Da pendolare e scrittore part time ad autore di una saga diventata una delle serie tv più amate di questi anni: una conversazione con Mick Herron su spie, terrorismo, depressione, meteo inglese e Gary Oldman.
Isabella Rossellini potrebbe essere candidata all’Oscar per un’interpretazione di appena otto minuti
Conclave è uno dei film più chiacchierati di quest’anno, un thriller religioso, diretto da Edward Berger e con protagonista Ralph Fiennes, che secondo tutti gli addetti ai lavori sarà la sorpresa ai prossimi Academy Award (in Italia uscirà il 19 dicembre). Sorpresa nella sorpresa potrebbe essere la candidatura all’Oscar di Isabella Rossellini, che nel film ha una parte piccolissima: sette minuti e 51 secondi che però, a quanto pare, bastano e avanzano per una nomination nella categoria Miglior attrice non protagonista. Nomination che sarebbe la prima della sua carriera.
In Conclave Rossellini interpreta sorella Agnes, una suora che si ritrova in mezzo alle lotte di potere che spaccano la Chiesa cattolica impegnata a scegliere un nuovo Papa. Come scrive Clayton Davis su Variety, l’interpretazione «discreta ma potente» di Rossellini ha generato moltissimo “Oscar buzz”. Certo, il pochissimo minutaggio potrebbe essere un problema: nemmeno otto minuti di presenza sullo schermo sono davvero pochi, soprattutto in confronto al minutaggio medio delle candidate al premio negli scorsi anni. Ma ci sono commentatori secondo i quali questo potrebbe rivelarsi addirittura un vantaggio: la categoria Miglior attrice non protagonista, in fondo, nasce proprio per premiare questo tipo di interpretazioni.
Ci sono anche un paio di precedenti, tra l’altro, a favore di Rossellini. Nel 2018, Sam Elliott fu candidato al premio per Miglior attore non protagonista per un’interpretazione in A Star is Born che durava poco più di quella di Rossellini in Conclave: otto minuti, secondo più, secondo meno. La stessa cosa successe a Mark Wahlberg, che con i suoi nove minuti in The Departed fu l’unico attore protagonista del film di Scorsese a ricevere una candidatura.
Il film di Albert Serra sul torero peruviano Andrés Roca Rey porta il documentario in un territorio inesplorato e violento, persino ostile allo spettatore. Ed è proprio questo a renderlo una delle opere fondamentali della storia recente del cinema.
Il libro, uscito 20 anni fa in Francia ma solo adesso in Italia, è il racconto in immagini e parole della breve storia d'amore con il fotografo Marc Marie, attraverso il quale Ernaux tocca tutti i temi che caratterizzano la sua letteratura.