Attualità

Evil Genius e il tortuoso caso di Pizza-bomber

Il documentario Netflix parte da una delle prime morti in diretta tv e si perde tra incredibili personaggi legati da un complesso schema criminale.

di Luca D'Ammando

Evil Genius: The True Story of America's Most Diabolical Bank Heist

Evil Genius non è il classico prodotto del genere true-crime. O almeno, non solo. Il documentario in quattro puntate di Netflix, coprodotto dai fratelli Duplass, già dietro a Wild Wild Country, parte da un bizzarro fatto di cronaca – «La rapina più diabolica d’America», come recita il sottotitolo – salvo poi perdersi in un improbabile viaggio nella provincia statunitense, con un cast di personaggi reali in bilico tra follia, genialità e ottusità, come usciti da un film dei fratelli Coen.

Il racconto di Evil Genius parte il 28 agosto del 2003, a Erie, in Pennsylvania. Quella mattina Brian Wells, un fattorino porta-pizze di mezza età, rapina una banca con una bomba legata al collo attraverso un lucchetto, consegnando alla cassiera un biglietto con un lungo testo farneticante. Fermato dalla polizia subito dopo con ottomila dollari di bottino, Wells fa sapere agli agenti che la bomba gli era stata messa al collo «da un gruppo di neri» che gli avevano ordinato di rapinare una banca e seguire una lista dettagliata di compiti da svolgere, eseguiti i quali la bomba sarebbe stata disinnescata. Così Wells si ritrova ammanettato con il ticchettio dell’ordigno che si fa più incalzante e gli artificieri che tardano ad arrivare. Un’attesa interminabile e surreale – la polizia non crede che la bomba sia reale, d’altra parte meno dell’1% delle rapine avviene con un ordigno innescato – ripresa dalle telecamere arrivate sul posto. Finché la bomba esplode uccidendo Wells, che per i media diventerà presto “Pizza-bomber” (una delle prime morti in diretta tv).

Da qui gradualmente la vicenda porterà a scoprire un incredibile assortimento di emarginati e disturbati legati da un complesso schema criminale. A emergere su tutti sono Marjorie Diehl-Armstrong, la femme fatale bipolare che ha lasciato dietro di sé i cadaveri di tre ex compagni, e Bill Rothstein, l’innamorato deluso e frustrato con un quoziente intellettivo fuori dalla norma. Perché, in fondo, questa è anche una storia d’amore. Anche se più in generale le quattro puntate di Evil Genius formano una saga che coinvolge la morte, l’ossessione, la malattia e il rifiuto: tutti i pezzi di un puzzle che restituisce un’immagine incompleta di quanto realmente accaduto e per questo ancora più inquietante.

Un colpo in banca nato con l’intenzione di fare un po’ di soldi si trasforma in qualcosa di più complesso, una sorta di gioco maniacale con una caccia al tesoro in stile Saw (l’horror che casualmente veniva girato proprio in quel periodo), un cadavere nascosto in congelatore e marchingegni tecnologici artigianali e cospirazioni varie. Un gioco in cui tutti i componenti di questa banda di disgraziati si convincono di poter beffare la polizia, commettere un crimine facendola franca. Come in una rivisitazione di Nodo alla gola di Hitchcock (il cinema, ancora), in cui il concetto di bene e male viene relativizzato e la morale distorta a proprio piacimento.

Con filmati del processo, immagini di repertorio e interviste ad alcuni protagonisti della vicenda, il documentario racconta le complicate e a tratti disastrose indagini della polizia locale e dell’Fbi fino ad arrivare alla verità giudiziaria che lascia però aperte molte incognite. Parallelamente, Evil genius è anche il resoconto dell’inchiesta personale del filmaker Trey Borzillieri, co-regista insieme a Barbara Schroeder, che ha passato anni a studiare il caso, scovando testimoni chiave e intrattenendo un rapporto epistolare con Marjorie Diehl-Armstrong. È questa forse la parte più affascinante della docu-serie, quando la prospettiva cambia, lasciando l’evento della rapina in secondo piano, e inizia un viaggio nella testa di questa donna dipinta come malvagia manipolatrice, magnetica e capace di scatti d’ira e disprezzo per il genere umano.

Le lettere e poi gli audio delle telefonate e le immagini di una video-intervista aiutano solo a intuire la complessità della sua personalità senza però riuscire a svelarne i misteri. E forse è proprio qui che Evil Genius pecca, nell’incapacità di indagare fino in fondo come abbia fatto Diehl-Armstrong a passare dall’essere una giovane donna intelligente e ammirata a diventare una criminale oggi sepolta in una tomba senza nome. O meglio come un’ordinaria storia di successo americana sia diventata uno straordinario caso di delirio criminale.