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00:08 lunedì 22 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
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LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

George Clooney ha scritto un op-ed sul New York Times in cui dice a Biden di ritirarsi

11 Luglio 2024

Giovedì 4 luglio scrivevamo del Ceo di Netflix Reed Hastings e del suo appello a Joe Biden: ritirati per il bene tuo, del Partito democratico e del Paese, diceva Hastings. Sapevamo che il suo sarebbe stato solo il primo appello di questo tipo che l’industria culturale americana avrebbe rivolto a Biden. Nei giorni successivi a quell’ormai famigerato dibattito televisivo, Vulture ha pubblicato un pezzo in costante aggiornamento in cui si raccolgono i nomi di tutte le celebrity che fin qui hanno chiesto a Biden di ritirarsi: sono ancora poche, ma tra queste ci sono personaggi di notevole rilevanza come Stephen King e Rob Reiner. A questa lista si è appena aggiunto George Clooney: “I Love Joe Biden. But We Need a New Nominee”, così si intitola l’op-ed che l’attore ha scritto per il New York Times.

Il contenuto del pezzo lo si deduce facilmente dal titolo. Clooney racconta di aver incontrato Biden tre settimane fa a un fund-raiser e di non aver riconosciuto in quell’uomo il politico di lunghissimo corso né il vice Presidente dell’amministrazione Obama e nemmeno il candidato che ha stravinto le elezioni del 2020. In uno dei passaggi più duri dell’articolo, Clooney dice quello che in molti, nell’opinione pubblica e nel Partito democratico, sostengono: «Forse era stanco? Sì. Aveva il raffreddore? Forse. Ma i leader del nostro partito la devono smettere di dirci che 51 milioni di persone non hanno visto quello che hanno visto». Il riferimento è sempre al dibattito televisivo, e ai tentativi di una parte dei Democratici di ridurre il problema a una serata storta (tentativo portato avanti anche e soprattutto da Jill Biden) e di ribadire che non c’è alternativa alla candidatura Biden.

Ovviamente, l’articolo di Clooney non è allarmante in sé (anche se è chiarissimo segnale di una situazione già grave che non fa che aggravarsi, per Biden) ma per ciò che lascia dedurre. E, trattandosi di politica e nello specifico di politica americana, finiamo ovviamente a parlare di soldi: perdere l’appoggio di uno come Clooney significa perdere l’appoggio di un uomo capace di donare e raccogliere una considerevole parte dei milioni e milioni di dollari che al Partito democratico, e a Joe Biden, servono per vincere le elezioni. Quando Clooney scrive che «a novembre, con questo Presidente, non vinceremo», non fa soltanto una previsione, insomma.

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