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02:27 giovedì 11 dicembre 2025
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.
La Casa Bianca non userà più il font Calibri nei suoi documenti ufficiali perché è troppo woke E tornerà al caro, vecchio Times New Roman, identificato come il font della tradizione e dell'autorevolezza.
La magistratura americana ha pubblicato il video in cui si vede Luigi Mangione che viene arrestato al McDonald’s Il video è stato registrate dalle bodycam degli agenti ed è una delle prove più importanti nel processo a Mangione, sia per la difesa che per l'accusa.
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui per gestire lo stress invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.

Ford ha brevettato un’auto che ti chiude fuori e ti abbandona se non paghi la rata

03 Marzo 2023

L’ultima frontiera del recupero crediti passa per un brevetto registrato il mese scorso da Ford negli Stati Uniti. Nome del brevetto: “Sistemi e metodi per rientrare in possesso di un veicolo”. Tradotto: l’azienda starebbe sviluppando nuove funzioni di cui dotare le automobili in futuro, funzioni che faciliterebbero la vita di, per esempio, una banca che vuole pignorare l’auto di un suo cliente in ritardo con il pagamento della rata del prestito che ha sottoscritto per acquistare suddetta auto. Nel brevetto sono elencate alcune di queste nuove, future, possibili funzioni: il cliente moroso potrebbe ritrovarsi incapace di accendere l’autoradio oppure l’aria condizionata. Nei casi di morosità grave, prolungata e/o reiterata, si potrebbe arrivare anche a misure estreme: le portiere della macchina si chiudono e non si riaprono più fino a quando il proprietario non ha sistemato la sua posizione creditizia. Le auto più tecnologicamente avanzate, quelle capaci di guida autonoma, potrebbero addirittura chiudere fuori il proprietario e abbandonarlo, tornandosene da sole al concessionario.

Stando a quanto scritto nel brevetto, però, i cattivi pagatori non hanno motivo di preoccuparsi: potranno continuare ad andare a lavoro guidando la loro macchina. I sistemi e i metodi di cui sopra permetterebbero di usare la macchina nei giorni feriali e in orario lavorativo. Nella migliore delle ipotesi, poi, attraverso un raffinato sistema di videocamere, telerilevamento e sensori ultrasonici, la macchina potrebbe addirittura essere capace di “attivarsi” nel caso in cui il proprietario percorra il tragitto che lo porta verso il luogo di lavoro e “disattivarsi” in caso di deviazioni verso luoghi di ricreazione. Con l’umanità che contraddistingue le multinazionali, Ford si è preoccupata anche di inserire un’eccezione nel caso in cui ci sia bisogno di raggiungere un ospedale (anche perché se il cattivo pagatore morisse il suo debito diventerebbe irrecuperabile).

Contattata da Ars Technica, l’azienda ha fatto sapere che non ha nessuna intenzione di sviluppare davvero nessuna di queste nuove funzioni. Ma allora perché avete registrato il brevetto, ha chiesto il giornalista Jonathan M. Gitlin. «Registriamo un sacco di brevetti, ma questo non vuol dire per forza che quei brevetti diventeranno nuovi prodotti», la convincentissima risposta.

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