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Martin Scorsese ha scritto un editoriale sul New York Times in cui spiega perché Misery è il miglior film di Rob Reiner In un commosso editoriale, Scorsese ha individuato nel thriller del 1990 l’apice della filmografia del collega, ricordando la loro amicizia.
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La crisi climatica sta portando alla velocissima formazione del primo deserto del Brasile La regione del Sertão sta passando da arida a desertica nell'arco di una generazione: un cambiamento potenzialmente irreversibile.
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.

Indossate vestiti idonei

Felpa nera, zucchetto di lana: l'Alemanno spalatore non ha convinto. Ma ci sono precedenti, anche in Usa

09 Febbraio 2012

“Indossate vestiti idonei: sciarpa, guanti, cappello ed un caldo soprabito, sono ottimi ausili contro il freddo”. Scopro soltanto grazie a L’Unità l’esistenza di questo bizzarro decalogo antifreddo (Scaldaitalia, ci scherzano sopra) apparso sulla pagina internet della Presidenza del Consiglio. Utilissimo. Abbastanza. Insomma. Comunque ingiustamente poco notato. Per il fine settimana è prevista altra neve a Roma e l’idea del soprabito – parola adeguatissima allo stile sobrio del governo, un po’ da vecchie zie – mi fa sorridere. Soprattutto per la sua sottile perfidia.

C’è un legame strettissimo tra l’abbigliamento adottato dai politici intervistati sul campo durante le emergenze metereologiche e i disastri in generale, e i disastri di immagine dei politici medesimi. Mettiamola così. Se nevicasse copiosamente e un signore banalmente in soprabito, sciarpa e cappello – il sindaco della città – comparisse in televisione a spiegare quel che succede, quel che ha fatto e quel che è riuscito a fare, e a chiedere blandamente scusa ai cittadini per gli eventuali disagi patiti, non ci sarebbe nient’altro da aggiungere.

Se invece quel signore fosse il sindaco Gianni Alemanno e avesse addosso un pile nero supertecnico della Montura (devo questa informazione al mio amico Ciacco, ma per ore venerdì scorso ho pensato come tanti e me ne scuso che quel simboletto a croce sul petto fosse roba da Casa Pound o di qualche altra Vandea), e sopra il pile un giubbotto North Face, e sulla testa uno zucchetto di lana nero (quello proprio fascio vintage, sì), e tra le mani una pala, prima ancora di ascoltare cosa dice penserei due cose: 1. qualcuno, molto seriamente, un addetto all’immagine, ha consigliato il sindaco sull’outfit (difatti per tre giorni e venti apparizioni tv Alemanno, solitamente incravattato di nero, non si è mai cambiato d’abito) 2. dalla Storia non si impara niente.

Michael Brown, direttore della Protezione Civile americana – la Fema – ai tempi dell’uragano Katrina, venne sbeffeggiato per via delle mail scambiate con la sua segretaria dopo le sue apparizioni televisive nei primi giorni del disastro, scovate da una commissione di inchiesta e rese pubbliche da un deputato. In una di queste mail Brown chiedeva: «Cravatta o no stasera? Camicia blu coi bottoncini?». In un’altra la segretaria lo rimproverava: «Per favore arrotolati le maniche della camicia. Anche il Presidente se l’è arrotolate fin sopra il gomito, e in tv devi far vedere che stai lavorando duramente!». Terza mail, la segretaria: «Stasera avevi un aspetto favoloso». Brown: «Se mi vedessi adesso con la mia bella divisa della Protezione Civile, ti verrebbe da vomitare. Sono un dio della moda».

«Brown, hai fatto un cavolo di lavoro», gli disse Bush prima che potesse rendersi conto il cavolo di disastro che era capitato a New Orleans. Alla fine, Brown dette le dimissioni. E successivamente Bush fece altri discorsi in maniche di camicia, ma i Repubblicani persero comunque le elezioni. Perché, che tu indossi maglione o camicia, pile o maniche rimboccate, c’è un limite a tutto. Almeno spero.

Può interessare ricordare che perse le elezioni nel 1985 anche il sindaco di Roma della penultima grande nevicata sulla città. Si chiamava Ugo Vetere, era del Pci, terzo sindaco comunista della capitale dopo lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan e il rude e amatissimo Luigi Petroselli. Non garantisco sulla memoria, ma in quei giorni di polemiche e tregenda (moderata, anche divertente al limite), non troppo dissimili da oggi, Vetere apparve in pubblico con un pesante montone e forse dei moon boot.

No, insomma, moon-boot non credo proprio. Ma io me lo ricordo così. Moon-boot simbolici diciamo allora, l’attrezzo vanziniano della comica inadeguatezza dei romani alla neve. Che poi sono come il pile Montura di Alemanno. Trenta centimetri di neve mica sono tre metri. Ed è così che mi sono trovato a rovistare dentro il facebook del leghista Castelli, che scrive sempre a proposito di Alemanno: «Devo dire da appassionato alpinista che gli ho invidiato il bellissimo maglione indossato in tv di una nota casa di abbigliamento tecnico che fornisce tra l’altro il Soccorso Alpino. Maglione che peraltro a Roma è apparso decisamente fuori luogo. È ovvio che al nord siamo più  preparati e attrezzati».

Riassumendo. Alemanno, come si sa, se l’è presa prima con i bollettini meteo, poi con la Protezione Civile, quindi con i nordisti in generale, e pure con quelli che lavorano contro le Olimpiadi a Roma. Travolto dall’ansia, bersagliato dai falsi account twitter che diffondevano amene cazzate a suo nome, incalzato dai suoi spin doctor – i fratelli Crespi, ex sondaggisti bancarottieri di Berlusconi con il traguardo delle elezioni comunali 2013 davanti a sé, sempre più in salita. Simbolo vivente dell’ottovolante che è la comunicazione politica di questi tempi. Quanto danno ha fatto al sindaco la fotografia in mezzo a due belle ragazze scattata a piazza del Popolo la sera della nevicata, circolata un po’ ovunque su facebook? Più o meno danno delle fotografie nelle quali accanto ai militari spala la neve alla periferia estrema di Roma? Chi lo sa. Ricordate l’effetto Pisapia? Ci sarà anche un effetto Alemanno?

E l’ombra del Duce? Qui la citazione giusta non è quella di Mussolini che si toglie la divisa, impugna il piccone e piccona. No, qui la citazione è più livida. Dal diario di Galeazzo Ciano: «24 Dicembre 1940. Nevica. Il Duce guarda fuori dalla finestra ed è contento che nevichi. “Questa neve e questo freddo vanno benissimo – dice – così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana».

Wow. E ora vado subito a cercare un soprabito nell’armadio.

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