Il creatore di Succession torna con un film in cui racconta un quartetto di tech bro ricchi, stupidi e crudeli. Ma non così interessanti.
Ad Harvard hanno scoperto che la loro copia della Magna Carta in realtà è un originale
Un documento dal valore inestimabile che l'università ha acquistato nel 1946 per la modestissima cifra di 27 dollari.

Per ottant’anni, negli archivi dell’università di Harvard è stata conservata una copia della Magna Carta che però non era una copia. Comprata per 27,60 dollari nel 1946, si è scoperto adesso che la Magna Carta di Harvard risale addirittura al XIV secolo, è una versione approvata dal re Enrico I di cui solo sette “copie” (usiamo le virgolette per sottolineare il fatto che sì, tecnicamente è una copia, ma una copia vecchia di sette secoli) sono arrivate fino a noi.
Per la fortunata scoperta, l’università deve ringraziare David Carpenter, professore di Storia medievale del King’s College di Londra, che si è imbattuto nel documento mentre conduceva delle ricerche online nella biblioteca digitale di Harvard. Nonostante fosse stata archiviata come una copia recente della Magna Carta del 1327, leggendola Carpenter si è insospettito: gli era già capitato di vedere versioni originali e questa somigliava moltissimo a una di quelle. Ha deciso dunque di sottoporre il documento a una serie di test, assieme al collega medievista Nicholas Vincent, ordinario presso la University of East Anglia. I due hanno analizzato il documento parola per parola, hanno notato diverse peculiarità sospette (il modo in cui erano scritte la prima e le d del nome Edwardus, per esempio) e alla fine sono giunti alla conclusione: quella che avevano davanti era una Magna Carta originale.
Com’è possibile che un tesoro del genere venga confuso con una copia e venduto per 27,60 dollari, vi starete giustamente chiedendo? Lo ha spiegato Vincent al Guardian: «È successo nel 1945. Erano tutti un po’ stanchi, in quel periodo». Erano molto stanchi i proprietari del negozio di libri londinese Sweet & Maxwell, che hanno venduto il documento a Harvard per quella cifra che oggi sappiamo essere ridicola. Dettaglio che rende il tutto ancora più tragicomico: Sweet & Maxwell ci hanno pure perso 15 dollari circa, visto che avevano acquistato la “copia” da un pilota della Raf per 42 dollari pochi mesi prima. Ora aspettiamo di sapere il risultato della nuova valutazione economica e speriamo che di questa storia non venga mai a saperne nulla la persona che vendetta una Magna Carta originale per nemmeno 30 dollari.

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.