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C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Murdoch, le donne e quel “ti sentirai solo” di mamma Elizabeth

Il divorzio da Wendi Deng, i rumors secondo i quali scriveva papelli in cui confessava "warm feelings" per Tony Blair, e il rapporto con la mamma, Elizabeth, grande castigatrice scomparsa esattamente un anno fa.

09 Dicembre 2013

Leaks e nemesi: vere e proprie corna mediatiche, con conseguenze forse geopolitiche: ora si apprende che Wendi Deng, ex signora Murdoch, divorziata in estate su richiesta del marito tycoon, nota per l’infanzia rurale cinese e per proteggerlo da torte in faccia in audizioni parlamentari, oltre che per essere una madre tigre asiatica, lo tradiva. Ma soprattutto, si scriveva (a se stessa, forse per non dimenticarsene, o forse con volontà inconscia di farsi sgamare poco da tigre asiatica) appunti sui “warm feelings” provati per l’ex primo ministro e molto amico di famiglia Tony Blair.

Appunti che adesso sono usciti naturalmente sulla stampa, insieme a molte scorribande dell’ex premier tra barche e tenute di famiglia murdochiane, soprattutto quella californiana di Carmel, dove Blair, protetto dai servizi di Scotland Yard, con conseguenti dispendi per il contribuente britannico, consolava la figlia del direttore di stabilimento di Jinan, che un tempo si chiamava Rivoluzione Culturale (Deng Wenge). E lì, in California, probabili menage alla Ghost Writer, il film di Polanski del 2010 dove una diabolica first lady manipola un Blair un po’ eterodiretto e il suo biografo reticente, ma sulla costa est. Nella realtà, invece, riunioni clandestine sulla West Coast, con anche molte ore di volo da Londra e fusi orari forse insensati pur di incontrarsi. E indagini di un Murdoch molto geloso, che conduce inchieste informali tra la servitù per capire se la signora ha ospiti e quali, nella tenuta. E scopre, si dice nei salotti londinesi e nei circoli a lui vicini (attenzione, qui forse c’è anche una notizia), che non solo la Tigre Asiatica intratteneva rapporti col fautore della cool Britannia; ma che sono stati anche molti, moltissimi altri, cool e non, gli ospiti maschi nelle sue tenute, non registrati come in un Arcore qualunque.

Tutti ricchissimi e potentissimi, peraltro, e almeno iscritti al World Economic Forum di Davos (si dà per certo il fondatore e amministratore delegato di Google, Eric Schmidt). E non è che si pretendesse fedeltà e farfalle nella pancia tra l’ottantaduenne editore e la quarantaquattrenne amazzone; e pare anche improbabile ciò che si dice sui giornali (con Murdoch a dire: o me o lui, intendendo con ‘lui’ il ‘pischello’ sessantenne Blair). Saremmo piuttosto nell’ugualmente classico scenario “qui si esagera”, visto che oltre gli auto-leak psicanalitici ci sarebbero state indagini tra servitù molto poco Downton Abbey, a testimoniare il fregolismo della signora Deng. Con maggiordomi e dame di palazzo che scelgono da che parte schierarsi, e vengono tutti interrogati, e alla fine la incastrano. Dunque atmosfere più alla Kim Ki-young, regista coreano specializzato in storie di spionaggio domestico e fautore di una poetica di colf, autore, tra l’altro di una Trilogia della Cameriera che si pone simmetricamente rispetto al culto collaboratorio domestico di questi anni.

Poi, in estate la richiesta di divorzio, presentata dall’editore del Wall Street Journal (tra gli altri); e poi i leaks: naturale nemesi dell’intera avventura murdochiana. Con molta delusione per un premier a cui voleva bene, forse ricambato, con Blair che aveva fatto perfino da padrino di battesimo alla piccola Chloe, figlia della coppia, in un complicato rituale acquatico sul fiume Giordano. Ma con le nuove rivelazioni si scansano soprattutto i dubbi su un possibile effetto-bunga bunga. Molti infatti temevano che anche Murdoch avesse perso i famosi freni inibitori dopo la dipartita di una mamma molto significativa, la solita “santa e sadica megera” gaddiana. L’ex presidente del consiglio confessò infatti in sede giudiziaria di “sentirsi molto solo” dopo la morte della mamma Rosa (di 97 anni) cinque anni fa, mentre gli esperti del ramo fanno risalire a questo evento la deriva elegantista.

Invece, per Murdoch si apprende che no, anzi il contrario. Anche se però una mamma speciale ce l’aveva pure lui, e quando è morta c’è rimasto malissimo.

Dame Elizabeth Murdoch è infatti mancata un anno fa, il 5 dicembre 2012, e il figlio, che era arrivato sul medium modernissimo giusto tre giorni prima, twittava molto sulla sua mamma, raccontando disperatamente i dettagli della sua caduta e della sua rottura di femore, e poi annunciava la prematura morte, addirittura esagerandone gli anni “a 193 anni, ma è un brutto colpo”, per poi correggersi, “solo 103”. Dame Elizabeth aveva avuto infatti una vita ultracentenaria, era nata a Melbourne nel 1909, divenendo col tempo figura molto nota in Australia, dedita a beneficienze e benemerenze. Anzianissima, candida di capelli, assai saggia, secondo il biografo di famiglia Michael Wolff era la risposta australiana a Rose Kennedy e alla Regina Madre inglese.

Soprattutto, vegliava sul figlio: l’aveva infatti aspramente redarguito all’epoca dello scandalo tabloid, e già prima l’aveva rimproverato per certe cose che proprio non si fanno. Come l’acquisto, nel 1969, del News of the World, il giornale della domenica con cui avrebbe iniziato la grande avventura scandalistica in Gran Bretagna, cominciando a pubblicare a puntate un memoriale sul caso Profumo, e dando il primo colpo di piccone all’età della privacy. Smantellando insomma quella “età della deferenza” come la chiama Tina Brown nelle sue fondamentali Diana Chronicles, e sconvolgendo per sempre le regole di riservatezza della società britannica, a partire dalla sua famiglia reale. Fu Dame Elisabeth a dire, all’epoca, di “non approvare per niente quello che pubblicano. Un’intrusione nella vita privata delle persone”. Lui non l’aveva molto ascoltata; e nemmeno l’aveva ascoltata quando, al momento di lasciare la seconda moglie Anna, lei gli aveva detto “ti sentirai molto solo, e qualunque giovane donna un po’ attraente ti metterà nel sacco”. L’aveva molto rassicurata, allora, sostenendo di “essere troppo vecchio per queste cose”. (Adesso lei gli manca tanto, e alla fine per un maschio è un topos universale: come quel produttore romano che, alle sobrie condoglianze offerte da Flaiano al funerale materno rispose: “A Flaià, la morte de la madre, so’ cazzi!”).

Nell’immagine, Murdoch e Deng vengono portati verso la Royal Courts of Justice il 26 aprile 2012, per testimoniare nell’inchiesta Leveson, nata dallo scandalo News of the World / Bloomberg

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