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Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.

La caccia alle balene dell’Ottocento spiega la pubblicità online di oggi

21 Giugno 2016

Alcuni professori della Harvard Business School sostengono che sia necessario insegnare agli studenti alcuni aspetti collegati alla caccia delle balene. I docenti Thales Teixeira e David Bell hanno posto un problema ai loro alunni: chi possiede i diritti sull’olio estratto da una balena arpionata da più di una nave? Il quesito fa riferimento a un caso avvenuto nel 1823, quando l’equipaggio della nave Atletico arpionò un capodoglio. Animali di queste dimensioni, apprezzati perché producono un unguento che non emette un odore forte quando bruciato, all’epoca erano considerati molto rari e notoriamente difficili da cacciare.

In genere la tecnica utilizzata consisteva nell’inseguire il cetaceo ferito fino a farlo stancare, per poi ucciderlo senza che opponesse resistenza. Al contrario l’Atletico perse le tracce della sua preda, e due giorni dopo la balena venne avvistata e arpionata nuovamente da un’altra imbarcazione, chiamata Botafogo, che però non riuscì a catturare il mammifero. Fu un terzo veliero, noto come Corinthian, che trovò e uccise definitivamente l’animale. Estraendo poi il grasso e l’ambra grigia, una sostanza prodotta dall’intestino dei capodogli utilizzata per la realizzazione di profumi, l’equipaggio della nave guadagnò una cifra che oggi corrisponderebbe a oltre 200 mila euro.

Whale Hunting

I capitani dei velieri che avevano precedentemente arpionato la balena, avvantaggiando così il Corinthian, protestarono per l’accaduto e portarono il caso davanti al giudice dell’isola di Nantucket. Le norme che disciplinavano di chi fosse l’effettiva proprietà di una balena arpionata erano molto complesse, tanto che lo scrittore statunitense Herman Melville nel suo Moby Dick vi dedicò un intero capitolo, e la questione si faceva ancor più intricata quando erano coinvolte più imbarcazioni.

La questione secondo il professor Teixeira si ricollegherebbe direttamente al settore della pubblicità online, dove è spesso difficile capire quale inserzione ha portato il cliente a effettuare un determinato acquisto. La pubblicità online non è violenta come la caccia alle balene, ma i problemi di attribuzione dei crediti possono essere altrettanto complessi: se un cliente viene a conoscenza di un prodotto da un annuncio su un sito, ma effettua un acquisto in base a ciò che ha visto su un altro, quale sito dovrebbe ricevere il credito? È un problema della pubblicità fruita tramite dispositivi mobile, dove i clienti sono esposti agli annunci ma meno propensi a fare acquisti attraverso i loro smartphone.

Beached Whale

Per affrontare la questione dell’attribuzione dei credits pubblicitari Facebook ha lanciato Offline Actions, uno strumento che ha l’obiettivo di aiutare gli inserzionisti nel capire se i loro annunci online stanno influenzando gli acquisti offline. Secondo quanto riporta la piattaforma eMarketer, che si occupa tra le altre cose di offrire dataset sul settore digitale, la pubblicità online dovrebbe raggiungere un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro il prossimo anno, superando l’importo relativo al mondo della televisione.

Sapere su quali canali funzionano e su quali invece è meglio non puntare, perciò, è un problema non da poco, ecco perché riuscire a risolvere il quesito sulla caccia alle balene proposto alla Harvard Business School può diventare molto utile per spiegare e capire il mercato pubblicitario contemporaneo.

In testata: la raffigurazione della cattura di un capodoglio nell’Oceano Pacifico, nel 1835 (foto di Hulton Archive/Getty Images). Nel testo: foto 1 − la raffigurazione di alcuni cacciatori di balene mentre arpionano un capodoglio, nel 1847 (foto di Hulton Archive/Getty Images); foto 2 − la raffigurazione di una balena spiaggiata, circa nel 1800 (foto di Hulton Archive/Getty Images).
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