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Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.

Il Guardian ha raccontato la storia del famoso poster “Keep Calm and Carry On”

21 Aprile 2020

È probabilmente uno degli slogan più conosciuti che provengono dal Regno Unito, quel “Keep Calm and Carry On” che è stato riprodotto su tazze, magliette, meme, cuscini e chissà cos’altro. In origine, però, era un poster motivazionale risalente alla seconda guerra mondiale, quando il Ministero dell’Informazione britannico cercò di galvanizzare il morale dei cittadini pubblicando sul Times alcuni “cartelloni” motivazionali. I primi due recitavano rispettivamente “Your Courage, Your Cheerfulness, Your Resolution Will Bring Us Victory” e “Freedom Is in Peril / Defend It With All Your Might”: furono criticatissimi dai lettori, che li considerarono paternalisti, e il terzo (che era proprio “Keep Calm and Carry On”) non vide mai la luce ufficialmente.

Come racconta il Guardian, però, quello slogan era destinato a un grande successo, doveva solo aspettare il momento giusto. E quel momento è arrivato all’alba del nuovo millennio quando, nel 2000, Stuart Manley, proprietario della libreria Barter Books nella piccola cittadina di Alnwick, ritrova quel terzo poster scartato in fondo a una scatola di libri comprati all’asta. Propone subito alla moglie Mary di farne dalle copie che inizialmente si rifiuta, ma dopo il successo ottenuto dalle prime 500 copie che Manley aveva fatto fare di nascosto, si convince anche lei che il poster ha delle grandi potenzialità inespresse. La svolta, però, arriva nel 2005, quando la giornalista Susie Steiner ne scrive per il Guardian Weekend: «Dopo quell’articolo, si è scatenato l’inferno. Era dicembre, quindi un regalo di Natale perfetto. Abbiamo ricevuto migliaia di ordini. Ed è proprio in quel momento che è iniziato il fenomeno. Le persone hanno iniziato a copiarlo, ridicolizzandolo e facendo ogni sorta di cose con quello slogan. Ha continuato a crescere. Verso la fine del 2006 ero a Londra e ho visto una tazza con scritto “Keep Calm” e l’etichetta “Made in China” sul fondo: lì ho capito che era diventato qualcosa di internazionale», racconta Manley.

Ma perché quel poster, di cui pure ci siamo tutti stancati ma che inequivocabilmente possiede un suo charme, è diventato così popolare? Per Manley la risposta è semplice: «Quando mi chiedono le ragioni di questo successo, la mia risposta è sempre la stessa: è più economico degli antidepressivi». «Credo che “Keep Calm and Carry On” parli di infelicità e depressione con un messaggio di stoicismo e pazienza, il che è utile» sostiene Steiner, e ci sentiamo di darle ragione, tanto più in tempi di pandemia.

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