Hype ↓
07:31 mercoledì 19 novembre 2025
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.
Per la prima volta è stata pubblicata la colonna sonora di Una mamma per amica In occasione del 25esimo anniversario della serie, su tutte le piattaforme è arrivata una playlist contenente i migliori 18 brani della serie.
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.

Green Border, l’Europa finisce a Varsavia

Il film di Agnieszka Holland racconta una rotta migratoria spesso ignorata dal racconto giornalistico, quella al confine tra Bielorussia e Polonia. E con le storie dei migranti respinti spiega lo sgretolamento del sogno europeo.

19 Febbraio 2024

Distribuito in Polonia a settembre dello scorso anno tra innumerevoli critiche del governo di Varsavia, Zielona Granica (Green Border) ha celebrato la migliore apertura per un film polacco nei cinema con 137 mila spettatori solo nel primo fine settimana; è in sala in Italia dall’8 febbraio. Il talento di Agnieszka Holland, da sempre dedita al racconto delle ingiustizie, si è forgiato nel cosiddetto cinema dell’inquietudine morale, con Krzysztof Zanussi come mentore. Dopo vari successi, tra cui il più celebre Europa Europa, con Green Border si spinge oltre: la regista 74enne di Varsavia torna a parlare della sua patria, sfruttando l’inquietudine per raccontare il presente che ci circonda. Esiste un dilemma morale – quello della mancata tutela migranti non bianchi – davanti al quale non è più possibile essere indifferenti.

Il film racconta del viaggio verso l’Europa di una famiglia di siriani, con tre figli piccoli, e un’insegnante afghana, Leila. Le speranze dei migranti si intrecciano con la storia e le inquietudini di un poliziotto di frontiera e con la battaglia di un gruppo di attivisti polacchi, che lotta contro un governo autoritario per far ottenere l’asilo politico ai migranti dispersi nelle foreste al confine tra Polonia e Bielorussia. Fin dai primi minuti, il destino dei protagonisti è appeso alle politiche migratorie europee sempre più stringenti, violente e indifferenti; il piano di raggiungere il confine polacco da Minsk per poi arrivare finalmente in Svezia è un fallimento.

Amina, la madre, è amorevole e cerca di mantenere il suo ruolo rassicurante anche in una situazione così paradossale; il nonno finge una sorta di normalità, e dopo la prima notte trascorsa nei boschi gelidi e paludosi del confine, prepara con cura il suo tappeto per la prima preghiera della giornata. I gesti della vita quotidiana di una famiglia normale sono destinati ad essere cancellati dall’angoscia di non avere diritto ad esistere. Il film è ambientato nella cosiddetta “zona di emergenza”, un pezzo di terra precluso agli attivisti e pattugliato dalle forze dell’ordine, un limbo in cui i personaggi sono un’arma per la propaganda del governo polacco e della Bielorussia di Lukashenko. Nelle foreste alle porte dell’Europa non hanno acqua, cibo o un caricatore per il telefono. La violenza delle guardie di frontiera, il razzismo verso i migranti non bianchi e l’assenza di una via d’uscita sicura mutano anche i ruoli familiari e le convenzioni sociali, saldi fino a quel momento.

Holland con il suo cinema racconta l’angoscia, concretizza in immagini la sospensione dello Stato di diritto alle porte dell’Europa; nessun bisogno di schierarsi politicamente in modo esplicito, nessuna rappresentazione del dolore superflua, la fotografia della realtà mette chi guarda davanti alla crisi umanitaria di una frontiera poco raccontata. Io capitano di Garrone ci racconta di un viaggio conosciuto, uno dei più pericolosi; l’opera di Holland colpisce ancora di più perché mostra gli aspetti più dolorosi della rotta balcanica, dove i boschi della frontiera sono disseminati di corpi senza vita.

Green Border non ha ricevuto alcun finanziamento dal governo polacco, e Holland non ha mai pensato di chiederne; sapeva che il film sarebbe stato rifiutato, a causa del soggetto trattato, rimanere indipendenti è stata una necessità. A Hollywood Reporter ha confessato di aver «girato praticamente di nascosto», ma di essere determinata a dire la verità, nonostante i pesantissimi attacchi ricevuti dalla politica e dall’opinione pubblica. Il film è stato definito addirittura “propaganda nazista” dai sostenitori della destra polacca.

Non è una storia di rivalsa né di rivincita. È il racconto buio di una catastrofe umanitaria in atto nel nostro continente, tanto elogiato per l’unione e la solidarietà tra i popoli: l’Europa come luogo di bellezza e di morte. Solo il cinema non documentaristico poteva raccontare il dramma che vivono i migranti in questo confine; secondo Holland, la finzione, se non è manipolativa ma onesta e diretta, può toccare il cuore e il cervello delle persone in un modo diverso. Un documentario, per quanto efficace, non può restituire il lavoro di empatia, di identificazione con l’altro. Solo la potenza delle immagini, con una storia verosimile, arriva a tanto. Canzone azzeccatissima, nonché unica del film, sul finale con “Mourir mille fois” del rapper francese Youssoupha, racconto di cosa vuol dire essere un migrante oggi: morire mille volte.

Articoli Suggeriti
La critica cinematografica è completamente cambiata con i social, ma non necessariamente in peggio

Il cinema italiano sta cambiando e sta cambiando il modo in cui viene raccontato. Ovviamente sui social, da figure che non sono proprio dei critici, ma che hanno una sempre maggiore rilevanza.

Ted Chiang, come mettere insieme i racconti e la fantascienza ed essere letti in tutto il mondo

Intervista con lo scrittore americano di culto, autore di "Storia della tua vita", il racconto da cui fu tratto Arrival, un caso editoriale straordinario per un racconto di "genere".

Leggi anche ↓
La critica cinematografica è completamente cambiata con i social, ma non necessariamente in peggio

Il cinema italiano sta cambiando e sta cambiando il modo in cui viene raccontato. Ovviamente sui social, da figure che non sono proprio dei critici, ma che hanno una sempre maggiore rilevanza.

Ted Chiang, come mettere insieme i racconti e la fantascienza ed essere letti in tutto il mondo

Intervista con lo scrittore americano di culto, autore di "Storia della tua vita", il racconto da cui fu tratto Arrival, un caso editoriale straordinario per un racconto di "genere".

In Twist, Colum McCann si è ispirato a Joseph Conrad per scrivere il Cuore di tenebra del colonialismo digitale

Lo abbiamo incontrato a Milano e con lui abbiamo parlato del suo nuovo romanzo, di cavi in fibra di vetro piazzati sul fondo del mare, di Leonardo DiCaprio, del Papa, di ChatGPT e di vini bianchi.

A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film

Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.

Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni

Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.

È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar

Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore.