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23:36 lunedì 3 novembre 2025
L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.

Folklore in stile Gop

La bionda famiglia di Paul Ryan, i delegati che sembrano usciti da un country club: una sera a Tampa

30 Agosto 2012

Tampa – Due barboni dormono tranquilli sulle panchine lungo Florida Avenue, appena fuori dalle barriere che proteggono il Tampa Bay Times Forum. Poco distante, all’ingresso del palazzetto, una decina di venditori ambulanti vende cianfrusaglie elettorali. Magliette, spille, fumetti o adesivi, tutti con il nome di Mitt Romney, il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. I lunghi tendoni bianchi che conducono al Forum traboccano di gente e di vapore spruzzato per rinfrescare.

L’aria è bollente. Pittoreschi delegati cominciano a uscire dal palazzetto, diretti verso il proprio albergo. All’interno del Forum una tipica famiglia del midwest americano saluta il pubblico. I tre figli sono biondi e felici, orgogliosi del padre. La madre è altrettanto bionda, con un vestito verde, gli occhi lucidi e le guance rigate dal pianto. È commossa. Suo marito, che saluta il pubblico con una mano, ha appena accettato la nomination repubblicana come vice di Romney. Suo marito è il deputato del Wisconsin Paul Ryan, il protagonista della seconda notte di questa convention repubblicana. Era l’uomo più atteso, quello che ha ridato energia a un partito conservatore in cerca di leader. La sua nomina è arrivata, a sorpresa, quasi tre settimane fa, e da allora Ryan ha contribuito a consolidare il partito attorno a un candidato mai accettato dalla base.

Ryan è il frutto di una scelta forte e sorprendente da parte dell’ex governatore del Massachusetts e per questo accetta la nomination con lo spirito del cacciatore di taglie. Colpisce Obama duramente, come da tradizione per i candidati alla vicepresidenza che spesso sferrano colpi al partito avverso. Attacca e promette un’America migliore, un’economia in ripresa.

Nel frattempo sul floor della convention i delegati del Michigan ballano sulle note della Motown. Una signora di Lansing sfoggia le unghie dipinte con lo stemma della campagna di Romney. In sala le delegazioni sono vestite a tema. I rappresentanti del Montana hanno tutti un giacchetto di jeans senza maniche, quelli di Portorico un cappello di paglia intrecciata a mano, quelli del Texas hanno un costume diverso per ogni sera, ma sempre i cappelli da cowboy. Un ragazzo dell’Alabama sembra appena uscito da un country club del sud e i delegati della Samoa Americana danzano sul blues suonato dall’orchestra alla sinistra del palco.

La delegazione dell’Arizona è guidata dalla governatrice Jan Brewer, grande nemica di Obama che arrivò a minacciare sulla pista di un aeroporto. Assiste in prima fila alla convention. “Romney ha l’esperienza politica per aver governato in Massachusetts”, spiega dal floor, “ha avuto grande successo in finanza raggiungendo il sogno americano, e adesso ha scelto un magnifico vicepresidente, un guru del budget”. Mentre attacca Obama, Ryan promette una gestione severa e rigida del budget federale e dodici milioni di posti di lavoro in quattro anni. È un candidato fortemente conservatore, di quelli che piacciono nel cuore dell’America.

Spinge Romney verso destra, alla conquista di voti che potrebbe però lasciarsi sfuggire al centro. Il suo discorso parte lento, impacciato. Fatica a leggere il teleprompter. Poi però si sblocca, racconta la sua vita, dalla morte del padre quando aveva appena sedici anni, alla piccola impresa creata dalla madre per sopravvivere. Alterna ricordi, battute e duri attacchi al presidente. Finisce in trionfo, contestato a sinistra da chi lo accusa di aver detto menzogne, coccolato a destra da chi spera di aver trovato l’uomo giusto per andare in battaglia. E novembre è sempre più vicino.

(Photo credit: STAN HONDA/AFP/GettyImages)

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