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Il Grande Gatsby diventerà una serie tv

Otto anni dopo il film con Leonardo DiCaprio diretto da Baz Luhrmann e quasi 100 anni dopo la sua prima pubblicazione (nel 1925), Il grande Gatsby è pronto per l’ennesimo adattamento. Come ha annunciato l’Hollywood Reporter, A + E Studios e ITV Studios America stanno collaborando con lo scrittore Michael Hirst (Elizabeth, The Tudors, Vikings) per una serie tv ad alto budget basata sul romanzo di F. Scott Fitzgerald. Blake Hazard, pronipote di Scott e Zelda Fitzgerald e amministratore del Fitzgerald estate sarà il produttore consulente. Alcune fonti affermano che A + E Studios detiene i diritti del romanzo dai tempi del film tv del 2000 con Paul Rudd nei panni di Nick Carraway, Toby Stephens nei panni di Jay Gatsby e Mira Sorvino nei panni di Daisy.

Come sottolinea Vulture, il Gatsby di Hirst sarà molto diverso da quello che abbiamo conosciuto nell’adattamento del 2013: nelle parole di Hirst, la miniserie intende esplorare «la comunità nera di New York negli anni ’20 così come la sottocultura musicale, scavando più a fondo nelle vite nascoste dei suoi personaggi attraverso la lente moderna di un sogno americano frammentato». Così lo sceneggiatore ha descritto il suo legame speciale con il romanzo: «Mi sembra di aver vissuto con Gatsby per la maggior parte della mia vita, leggendolo prima da studente, poi insegnandolo a Oxford negli anni ’70 e poi rileggendolo periodicamente da allora. Come scrisse una volta il critico Lionel Trilling: “Il Grande Gatsby è ancora fresco come quando è apparso per la prima volta, ha persino guadagnato peso e rilevanza”. Oggi, mentre l’America cerca di reinventarsi ancora una volta, è il momento perfetto per guardare con nuovi occhi a questa storia senza tempo, per esplorare i suoi personaggi  attraverso la lente moderna del genere, della razza e dell’orientamento sessuale. La visione profondamente romantica di Fitzgerald non gli impedisce di esaminare ed esporre il ventre più oscuro dell’esperienza americana, motivo per cui la storia parla sia di tragedia che di speranza, e continua a risuonare ancora oggi».