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Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.

Un funerale in fase 2

Celebrato fuori dalla chiesa, con le mascherine e rispettando la distanza di sicurezza, è forse l'inizio di una nuova normalità.

13 Maggio 2020

Qualche giorno fa è mancata mia nonna, Albertina. 95 anni vissuti tutto sommato bene, da una donna che rappresentava l’archetipo della sua generazione: cucinava magnificamente senza aver mai seguito un cooking show, conduceva una vita mite, molto strutturata negli orari e apparentemente semplice ma con un passato travagliato. Era emigrata pure lei in Argentina nel 1949 in cerca di fortuna per poi tornare in Italia e vivere quel boom economico che non le aveva portato ricchezze ma, soltanto, una moderata agiatezza, un appartamento di proprietà a Savona e cibo in tavola per lei e i per i suoi due figli.

Quella di mia nonna è una storia terminata per cause pressoché naturali – il suo quadro clinico era compromesso da mesi – ma è degna di cronaca in quanto protagonista della storia recente per diversi motivi: Albertina è mancata all’inizio della fase 2 delle misure del governo per fronteggiare il Covid-19; era un’anziana che alloggiava in una RSA e aveva il Coronavirus. Che avesse il virus lo abbiamo scoperto solo dopo, visto che non aveva sintomi e le cause della morte erano chiaramente altre. Nell’RSA stava abbastanza bene – chi non sogna la propria casa a quell’età? – e vi alloggiava da soli tre mesi per ricevere attenzioni e cure continue. La struttura l’aveva scelta lei, in un bosco di acacia e pini marittimi, ed era in stanza con un’amica. La sentivamo costantemente al telefono. Negli ultimi giorni, lamentava la noia della quarantena, la mancanza di visite ma non ha subito nessun altro disservizio. Il Covid si era annidato anche lì, come in tutte le RSA del paese ma non ha avuto il tempo di farle del male: un paradosso amaro, tanto quanto il pensiero velato che, se fosse mancata solo qualche giorno prima, sarebbe stato molto peggio perché eravamo ancora nella delirante fase 1.

La fase 1: negli occhi abbiamo, e avremo per sempre, i camion militari di Bergamo e altre immagini anche troppo pulp nella narrazione della distopia di questi tempi. Ma questa era la fase 1 e, se è vero che la fase 2 la stiamo vivendo perché lo richiede l’economia, un cambiamento ingente ora c’è anche sulla vita sociale, sugli affetti, sulle liturgie. Molti non lo percepiscono ancora, forse neppure noi famigliari di Albertina quando, come neofiti della vita intera, ci siamo chiesti come avremmo fatto ad organizzare un funerale. Nessuno era più capace di organizzare alcunché qualsiasi cosa pensi di fare, prima devi guardare il Dpcm, telefonare in Comune, addirittura leggere le ultime news a riguardo su La Stampa e Il Secolo XIX, le uniche autorità giornalistiche riconosciute in Liguria.

Fatto sta che il funerale c’è stato, probabilmente uno dei primi da più di 50 giorni a questa parte. Il decreto dice che è consentita la partecipazione di solo 15 famigliari: noi eravamo in 9, più il prete. Tutto si è svolto davanti alla Chiesa, poco distante dal centro di Savona. Proprio davanti, non dentro. Il prete si è scusato subito, non ha termo-scanner o ammennicoli vari e la Chiesa è quindi inagibile. Utilizziamo così il sagrato, quel luogo in cui solitamente ho visto i più svogliati sostare a chiacchierare durante la messa di Natale. La strada diventa la navata principale, un ritrovo spirituale quasi tribale, con 10 persone in cerchio, ben distanziate, intorno a un feretro. Faceva caldo e qualcuno cercava vagamente l’ombra di un albero. A pochi metri c’è una strada trafficata a quattro corsie quindi la voce del prete si sentiva male, alcune parole erano incomprensibili per il passaggio di un camion o per il vociare di una coppia che usciva dal supermercato accorgendosi troppo tardi di ritrovarsi, con le buste della spesa in mano, nel bel mezzo di un funerale.

Siamo stati in piedi per non più di 10 minuti, avvolti nei rumori tuttavia confortanti della città che non permettono lo stesso raccoglimento della visione di un crocifisso davanti a un’abside ma hanno reso la funzione meno austera e comunque coinvolgente e c’è stato persino un minuto di raccoglimento sentito a causa delle condizioni emergenziali del momento. La forza viene  spesso dalla sottrazione, dalla ricerca filosofica dell’essenziale. Papa Francesco, il 27 marzo ha celebrato la Passione, da solo, in mezzo a una Piazza San Pietro deserta e plumbea. Noi, più semplicemente, eravamo in piedi, in mezzo ad una via trafficata, al caldo e al rumore e non ci sembrava una funzione che avesse qualcosa in meno di prima, né peggiore di prima. Eravamo appena entrati in una nuova normalità e ce ne siamo resi conto solo in quel momento. 

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