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17:36 lunedì 27 ottobre 2025
La nuova traduzione di Einaudi del titolo del racconto Le metamorfosi di Kafka sta facendo discutere Il racconto in cui il protagonista Gregor Samsa si risveglia nel corpo di un insetto infestante adesso si chiama in un altro modo.
Alle presidenziali in Irlanda ha vinto Catherine Connolly, un’outsider totale psicanalista e propal Convinta antimilitarista e pacifista, durante la campagna elettorale ha ricevuto anche l’endorsement del celebre gruppo dei KneeCap.
È morto Björn Andrésen, «il ragazzo più bello del mondo» diventato famoso per Morte a Venezia L’attore svedese aveva settant’anni e per tutta la vita ha lottato con la difficile eredità del film di Luchino Visconti.
I ladri del Louvre sono stati catturati anche perché hanno lasciato indietro un sacco di indizi, tra cui dei guanti, un casco, un gilet, una fiamma ossidrica e un walkie-talkie Un sospettato è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di partire per l'Algeria, l'altro mentre si preparava a partire per il Mali.
Da quando è uscito “The Fate of Ophelia” di Taylor Swift sono aumentate moltissimo le visite al museo dove si trova il quadro che ha ispirato la canzone Si tratta del Museum Wiesbaden, si trova nell’omonima città tedesca ed è diventato meta di pellegrinaggio per la comunità swiftie.
Yorgos Lanthimos ha detto che dopo Bugonia si prenderà una lunga pausa perché ultimamente ha lavorato troppo ed è stanco Dopo tre film in tre anni ha capito che è il momento di riposare. Era già successo dopo La favorita, film a cui seguirono 5 anni di pausa.
Al caso del furto al Louvre adesso si è aggiunto uno stranissimo personaggio che forse è un detective, forse un passante, forse non esiste È stato fotografato davanti al museo dopo il colpo, vestito elegantissimamente, così tanto che molti pensano sia uno scherzo o un'immagine AI.
L’azienda che ha prodotto il montacarichi usato nel colpo al Louvre sta usando il furto per farsi pubblicità «È stata un'opportunità per noi di utilizzare il museo più famoso e più visitato al mondo per attirare un po' di attenzione sulla nostra azienda», ha detto l'amministratore delegato.

La censura online in Russia somiglia sempre più a quella cinese

01 Settembre 2016

Quest’estate la Duma russa ha approvato una legge che impone ai fornitori di servizi internet del Paese di memorizzare per sei mesi tutto il traffico web nazionale, comprese le chat, le email e i post sui social network privati. La legislazione inoltre permette di bloccare determinati siti senza previa approvazione di un tribunale, e secondo quanto riporta Bloomberg già centinaia di portali sarebbero stati oscurati; anche le informazioni personali, come i dati delle carte di credito, di conseguenza in Russia saranno molto più vulnerabili. L’ordinamento si affianca a una serie di restrizioni legate all’uso di internet comparse negli ultimi quattro anni, e i suoi sostenitori credono che possa proteggere la nazione da eventuali attacchi terroristici, tra le altre cose.

Nel frattempo è stata pubblicata in una sezione ad hoc del sito web del governo russo una petizione per rimuovere la legge: la raccolta firme è già arrivata a quota 100 mila adesioni, e anche il celebre whistleblower Edward Snowden, che vive in esilio in Russia, ha condannato l’ordinanza. Un’eventuale abrogazione è però improbabile, in quanto solo 2 petizioni su 13 sono state accolte a partire dal 2013, anno da cui esiste la sezione.

A girl watches Russian President Vladimi

Dall’altro lato però sarà molto complicato riuscire a mettere in pratica la legislazione: il costo per archiviare i dati del traffico internet russo, infatti, può superare i 35 miliardi di euro; inoltre il Paese avrebbe bisogno di oltre 50 milioni di terabyte di archivi difficili da reperire. In ogni caso, in aggiunta a tutto questo, il Cremlino non avrebbe né un software per analizzare una tale mole di dati, né sufficiente personale per interpretarli.

Un approccio simile era stato adottato circa sei anni fa in Cina col Golden shield project, un progetto di sorveglianza online che blocca i dati “scomodi” provenienti dall’estero. In molti credevano che questo grande firewall sarebbe durato poco, ma ad oggi i servizi di Google sono ancora bloccati nel Regno di mezzo, e così quelli di Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e di alcune delle più grandi testate di tutto il mondo, tra cui il New York Times

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