Industry | Dal numero

L’avanguardia sostenibile di Jaguar Land Rover

Intervista con il Ceo di Jaguar Land Rover Italia, Marco Santucci, sulle prospettive future dell’automotive e i cambiamenti del settore verso una sostenibilità che non sia solo di facciata.

di Gianluca Cedolin

Sono finiti i tempi in cui le auto rumorose erano uno status symbol: oggi anche il lusso deve essere sostenibile, silenzioso, ecologico. Lo impongono le leggi (dal 2035 in Europa non si potranno vendere auto con motori alimentati a benzina e diesel), lo chiedono i clienti (il 69 per cento degli italiani pensa all’ibrido o all’elettrico per il prossimo acquisto, dice l’ultimo Global Automotive Consumer Study di Deloitte) e lo consiglia il mercato (dal 2027 le auto elettriche saranno meno costose da produrre di quelle termiche, secondo BloombergNEF). Lo sa anche un gruppo da sempre all’avanguardia come Jaguar Land Rover, che per mettersi alla guida del cambiamento ha deciso di anticipare i tempi: dal 2025, con dieci anni di anticipo sulla normativa europee, saranno vendute solo Jaguar elettriche, e un anno prima saranno lanciati sul mercato i nuovi Range Rover e Range Rover Sport Full Electric. «Il cliente automotive ha dimostrato negli ultimi anni di essere molto sensibile alle tematiche ambientali e come Jaguar Land Rover abbiamo notato un notevole apprezzamento per i nostri modelli più sostenibili», racconta Marco Santucci, Ceo di Jaguar Land Rover Italia, «Per noi la sostenibilità e il cambiamento viaggiano di pari passo in modo del tutto naturale, fondendosi per creare non solo un circolo virtuoso ma un vero e proprio stile di vita. I nostri clienti scelgono di salire sulle nostre auto con la consapevolezza di aver già trasformato la propria visione del futuro».

Questa visione del futuro e gli obiettivi del gruppo, certificati dall’iniziativa Science Based Targets, sono ambiziosi: entro il 2030 ridurre del 46 per cento le emissioni di gas serra sulla produzione rispetto a quelle del 2019, e del 54 per cento lungo tutta la catena del valore. Non basta, infatti, passare alle auto elettriche per ridurre in maniera decisiva le emissioni e l’inquinamento: bisogna diminuire l’impatto ambientale e climatico dell’intera filiera, dai materiali scelti alle fonti energetiche utilizzate nella produzione, fino alla gestione del fine vita di auto e batterie elettriche. Per Jaguar Land Rover, insomma, «la sostenibilità va ben oltre proporre un’auto elettrica sul mercato», ma presuppone «una strategia fatta di partnership importanti per facilitare la transizione verso una mobilità elettrica sostenibile». Tra i player vicini al gruppo ci sono Pramac, leader globale nel settore energetico, con cui Jaguar Land Rover sta realizzando «un processo di riutilizzo delle batte- rie in una seconda vita», oppure Wolfspeed, che con i suoi semiconduttori di carburo di silicio «offre ai clienti un’efficienza del propulsore significativamente maggiore e un’incrementata autonomia». Con i nuovi prodotti lanciati nell’ultimo periodo, soprattutto Range Rover e Range Rover Sport, Land Rover «sta portando avanti il concetto di Materiality, ovvero l’utilizzo di materiali più sostenibili derivanti dal recupero di scarti e plastiche dagli oceani, in alternativa alla pelle tradizionale. Questo dimostra che un lifestyle lussuoso può essere anche altamente sostenibile», dice Santucci, diventato Amministratore delegato di Jaguar Land Rover Italia nel 2021, dopo aver lavorato anche in Cina e a Francoforte per il gruppo.

L’esperienza in Formula E, il campionato mondiale riservato alle auto elettriche (dove Jaguar TCS Racing ha conquistato il quarto posto nella classifica costruttori e il secondo in quella piloti con Mitch Evans), ha dato sicuramente un boost importante alla ricerca di soluzioni d’avanguardia sia per i software sia per gli hardware delle auto elettriche. «Questo campionato per noi è una sorta di hub tecnologico, che ci consente di testare e sviluppare nuovi sistemi in un ambiente dove le prestazioni sono davvero estreme. Anche nella prossima stagione continuerà ad essere il banco di prova fondamentale della nostra mission Race to Innovate». Sono sviluppi che dalla pista passano alla strada: «Tutti i test e le soluzioni più tecnologiche che supportano le nostre monoposto in un futuro quanto mai prossimo saranno parte integrante delle nostre auto di domani».

Nonostante questa ricerca e questi traguardi, che nel 2039 faranno diventare Jaguar Land Rover una compagnia a zero emissioni nette nei prodotti e nei processi, per un’azienda del settore automotive rimane complicato scrollarsi di dosso l’immagine del grande inquinatore ed emettitore di gas serra. Anche chi prova seriamente ad abbracciare il cambiamento rischia di restare sospeso tra vecchio e nuovo, o di macchiarsi di una colpa oggi molto diffusa nelle grandi aziende: il greenwashing. «Il glorioso passato dei nostri due brand farà sempre parte del nostro Dna», riconosce Santucci, «ma già in passato siamo stati veri pionieri, tanto con Jaguar quanto con Land Rover: abbiamo sempre puntato sull’innovazione, sulla tecnologia e sul cambiamento. Per Jaguar Land Rover l’impostazione sostenibile vuol dire produrre auto elettriche ma con una visione molto più ampia in termini di innovazione nei materiali utilizzati, nei processi produttivi e nelle tecnologie di riciclo in grado di promuovere valori ambientali, economici e sociali».

Abbracciare la rivoluzione vuol dire anche saperla comunicare: «Il punto critico in tutta questa affascinante trasformazione è la disinformazione che rallenta il cambiamento culturale; è nostro dovere educare, formare», aggiunge. Questo vale tanto all’esterno, quanto all’interno dell’azienda: «Da sempre in Jaguar Land Rover crediamo fermamente nella formazione. Recentemente abbiamo lanciato a livello globale il program- ma Future Skill, grazie al quale nei prossimi tre anni più del 60 per cento dei dipendenti Jaguar Land Rover e dei concessionari in franchising in tutto il mondo riceverà un aggiornamento formativo in modo da sviluppare, produrre e fornire assistenza ai nuovi veicoli elettrici di lusso». A chi si oppone alle innovazioni e difende il business as usual tirando in ballo la perdita dei posti di lavoro, Marco Santucci risponde di ritenere «impensabile cercare di salvare posti di lavoro bloccando il progresso e la diffusione di nuove tecnologie o, peggio ancora, di non cercare di orientare la ricerca e lo sviluppo in settori che sembrano avere il maggior potenziale nel futuro». Al contrario, «la salvaguardia dei posti di lavoro dovrebbe avvenire con la lungimiranza dei governi nel prevedere dove sta andando il mercato, mettendo in piedi politiche commerciali e di supporto che prevedano lo sviluppo delle professionalità richieste nei prossimi anni». Tutto il sistema, insomma, deve guardare avanti: Jaguar Land Rover lo sta facendo, bisogna vedere se gli altri sapranno tenere il suo passo veloce.