Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk
Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.

L’editorialista del Washington Post Karen Attiah è stata licenziata per presunti riferimenti alla vicenda di Charlie Kirk. Nel suo profilo Bluesky, la giornalista ha fatto riferimento alla “retorica vuota” che denuncia la violenza senza essere seguita da azioni concrete. Uno dei suoi post affermava che parte di ciò che rende l’America così violenta è l’insistenza con cui certe persone sostengono uomini bianchi che diffondono messaggi di odio e violenza. Senza mai citare esplicitamente Kirk, ma facendo evidente riferimento, Attiah ha anche scritto che «non volersi stracciare le vesti e cospargermi il capo di cenere per un maschio bianco che diffondeva messaggi violenti non è la stessa cosa che essere violenti».
Come riporta Cnn, il Post, che sta riorganizzando l’intero dipartimento “Opinions”, si rifiuta di commentare qualsiasi questione coinvolga il proprio personale, al momento. Tuttavia, la biografia di Attiah sul sito è stata modificata indicandola come ex-editorialista (si legge “era”, un chiaro segnale). Lunedì (15 settembre) Attiah ha scritto in un post sul proprio profilo Substack spiegando come i suoi commenti abbiano ricevuto solo risposte moderate e “sensate”, e quasi nessuna reazione negativa, in nessuna delle piattaforme sulla quali è stato condiviso. Nello stesso post, l’ex editorialista scrive anche che il licenziamento non le impedirà di continuare a esprimere la sua opinione.
Come si legge poi nella pagina del sindacato dei giornalisti del Washington Post, il Washington Post Guild, il licenziamento sarebbe stato ingiusto in quanto la testata avrebbe ignorato le procedure disciplinari previste in questi casi e, cosa ritenuta ancora più grave, sarebbe così venuto meno al proprio ruolo della libertà di parola. Parallelamente, la PEN America (organizzazione che difende la libertà di stampa) ha espresso preoccupazione per i licenziamenti e sospensioni che hanno colpito diversi giornalisti a causa delle opinioni espresse sulla figura di Charlie Kirk dopo la sua morte. Questo, per PEN, rappresenta un precedente pericoloso che va a indebolire il dibattito pubblico in un momento in cui questo dibattito, è più necessario che mai.