Oggi arriva nei cinema americani il nuovo film di Jordan Peele, Nope (per vederlo in Italia dovremo aspettare ancora qualche giorno, l’uscita nelle nostre sale è prevista per l’11 di agosto). Se ne parla già benissimo: tutti i critici e gli appassionati che hanno assistito all’anteprima ne hanno scritto recensioni entusiastiche. C’è anche chi si è fatto prendere dall’entusiasmo ed è arrivato a definire Peele come il miglior regista horror di tutti i tempi. Lo ha scritto su Twitter il fumettista Adam Ellis, che mercoledì ha twittato: «So che è un’opinione forte, ma quand’è che ammetteremo che Jordal Peele è il miglior regista di film horror di sempre? Vi viene in mente un altro autore che ha girato tre film così belli (Get Out, Us, Nope) e per di più di fila? A me no».
https://twitter.com/JordanPeele/status/1549849194277457920
Ovviamente dal tweet di Ellis è venuta fuori una discussione appassionata sui migliori film e registi thriller/horror di tutti i tempi (in molti hanno risposto a Ellis che è semplicemente impossibile decidere chi sia il migliore in una categoria in cui rientrano anche Alfred Hitchcock, David Lynch, Wes Craven, David Cronenberg, Brian de Palma e molti altri grandissimi registi). Una discussione alla quale si è unito anche Peele. Il regista ha ammesso di essere lusingato dai complimenti di Ellis, ma gli ha anche spiegato perché la sua opinione forte era un’opinione sbagliata. «Mi piace che tu sia così entusiasta, ma non posso tollerare che si manchi di rispetto a John Carpenter!», ha scritto Peele rispondendo a Ellis. Carpenter è uno dei registi preferiti di Peele, ed effettivamente è difficile immaginare un altro regista di genere che nella sua carriera sia riuscito a girare tre film amati e influenti come Halloween, Christine – La macchina infernale e La cosa. «Amico mio, posa quel telefono», ha aggiunto Peele rivolgendosi a Ellis, invitandolo a rivedere le sue opinioni cinematografiche.
Diario per John, "opera postuma" che raccoglie le conversazioni tra la scrittrice e il suo psichiatra, è finito al centro del dibattito letterario. Davvero tutto quello che gli scrittori scrivono è fatto per essere letto e pubblicato? Anche senza il loro consenso?
Diario per John, "opera postuma" che raccoglie le conversazioni tra la scrittrice e il suo psichiatra, è finito al centro del dibattito letterario. Davvero tutto quello che gli scrittori scrivono è fatto per essere letto e pubblicato? Anche senza il loro consenso?
