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Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.
Per la prima volta è stata pubblicata la colonna sonora di Una mamma per amica In occasione del 25esimo anniversario della serie, su tutte le piattaforme è arrivata una playlist contenente i migliori 18 brani della serie.
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
A Buckingham Palace si terrà la più grande mostra di sempre sui vestiti della regina Elisabetta Si intitola Queen Elizabeth II: Her Life in Style, in esposizione ci saranno più di 200 vestiti. Apre il 10 aprile.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.

La guerra baldanzosa di Piero Sansonetti

Sempre e a tutti costi controcorrente, torna con il nuovo Riformista a dirigere un quotidiano.

29 Ottobre 2019

Al termine dell’ennesimo incubo l’elettore di sinistra una mattina si è svegliato: ad aspettarlo non c’era l’invasor ma il nuovo Riformista di Piero Sansonetti. Come se non bastassero il governo giallo rosso e l’Umbria nero verde, da stamattina l’animula vagula blandula di sinistra si è trovata davanti ad un nuovo giornale (foliazione e redazione snella, in edicola cinque giorni a settimana, tiratura iniziale 15 mila copie): “Naufraghi: se non c’è più Salvini inutile salvarli..” è il titolo di apertura, per sfondare subito freudianamente il primo sentimento dell’elettore left oriented: il senso di colpa. Ma come? Uno ancora si deve riprendere dalla batosta umbra, è lì che si interroga se l’alleanza con i grillini sia la meno peggio o il male assoluto, e il nuovo Riformista cosa fa? Ti pugnala subito al fianco esposto, come a dire: «E gli immigrati? Non ci tenevi così tanto? Ora te ne fotti, eh?».

Per capire da dove nasca tutto ciò basta guardare il nome del direttore della nuova testata: Piero Sansonetti, l’eterno, già Unità, già Liberazione, già Gli Altri, già Cronache del Garantismo, già il Dubbio. Già, Sansonetti. Chi ha lavorato con lui ne parla bene, ma subito sospira: «chi accetta spera sempre che sia la volta buona, che questa volta duri», anche se poi non dura mai. E non dura perché lui, Piero, il compagno Piero, ad un certo punto si scazza, si stufa, non riesce a stare quieto, rovescia il tavolo. A Gli Altri, per dire, l’editore gli ha cambiato le serrature, mentre a Il Dubbio – redazione meravigliosa in Via del Governo Vecchio a Roma, pieno centro storico, palazzi nobili, posizione sicura – è finita con un editoriale in cui sbatteva la porta citando Gabriel Garcia Marquez, Mitterand e pure Dreyfuss, bruciando sul tempo Polanski.

Va detto che l’uomo non si risparmia, anzi: se c’è da offrire il petto per le sue idee lui c’è. Come quando chiamò a collaborare l’ex br Paolo Persichetti, o come quando in tutte le redazioni e i salotti de sinistra si scatenò un putiferio per le sue opinioni su Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Gli piace lo sdoganamento, il contro canto, il contro corrente: e allora eccolo al fianco della Perina, in difesa del direttorissimo Minzolini, oppure tra i primi a considerare Casapound un interlocutore.

Perché la guerra di Piero non è tragica, non c’è nessun vento che gli sputa in faccia la neve: la guerra di Piero è baldanzosa e gajarda, e ha un nome solo: garantismo. La sua kryptonite sono i manettari, i giustizialisti, Travaglio, che infatti detesta, ricambiato. Però mentre la sinistra perdeva voti e spazi politici il soldato Piero è stato il primo a varcare le trincee avversarie: chi, quando ha cominciato lui, sarebbe andato ospite nei talk di Mediaset? Chi sarebbe andato persino da Barbara D’Urso a lottare duro in parterre da palati forti? Nessuno: all’epoca tra quelli di sinistra non ci andava nessuno, solo Piero. Poi sono arrivati gli altri, ora sono arrivati tutti.

Così rieccolo qui, anche stamattina, all’esordio con la testata già diretta da Antonio Polito che negli anni Dieci ha lanciato la meglio gioventù giornalistica di area: Cappellini, Labate, Cundari, Luca Mastrantonio, Puca, D’Esposito, Anna Meldolesi, e pure Andrea Scanzi. E, sorpresa, a mettergli la prima medaglia in petto quando il giornale era ancora caldo nelle edicole, è arrivato pure il Capitano, che stamattina ha twittato: «Grazie Vauro, Chef Rubio, Sansonetti, Saviano, Fazio e kompagni vari, se non ci foste bisognerebbe inventarvi».

Così apriamolo il nuovo Riformista, edito dall’avvocato Alfredo Romeo; e già basterebbe questo, l’accoppiata Sansonetti – Romeo, per scatenare l’inferno (che infatti c’è stato). Il giornale riserva anche di meglio, a cominciare dal fotoromanzo (sì, proprio le foto con i fumetti, come in Bolero) dove però al posto di Franco Gasparri e Claudia Rivelli ci sono Marattin, Bonifazi e la Bellanova. Ma soprattutto c’è lei, Meb, sobriamente rinominata “Madonna Elena” sotto il titolo comunque ironico di “Alla corte d Leopoldo X”. E proprio Boschi è annunciata prossima collaboratrice del nuovo Riformista, anche se a titolo gratuito.

Ma non finisce qui: l’elettore di sinistra devastato dalla sconfitta umbra e mortificato dal titolo sui migranti di cui è accusato di fottersene, superato il fotoromanzo si ritrova subito una paginata di Paolo Guzzanti (e vabbè, scriveva pure su Repubblica), ma subito dopo anche una di Fabrizio Cicchitto (“Caro pd, torna al riformismo” dove servirebbe la citazione di Cieli Immensi di Patty Pravo: «Ma tu chi sei. Cosa vuoi») e poi un’articolessa di Armando Spataro, caso strano sul garantismo.

Pezzo forte: ecco Giovanni Minoli che ripropone un’intervista a Marguerite Yourcenar dove arriva un altro sganassone: «Umberto Eco? Un superficiale», apposto. A pagina 11 ecco finalmente la verità: la condirettrice di Piero è Debora Bergamini, deputata di Forza Italia (la Struttura Delta ecc.) e qui il crash è totale: ma quindi è il giornale della nazione? Il giornale del Nazareno? Chiude pure un pezzo di Bertinotti su Joker, vabbè. Alla fine, dunque, l’unica domanda per l’elettore di sinistra resta sempre la stessa, quella di Lenin: «che fare?».

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