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18:54 domenica 15 giugno 2025
Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Forever blowing bubbles

Pallone e pop music: per gli inni delle loro squadre, in Inghilterra si mobilitano anche le rockstar

19 Dicembre 2011

Articolo apparso in origine sul numero 5 di Studio

In Inghilterra il patrimonio culturale e musicale “pop” non è roba con cui scherzare. La commistione di rimandi e citazioni tra cultura che qui da noi chiameremmo “alta” e popolare è una costante nel giornalismo anglosassone, per cui trovare un articolo sulla crescente criminalità giovanile della capitale che titola con “Town called malice” (primo singolo estratto da The Gift, album dei The Jam del 1982) non è una singolare eccezione alla norma.

Oltre a questo, altro ambito che gli inglesi prendono decisamente sul serio è il football (forse non come noi italians, che “perdiamo le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre”, o forse sono solo un po’ meno morbosi). E, semplicemente quanto pragmaticamente, sono riusciti a unire i due mondi – musicale e sportivo – creando una sorta di particolarissimo sub-genere di cui si discute animatamente nei pub virtuali (forum, communities che riuniscono tifosi della stessa squadra, ma anche anche siti di interesse calcistico generale) e verosimilmente in quelli reali. Il genere in questione è la entrance music, ovvero la colonna sonora che accompagna la squadra di casa nel momento dell’entrata nello stadio, appena prima del fischio d’inizio. Abbiamo imparato a conoscere e considerare quasi familiari alcuni inni ufficiali entrati nella storia, dal You’ll Never Walk Alone del Liverpool a Forever Blowing Bubbles del West Ham United, ma anche il Blue Moon del Manchester City o il Glory Glory Man United dei loro cugini più vincenti. La scelta della entrance music è importante, deve creare empatia tra il giocatore e il tifoso, deve annichilire nell’animo l’avversario e caricare, viceversa, i padroni di casa. È però necessario che si adatti alla tradizione e all’immaginario della squadra di riferimento, vuoi per la fede (calcistica, s’intende, ma non solo, come vedremo più avanti) professata dall’artista scelto, vuoi per qualche corso o ricorso storico, geografico o para-politico. Un inno, a differenza di un diamante ma al pari invece di molte bandiere calcistiche, non è però per sempre. I tifosi possono bocciare la scelta del club così come possono richiamare a gran voce un brano non più in uso. E non capita di rado che, nella stessa partita, vengano usate più entrance songs, sia all’inizio della gara sia nell’intervallo tra primo e secondo tempo.

Nella costellazione calcistica inglese, così fascinosa dalla Premier League alle divisioni regionali, sono spesso le squadre meno blasonate a realizzare le più curiose scelte di pop music, talvolta azzeccate talvolta clamorosamente toppate. Una delle più celebri e tutt’ora apprezzate – fors’anche per motivi scaramantici – fu il singolo “Right here, right now” di Fatboy Slim che apriva le partite dell’Arsenal, colonna sonora degli Invincibles, quell’undici (con Thierry Henry e Robert Pires a trascinare) che stravinse la Premier League nel 2004. Lo Stoke City, in compagnia della nazionale di rugby gallese, lancia i giocatori con Delilah di Tom Jones, anche se uno catino di entusiasti suooprters che cantilenano “why why why Delilah” non sembra l’ideale per lanciarsi a testa bassa verso una vittoria. Simile scelta per il Darlington, che si affida a Where the streets have no name degli U2, o per il Newcastle con la soporifera Local Hero di Mark Knopfler. Strizza l’occhio all’indie il Man City, che affianca l’inno ufficiale a pezzi del calibro di Insomnia (Faithless) o Spread Your Love (Black Rebel Motorcycle Club). Altre stravaganze non sono difficili da rintracciare, si va da Born Slippy suonata per il Nott Forest ai Carmina Burana impiegati, tra le altre, dal Fulham (il quale utilizzò anche London Calling, tutt’ora rimpianta da molti fans). E tra una Simply the best per i Rangers (a volte affiancata alla sobria e discreta Rule Britannia) e un Boys are back in town (Thin Lizzy) per lo Stevenage Borough, il primo premio è tutto del Carlisle United: nientemeno che i Madness hanno registrato una versione di One step beyond tutta dedicata ai rossoblu. Il celebre inizio “Hey you, don’t watch that, watch this” nella versione calcistica termina con “Carlisle United at Brunton Park. One step beyond!”

Photo by Ben Hoskins/Getty Images

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