Francesco Vezzoli e il discorso dell’arte su Instagram

Con il progetto “Love Stories” dall'11 maggio l'artista si appropria della funzione sondaggio delle stories e dell'account della Fondazione Prada.

di Studio
07 Maggio 2020

Nella sua carriera artistica Francesco Vezzoli ha sempre utilizzato l’immaginario, i personaggi e la storia del pop come materie prime per creare le sue opere. “Capire il pop per capire il mondo” è il titolo che avevamo scelto per la conversazione con l’artista nato a Brescia nel 1971, un dialogo che faceva parte della cover story del numero invernale del 2018, in cui ci eravamo interrogati sul pop italiano e sul perché sembra che sia così difficile raccontarlo bene. Guia Soncini aveva provato a rispondere nell’articolo “Il problema dell’Italia con il pop“, suggerendo ulteriori domande: «La domanda è che fine abbia fatto il medio, quel medio che poi è il pop: non il prodotto culturalmente impresentabile, né quello di nicchia che piace agli intellettuali».

Anche se sono passati due anni, e il 2018 sembra già lontanissimo, riflettere sul rapporto tra cultura, arte e pop ha ancora senso, anzi, ne ha sempre di più, perché la pandemia ha costretto l’arte a comunicare sui social e in particolare su Instagram. L’unione tra Instagram e l’arte quindi non è più soltanto un modo per riflettere sui limiti e sulle dinamiche del social (come aveva fatto Amalia Ulman con il suo progetto Excellences and Perfections) o un modo per gli artisti di esprimersi coerentemente con il loro stile (come fa Cindy Sherman o come faceva Maurizio Cattelan): oggi, è piuttosto il punto di arrivo di un processo inevitabile, accelerato dall’epidemia di Coronavirus. Il social delle immagini ha inglobato l’arte, l’arte non può più permettersi di ignorarlo, e sembra che gli artisti stiano facendo le prove per imparare a sfruttarlo nel modo migliore, esplorandone le possibilità.

Basta osservare come si è parlato negli ultimi giorni della perfomance di Nico Vascellari, preceduta e ampiamente pubblicizzata sui social da un numeroso esercito di Vip e personaggi pop italiani – un dettaglio che ha infastidito alcuni – e poi realizzata su Instagram e YouTube (qui la nostra intervista all’artista) oppure, per fare un esempio negativo, dell’entusiasmo con cui è stato accolto il disegno recentemente pubblicato da Banksy sul suo profilo Instagram, un’illustrazione realizzata con lo scopo di celebrare gli infermieri che però non può certamente essere definita un’opera d’arte.

Dall’11 maggio la storia della conversazione tra l’arte, il pop e Instagram si arricchisce di un nuovo capitolo: con il progetto “Love Stories” Francesco Vezzoli si appropria delle strategie comunicative di Instagram e in particolare della funzione sondaggio delle stories. I follower di Fondazione Prada, e in più in generale gli utenti di Instagram, saranno invitati, story dopo story, a scegliere tra due possibili opzioni. L’indagine sarà composta da oltre 50 domande poste da Vezzoli e associate a immagini che creano cortocircuiti visivi e sottotesti interpretativi. I sondaggi di ogni settimana formeranno un nucleo tematico liberamente ispirato a un’aria tratta da opere liriche di compositori italiani come Vincenzo Bellini, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi, e dal Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart, in omaggio a Pasolini, che aveva usato questo brano musicale come commento sonoro per Comizi d’amore. Alla fine di ogni settimana i risultati dei sondaggi saranno commentati da una personalità del mondo del mondo della cultura, dell’arte, del giornalismo e della televisione. Attraverso un testo, un video o un altro contributo creativo ognuno di loro tenterà di decifrare le risposte, interpretare le disposizioni d’animo e le emozioni dei partecipanti.

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