Hype ↓
14:26 giovedì 15 maggio 2025

Ricordare Enzo Mari alla Triennale di Milano

La mostra ripercorre 60 anni di attività progettuale del grande designer morto il 19 ottobre.

19 Ottobre 2020

Nel corso della sua lunga carriera Enzo Mari (1932 – 19 ottobre 2020) ha continuamente, senza sosta e senza ripensamenti, provato a spiegare la realtà e ad immaginarne delle alternative. Ed è proprio in questi giorni che le sue opere sono esposte alla Triennale di Milano, nella mostra curata da Hans Ulrich Obrist con Francesca Giacomelli e fortemente voluta dal Presidente del museo Stefano Boeri e dalla direttrice artistica Lorenza Baroncelli, che ripercorre 60 anni di attività progettuale dal design alla grafica, dall’editoria all’arte del Maestro premiato nel 1967 con il primo Compasso d’Oro per le sue “ricerche individuali sul design” ed esposto nei più grandi musei del mondo.

Attraverso questo lungo percorso fatto di infiniti riferimenti culturali si percepisce non solo quanto Enzo Mari abbia messo le basi per tutto il design che è venuto dopo di lui, in Italia e nel mondo – basti pensare alla libreria Glifo realizzata negli anni ’70, facilmente montabile e smontabile, leggera ed economica, talmente avanti che la proposta di venderla nelle librerie non venne capita – ma anche quanto sia stato amato e ammirato. All’ingresso della mostra c’è un contributo inedito di Nanda Vigo che lasciò sorpreso lo stesso Presidente della Triennale, Stefano Boeri, per tanta generosità: i 16 animali e i 16 pesci, tra i lavori più celebri di Enzo Mari, reinterpretati attraverso la luce in un immenso affresco sospeso. Ma ci sono anche i contributi di Adelita Husni-Bey, Tacita Dean, Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher Solomon, Rirkrit Tiravanija, Danh Vō, oltre a Virgil Abloh (per il progetto di merchandising).

In fondo per Mari il design permeava tutta la sua vita. Il figlio Michele, che ha raccontato raramente nei suoi scritti il rapporto con il padre, camminava commosso tra le tante opere esposte, perché molte di quelle sono praticamente nate e cresciute insieme a lui. «Mio padre era solito farmi mettere mano alle sue creazioni. Moltissimi di questi oggetti mi ricordano la mia infanzia piena di stimoli sempre nuovi. Vedi quei vassoi? (le ciotole della “Proposta per la lavorazione a mano della porcellana”, nda). Ecco io ho fatto i prototipi con il pongo, sotto le indicazioni di mio padre».

La serie di libri La mela e la farfalla e L’uovo e la gallina scritti e composti con Iela Mari (la seconda moglie, Gabriela Ferrario, nda) e dedicati ai cicli della natura, esprimono in fondo proprio questa sua attenzione nei confronti dei bambini per aiutarli a capire e a scoprire la realtà del mondo che li circonda: nella prima edizione i volumetti  avevano le dimensioni di una mela, un’esperienza visiva diretta fin dalla prima pagina, comunicando il concetto di particolare che fa parte di un tutto più grande.

«Mari è un designer industriale, un disegnatore di mobili, un progettista di mostre, un artista, un autore di manifesti, un polemista celebre per le sue sfuriate contro il mondo del design», come ha detto Hans Ulrich Obrist. Una delle opere più polemiche si trova verso la fine del percorso e risale al 1987: è composta da tre lapidi su cui sono disegnate una croce, che allude a tutte le religioni monoteiste; una svastica che allude alla religione della merce (davanti alla quale sono poggiate, sopra la terra che ricopre la bara, alcune macchinine); e una falce e martello che allude a quella laica. Il titolo dell’opera è “Allegoria della morte”.

Articoli Suggeriti
Scene dal 14 maggio 1985, la prima e ultima volta degli Smiths in Italia

Quarant'anni dopo l'unico concerto della band in Italia, al Tendastrisce di Roma, è uscito un libro, Questa notte mi ha aperto gli occhi, su quell'irripetibile notte. Roberto Carvelli, l'autore, racconta i suoi ricordi di quell'evento.

Il tributo a David Lynch è stato il momento più toccante della cerimonia d’apertura di Cannes

Soprattutto grazie a "Confession", bellissima canzone a lui dedicata dall'amica Mylène Farmer.

Leggi anche ↓
Scene dal 14 maggio 1985, la prima e ultima volta degli Smiths in Italia

Quarant'anni dopo l'unico concerto della band in Italia, al Tendastrisce di Roma, è uscito un libro, Questa notte mi ha aperto gli occhi, su quell'irripetibile notte. Roberto Carvelli, l'autore, racconta i suoi ricordi di quell'evento.

Il tributo a David Lynch è stato il momento più toccante della cerimonia d’apertura di Cannes

Soprattutto grazie a "Confession", bellissima canzone a lui dedicata dall'amica Mylène Farmer.

La cerimonia d’apertura di Cannes si è conclusa con Quentin Tarantino che è impazzito

Prima si è messo a urlare, poi si è esibito in un plateale mic drop.

La sinistra deve ripartire da Andor

Si è appena conclusa una delle più discusse e apprezzate serie tv degli ultimi anni. Nata come ennesimo, innocuo spinoff di Star Wars, è diventata un'opera politica capace di parlare di antifascismo, rivoluzione e guerra.

La quarta stagione di The Bear arriverà su Disney+ il 25 giugno

E, secondo alcune indiscrezioni, questa stagione potrebbe essere anche l'ultima.

Grazie alla serie Netflix sono ripartite le ricerche sulla famiglia di Héctor G. Oesterheld, il desaparecido autore dell’Eternauta

I suoi nipoti, scomparsi 50 anni fa, potrebbero essere ancora vivi, hanno rivelato due associazioni.