Hype ↓
01:30 lunedì 8 dicembre 2025
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Forever blowing bubbles

Pallone e pop music: per gli inni delle loro squadre, in Inghilterra si mobilitano anche le rockstar

19 Dicembre 2011

Articolo apparso in origine sul numero 5 di Studio

In Inghilterra il patrimonio culturale e musicale “pop” non è roba con cui scherzare. La commistione di rimandi e citazioni tra cultura che qui da noi chiameremmo “alta” e popolare è una costante nel giornalismo anglosassone, per cui trovare un articolo sulla crescente criminalità giovanile della capitale che titola con “Town called malice” (primo singolo estratto da The Gift, album dei The Jam del 1982) non è una singolare eccezione alla norma.

Oltre a questo, altro ambito che gli inglesi prendono decisamente sul serio è il football (forse non come noi italians, che “perdiamo le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre”, o forse sono solo un po’ meno morbosi). E, semplicemente quanto pragmaticamente, sono riusciti a unire i due mondi – musicale e sportivo – creando una sorta di particolarissimo sub-genere di cui si discute animatamente nei pub virtuali (forum, communities che riuniscono tifosi della stessa squadra, ma anche anche siti di interesse calcistico generale) e verosimilmente in quelli reali. Il genere in questione è la entrance music, ovvero la colonna sonora che accompagna la squadra di casa nel momento dell’entrata nello stadio, appena prima del fischio d’inizio. Abbiamo imparato a conoscere e considerare quasi familiari alcuni inni ufficiali entrati nella storia, dal You’ll Never Walk Alone del Liverpool a Forever Blowing Bubbles del West Ham United, ma anche il Blue Moon del Manchester City o il Glory Glory Man United dei loro cugini più vincenti. La scelta della entrance music è importante, deve creare empatia tra il giocatore e il tifoso, deve annichilire nell’animo l’avversario e caricare, viceversa, i padroni di casa. È però necessario che si adatti alla tradizione e all’immaginario della squadra di riferimento, vuoi per la fede (calcistica, s’intende, ma non solo, come vedremo più avanti) professata dall’artista scelto, vuoi per qualche corso o ricorso storico, geografico o para-politico. Un inno, a differenza di un diamante ma al pari invece di molte bandiere calcistiche, non è però per sempre. I tifosi possono bocciare la scelta del club così come possono richiamare a gran voce un brano non più in uso. E non capita di rado che, nella stessa partita, vengano usate più entrance songs, sia all’inizio della gara sia nell’intervallo tra primo e secondo tempo.

Nella costellazione calcistica inglese, così fascinosa dalla Premier League alle divisioni regionali, sono spesso le squadre meno blasonate a realizzare le più curiose scelte di pop music, talvolta azzeccate talvolta clamorosamente toppate. Una delle più celebri e tutt’ora apprezzate – fors’anche per motivi scaramantici – fu il singolo “Right here, right now” di Fatboy Slim che apriva le partite dell’Arsenal, colonna sonora degli Invincibles, quell’undici (con Thierry Henry e Robert Pires a trascinare) che stravinse la Premier League nel 2004. Lo Stoke City, in compagnia della nazionale di rugby gallese, lancia i giocatori con Delilah di Tom Jones, anche se uno catino di entusiasti suooprters che cantilenano “why why why Delilah” non sembra l’ideale per lanciarsi a testa bassa verso una vittoria. Simile scelta per il Darlington, che si affida a Where the streets have no name degli U2, o per il Newcastle con la soporifera Local Hero di Mark Knopfler. Strizza l’occhio all’indie il Man City, che affianca l’inno ufficiale a pezzi del calibro di Insomnia (Faithless) o Spread Your Love (Black Rebel Motorcycle Club). Altre stravaganze non sono difficili da rintracciare, si va da Born Slippy suonata per il Nott Forest ai Carmina Burana impiegati, tra le altre, dal Fulham (il quale utilizzò anche London Calling, tutt’ora rimpianta da molti fans). E tra una Simply the best per i Rangers (a volte affiancata alla sobria e discreta Rule Britannia) e un Boys are back in town (Thin Lizzy) per lo Stevenage Borough, il primo premio è tutto del Carlisle United: nientemeno che i Madness hanno registrato una versione di One step beyond tutta dedicata ai rossoblu. Il celebre inizio “Hey you, don’t watch that, watch this” nella versione calcistica termina con “Carlisle United at Brunton Park. One step beyond!”

Photo by Ben Hoskins/Getty Images

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.