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Secondo Henry Kissinger, ChatGPT potrebbe causare l’apocalisse
Chissà cosa deve aver detto ChatGPT a Henry Kissinger per portare l’ex Segretario di Stato americano a vedere nelle risposte di un chatbot l’annuncio dell’apocalisse che verrà. Forse Kissinger ha chiesto a ChatGPT un’opinione sulla storia recente del continente sudamericano e sul coinvolgimento degli Stati Uniti nelle vicende di diversi Paesi latini? Non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che il 99enne Kissinger ha sentito il bisogno, il dovere, l’impellenza di avvisare al mondo del pericolo posto da un’intelligenza artificiale incapace di compiere elementari operazioni aritmetiche: «Le intelligenze artificiali pongono sfide pratiche e filosofiche che l’umanità non affronta dai tempi del Rinascimento», ha spiegato Kissinger in un op-ed pubblicato sul Wall Street Journal.
Nel lungo e denso editoriale, Kissinger si avventura in paragoni tra l’arrivo dell’intelligenza artificiale e la diffusione di altre tecnologie che hanno cambiato il modo in cui gli umani esperiscono il mondo dentro e attorno a loro (uno su tutti: la stampa a caratteri mobili). Per qualche ragione, però, a un certo punto, piuttosto bruscamente, il think piece kissingeriano prende una piega mistico-apocalittica. Dobbiamo iniziare a preoccuparci, ammonisce Kissinger, di possibili sette tecno-reazionarie che potrebbero cominciare ad adorare le IA come divinità pagane e far regredire il mondo ai tempi delle guerre di religione. Dobbiamo iniziare a preoccuparci, intima Kissinger, di come l’uso e l’abuso delle intelligenze artificiali potrebbero cambiare la natura umana nella sua essenza e trasformarci in una specie nuova, un inquietante ibrido biotecnologico. Senza considerare il pericolo per la democrazia, fin qui così ben custodita e amorevolmente protetta dagli esseri umani.
Come fare a salvare il mondo da se stesso, come possiamo evitare di consegnare la Terra alle macchine? Nemmeno Henry Kissinger, nella sua infinita saggezza, conosce la risposta. Però ha già pensato a un nome per la prossima fase dell’evoluzione umana: Homo technicus, si chiama. Prima che la trasformazione dell’essere umano si realizzi, scrive l’ex Segretario di Stato, dobbiamo rispondere alla domanda che definisce quest’epoca più di tutte le altre: qual è lo scopo della nostra specie? In attesa che Kissinger ci fornisca una risposta, si potrebbe chiedere a ChatGPT.