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Il robot imbattibile a carta-forbice-sasso


Ai robot che giocano a scacchi meglio degli esseri umani ci siamo abituati. Ci stiamo anche abituando, lentamente, ai robot che giocano a calcio (anche se molto peggio degli umani). Il robot che gioca a carta-forbice-sasso arriva come un sorpresa inaspettata, perché le intelligenze artificiali ci avevano abituati alla strategia e al ragionamento, e non all’istinto senza logica alla base di “rock-paper-scissors”.
L’invenzione nasce in versione “1.0” nell’università di Tokio nel giugno 2012, ed è arrivata ora in forma definitiva e perfettamente funzionante. Si chiama “Janken”, dal nome giapponese del popolare gioco. E non sbaglia mai.
A ben vedere, però (nel video c’è uno slow-motion da cui si capisce tutto molto chiaramente) il robot Janken non è un genio dell’intuizione, né applica complicati algoritmi per prevedere le mosse dell’intelligenza avversaria. È semplicemente più veloce, quindi… bara.
Ed è bravissimo a non farsi beccare: se il primo modello di Janken completava la sua mossa 20 millisecondi dopo quella umana, lo Janken “2.0” riesce a scegliere e “buttare giù” quasi simultaneamente. Il singolo millisecondo di ritardo del braccio meccanico sulla prima mossa umana non è ancora un risultato soddisfacente, o almeno non in campi che possono essere più complicati e imprevedibili di una partita di carta-forbice-sasso. È quello che Sethu Vijayakumar, professore di robotica all’università di Edimburgo, ha dichiarato alla Bbc. Quali sono questi casi? La prevenzione di incidenti, ad esempio, o la complicatissima borsa.

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