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Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

La guerra baldanzosa di Piero Sansonetti

Sempre e a tutti costi controcorrente, torna con il nuovo Riformista a dirigere un quotidiano.

29 Ottobre 2019

Al termine dell’ennesimo incubo l’elettore di sinistra una mattina si è svegliato: ad aspettarlo non c’era l’invasor ma il nuovo Riformista di Piero Sansonetti. Come se non bastassero il governo giallo rosso e l’Umbria nero verde, da stamattina l’animula vagula blandula di sinistra si è trovata davanti ad un nuovo giornale (foliazione e redazione snella, in edicola cinque giorni a settimana, tiratura iniziale 15 mila copie): “Naufraghi: se non c’è più Salvini inutile salvarli..” è il titolo di apertura, per sfondare subito freudianamente il primo sentimento dell’elettore left oriented: il senso di colpa. Ma come? Uno ancora si deve riprendere dalla batosta umbra, è lì che si interroga se l’alleanza con i grillini sia la meno peggio o il male assoluto, e il nuovo Riformista cosa fa? Ti pugnala subito al fianco esposto, come a dire: «E gli immigrati? Non ci tenevi così tanto? Ora te ne fotti, eh?».

Per capire da dove nasca tutto ciò basta guardare il nome del direttore della nuova testata: Piero Sansonetti, l’eterno, già Unità, già Liberazione, già Gli Altri, già Cronache del Garantismo, già il Dubbio. Già, Sansonetti. Chi ha lavorato con lui ne parla bene, ma subito sospira: «chi accetta spera sempre che sia la volta buona, che questa volta duri», anche se poi non dura mai. E non dura perché lui, Piero, il compagno Piero, ad un certo punto si scazza, si stufa, non riesce a stare quieto, rovescia il tavolo. A Gli Altri, per dire, l’editore gli ha cambiato le serrature, mentre a Il Dubbio – redazione meravigliosa in Via del Governo Vecchio a Roma, pieno centro storico, palazzi nobili, posizione sicura – è finita con un editoriale in cui sbatteva la porta citando Gabriel Garcia Marquez, Mitterand e pure Dreyfuss, bruciando sul tempo Polanski.

Va detto che l’uomo non si risparmia, anzi: se c’è da offrire il petto per le sue idee lui c’è. Come quando chiamò a collaborare l’ex br Paolo Persichetti, o come quando in tutte le redazioni e i salotti de sinistra si scatenò un putiferio per le sue opinioni su Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. Gli piace lo sdoganamento, il contro canto, il contro corrente: e allora eccolo al fianco della Perina, in difesa del direttorissimo Minzolini, oppure tra i primi a considerare Casapound un interlocutore.

Perché la guerra di Piero non è tragica, non c’è nessun vento che gli sputa in faccia la neve: la guerra di Piero è baldanzosa e gajarda, e ha un nome solo: garantismo. La sua kryptonite sono i manettari, i giustizialisti, Travaglio, che infatti detesta, ricambiato. Però mentre la sinistra perdeva voti e spazi politici il soldato Piero è stato il primo a varcare le trincee avversarie: chi, quando ha cominciato lui, sarebbe andato ospite nei talk di Mediaset? Chi sarebbe andato persino da Barbara D’Urso a lottare duro in parterre da palati forti? Nessuno: all’epoca tra quelli di sinistra non ci andava nessuno, solo Piero. Poi sono arrivati gli altri, ora sono arrivati tutti.

Così rieccolo qui, anche stamattina, all’esordio con la testata già diretta da Antonio Polito che negli anni Dieci ha lanciato la meglio gioventù giornalistica di area: Cappellini, Labate, Cundari, Luca Mastrantonio, Puca, D’Esposito, Anna Meldolesi, e pure Andrea Scanzi. E, sorpresa, a mettergli la prima medaglia in petto quando il giornale era ancora caldo nelle edicole, è arrivato pure il Capitano, che stamattina ha twittato: «Grazie Vauro, Chef Rubio, Sansonetti, Saviano, Fazio e kompagni vari, se non ci foste bisognerebbe inventarvi».

Così apriamolo il nuovo Riformista, edito dall’avvocato Alfredo Romeo; e già basterebbe questo, l’accoppiata Sansonetti – Romeo, per scatenare l’inferno (che infatti c’è stato). Il giornale riserva anche di meglio, a cominciare dal fotoromanzo (sì, proprio le foto con i fumetti, come in Bolero) dove però al posto di Franco Gasparri e Claudia Rivelli ci sono Marattin, Bonifazi e la Bellanova. Ma soprattutto c’è lei, Meb, sobriamente rinominata “Madonna Elena” sotto il titolo comunque ironico di “Alla corte d Leopoldo X”. E proprio Boschi è annunciata prossima collaboratrice del nuovo Riformista, anche se a titolo gratuito.

Ma non finisce qui: l’elettore di sinistra devastato dalla sconfitta umbra e mortificato dal titolo sui migranti di cui è accusato di fottersene, superato il fotoromanzo si ritrova subito una paginata di Paolo Guzzanti (e vabbè, scriveva pure su Repubblica), ma subito dopo anche una di Fabrizio Cicchitto (“Caro pd, torna al riformismo” dove servirebbe la citazione di Cieli Immensi di Patty Pravo: «Ma tu chi sei. Cosa vuoi») e poi un’articolessa di Armando Spataro, caso strano sul garantismo.

Pezzo forte: ecco Giovanni Minoli che ripropone un’intervista a Marguerite Yourcenar dove arriva un altro sganassone: «Umberto Eco? Un superficiale», apposto. A pagina 11 ecco finalmente la verità: la condirettrice di Piero è Debora Bergamini, deputata di Forza Italia (la Struttura Delta ecc.) e qui il crash è totale: ma quindi è il giornale della nazione? Il giornale del Nazareno? Chiude pure un pezzo di Bertinotti su Joker, vabbè. Alla fine, dunque, l’unica domanda per l’elettore di sinistra resta sempre la stessa, quella di Lenin: «che fare?».

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