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05:32 sabato 6 dicembre 2025
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Il primo turno delle elezioni in Romania l’ha vinto un semi-sconosciuto di estrema destra

25 Novembre 2024

Domenica 24 novembre in Romania si è tenuto il primo turno delle elezioni presidenziali: 9.4 milioni di persone – poco più del 52 per cento degli aventi diritto, a conferma che l’astensionismo è un fenomeno globale – sono andate a votare, il 22 per cento di queste hanno espresso la loro preferenza a favore di Calin Georgescu. La notizia ha sorpreso tutti i commentatori politici e gli addetti ai lavori: Georgescu è sì un politico di vecchia data (ha lavorato per il ministero dell’Ambiente e per il ministero degli Esteri rumeno, e più volte è stato proposto come Primo ministro da questo o quel partito) ma è anche un nome sconosciuto alla maggior parte dell’elettorato, nessuno si aspettava un risultato del genere. Senza considerare che si è anche candidato da indipendente, senza essere appoggiato da nessun partito.

E infatti, fino a un mese fa i sondaggi gli assegnavano percentuali di consenso irrisorie. Poi qualcosa è successo, e come spesso accade nessuno è ancora riuscito a capire esattamente cosa. C’è chi sostiene che a pagare siano state le posizioni fortissimamente anti-establishment di Georgescu. Per capirci: dopo aver votato, Georgescu ha scritto su Facebook di fare tutto quello che fa «per coloro che subiscono ingiustizie, per gli umiliati, per quelli che sentono di non contare nulla e invece contano più di tutti… Questo voto è una preghiera per la nazione». Altri sostengono che il suo successo, e il fatto che questo successo sia sfuggito ai commentatori politici, si spieghi con un’efficacissima campagna elettorale fatta soprattutto su TikTok.

Per farvi un’idea del programma politico di Georgescu (leggendo il suo vaghissimo programma non è affato semplice riuscirci), sappiate che ha messo in discussione il sostegno economico e militare all’Ucraina, ha definito Putin uno dei pochi, veri leader contemporanei e ha espresso tutta la sua ammirazione per le «capacità negoziali» di Orbán. Non a caso, Georgescu è considerato un esponente dell’estrema destra rumena, e infatti uno dei primi a congratularsi con lui per il risultato elettorale è stato un altro leader dell’estrema destra del paese, George Simion, che i sondaggi davano come sicuro sfidante del socialdemocratico Marcel Ciolacu, Primo ministro in carica, al ballottaggio. Ciolacu, lui sì, al ballottaggio ci è arrivato: ha preso il 20 per cento dei voti, l’8 dicembre la scelta per gli elettori rumeni sarà tra lui e Georgescu.

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Putin a messa, Putin che fa judo, Putin che gioca con i cani, Putin che spiega che il segreto del successo è «dormire poco, lavorare molto, lamentarsi mai».