e Guerra, Herscht 07769, Avanti va il mondo e Seiobo è discesa quaggiù, e sono tutti disponibili all’acquisto. Per i completisti sarà necessario anche recuperare i film che Krasznahorkai ha scritto per e assieme a Béla Tarr negli ultimi 40 anni: Perdizione (Kárhozat, 1988), Satantango (1994, quest’ultimo un doppio lavoro di Krasznahorkai, che ha scritto il romanzo omonimo e pure la sceneggiatura del film adattamento), Le armonie di Werckmeister (Werckmeister harmóniák, 2000), L’uomo di Londra (A Londoni férfi, 2007) e Il cavallo di Torino (A torinói ló, 2011).

Un tempo animato da uno spirito bastiancontrario, dalla vittoria di Bob Dylan nel 2016 il premio è diventato quasi pop. E la lista dei possibili vincitori di quest'anno (scopriremo chi ha vinto domani) ne è la conferma.