È un genere esploso negli ultimi dieci anni ma che forse è stato già superato dai fatti: la crisi climatica ormai è parte della nostra quotidianità e la narrativa non può che adattarsi di conseguenza.
Chi ha vinto l’International Booker Prize
«Un romanzo esuberante e giocoso», così la giuria dell’International Booker Prize (dei titoli selezionati per la shortlist avevamo parlato qui) ha definito Tomb of Sand di Geetanjali Shree, il primo romanzo in lingua hindi – tradotto in inglese da Daisy Rockwell – a vincere il premio. Shree e Rockwell ora si divideranno anche il premio in denaro: 50 mila sterline, metà andrà all’autrice e l’altra alla traduttrice. Frank Wynne, presidente della giuria di questa edizione dell’International Booker Prize, ha detto che la discussione tra lui e i suoi colleghi giurati (lo scrittore e accademico Merve Emre, l’autrice e avvocata Petina Gappah, la comica e podcaster Viv Groskop e il traduttore Jeremy Tiang) è stata piuttosto «vivace» ma che alla fine Tomb of Sand è riuscito a mettere tutti d’accordo.
Il romanzo di Shree racconta la storia di una donna di 80 anni che, in seguito alla morte del marito, cade in depressione. Nel tentativo di superare la malattia, la donna parte per il Pakistan, suo Paese natale, per affrontare il trauma che le ha cambiato la vita. In questo viaggio vive una serie di esperienze che la portano a riflettere su cosa significhi per lei essere una madre, una figlia, una donna e una femminista. «Appassionante, affascinante, divertente e leggero, nonostante i temi che tratta… Un libro perfetto da portare in spiaggia per leggerlo sotto l’ombrellone, adatto assolutamente a tutti», ha detto Wynne.
Prima di Tomb of Sand Shree ha scritto tre romanzi e diverse raccolte di racconti, ma questo è il suo primo libro tradotto e pubblicato nel Regno Unito. Rockwell, invece, oltre a fare la traduttrice scrive e dipinge nella sua casa nel Vermont, negli Stati Uniti. È specializzata in traduzioni dalla lingua hindi e in letteratura urdu. La giuria ha lodato anche il lavoro di Rockwell, ovviamente, definendone la traduzione «splendida, ancora di più se si considera che il testo originale fa ampio uso di giochi di parole, dei suoni e delle cadenze dell’hindi». Tomb of Sand è arrivato nel Regno Unito grazie alla casa editrice indipendente Tilted Axis Pres, fondata da Deborah Smith con i soldi vinti all’International Booker Prize 2016 grazie alla sua traduzione de La vegetariana di Han Kang. Wynne ha sottolineato anche l’importanza del lavoro delle case editrici indipendenti nel portare nel Regno Unito libri scritti in lingue diverse dall’inglese: «Fanno uno sforzo enorme. C’è ancora molto da fare, però. Esiste ancora questa convinzione secondo la quale pubblicare lavori tradotti è più difficile. Non è più difficile che pubblicare qualsiasi altro tipo di libro».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.