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Il vero re dell’estate cinematografica potrebbe non essere Pedro Pascal Tre film in contemporanea nelle sale statunitensi è l’impressionante risultato raggiunto da Pascal…e da un inaspettato rivale.
È in corso un torneo di scacchi per stabilire qual è l’AI più intelligente Gemini, DeepSeek e ChatGPT si stanno sfidando in un torneo commentato in diretta da grandi campioni “umani” del gioco.
James Cameron ha detto che il film su Hiroshima sarà il più difficile mai realizzato Il regista di Titanic e Avatar ha spiegato che sarà una sfida tecnica ma anche umana e che potrebbe anche «non essere all'altezza del compito».
Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.
Ne Zha 2, il film d’animazione con il maggior incasso nella storia del cinema, arriva anche in Italia Minerva Pictures lo porterà nei nostri cinema entro la fine del 2025, mentre negli Stati Uniti arriverà ad agosto con A24.
Negli Stati Uniti stanno usando l’audio della litigata tra Adam Driver e Scarlett Johansson in Storia di un matrimonio per spaventare i lupi Gli allevatori confermano che l’audio tratto dal film si è rivelato efficace per tenere lontani i predatori e salvare le mandrie.
La vera star del Gran premio d’Ungheria, a sorpresa, è stato il protagonista di un vecchio meme Nonostante la debacle Ferrari, a tenere banco sui social è stata soprattutto la presenza di Hide the pain Harold.
One Piece è diventato «una minaccia all’unità nazionale» in Indonesia Un trend apparentemente innocuo su TikTok con protagonista la bandiera pirata di Luffy si è trasformato in un vero e proprio caso politico.

Cosa pensano gli israeliani di quello che sta succedendo a Gaza

17 Maggio 2018

Nell’ultimo mese ci sono state molte proteste nella Striscia di Gaza, nei pressi del confine israeliano, l’esercito israeliano ha reagito sparando (i primi giorni pallottole di gomma, poi munizioni vere e proprie) e il risultato è che, dal 30 marzo ad oggi, sono morti più di cento palestinesi. L’episodio più grave è stato quello del 14 maggio, quando l’esercito israeliano ha ucciso almeno 60 palestinesi. Nello specifico, la protesta del 14 maggio coincideva con lo spostamento dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, però faceva parte di una serie più ampia di proteste organizzate, e chiamate “marce del Ritorno“: l’intenzione degli organizzatori era organizzare una serie di marce da Gaza verso il confine israeliano, in mezzo a due date simboliche per i palestinesi: il 30 aprile, cioè la “giornata della Terra”, e il 15 maggio, cioè la “giornata della Nakba”, o catastrofe, come chiamano la nascita di Israele. L’iniziativa, stando a quanto riporta Haaretz, partiva dai capi di alcune famiglie importanti da Gaza e da vari esponenti della società civile,  ma ha poi ricevuto il sostegno anche di gruppi estremisti come Hamas o la Jihad islamica.

Specie dopo la strage del 14 maggio, Israele è stato duramente criticato per avere reagito in modo sproporzionato alle proteste. La Turchia, per esempio, ha espulso il console israeliano a Istanbul. In Israele, però, l’opinione pubblica sembra sostenere la condotta dell’esercito. Il “Peace Index” è un progetto congiunto dell’università di Tel Aviv e dell’Israel Democracy Institute, un think tank di sinistra, che monitora l’opinione pubblica israeliana sugli argomenti di attualità. Ad aprile hanno condotto un sondaggio su un campione di 600 israeliani (tutti ebrei israeliani, va detto, non c’erano arabi israeliani) dividendoli per opinione politica chiedendo loro che cosa ne pensavano della decisione di sparare sui manifestanti palestinesi. L’opinione cambiava molto a seconda del partito politico di appartenenza, ma dominava comunque un clima di sostegno all’esercito.

israeliani gaza

Tra i sostenitori di Yisrael Beitenu, l’estrema destra, il 100 per cento si diceva convinto che sparare sui palestinesi sia stata una buona idea, mentre tra gli elettori del Likud, il partito di Netanyahu, pensa lo stesso il 90 per cento degli intervistati. Anche il 70 per cento degli elettori laburisti (l’Unione sionista è la coalizione di cui fa parte il Labour) sostiene la politica di sparare. Tra gli elettori del Meretz, il partito pacifista, il 40 per cento si dice favorevole a quella politica. Va detto che il sondaggio è stato condotto prima della Strage di Gaza di cui si sono molto occupati i giornali occidentali, però ad aprile c’erano già state molte manifestazioni palestinesi e una cinquantina di morti. I dati sembrano riflettere una generale virata verso destra del pubblico israeliano sui temi della sicurezza.

Foto Getty
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