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12:34 martedì 23 dicembre 2025
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A causa della crescita dell’industria del benessere, l’incenso sta diventando un bene sempre più raro e costoso La domanda è troppa e gli alberi che producono la resina da incenso non bastano. Di questo passo, tra 20 anni la produzione mondiale si dimezzerà.
È appena uscito il primo trailer di The Odyssey di Nolan ed è già iniziato il litigio sulla fedeltà all’Odissea di Omero Il film uscirà il 16 luglio 2026, fino a quel giorno, siamo sicuri, il litigio sulle libertà creative che Nolan si è preso continueranno.
Il ministero della Giustizia americano ha fatto prima sparire e poi ricomparire una foto di Trump con Epstein Il Department of Justice sostiene che tutto è stato fatto per «proteggere delle potenziali vittime di Epstein» ritratte nella foto.
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.

Le impressionanti mappe elettorali che mostrano il trionfo di Marine Le Pen

01 Luglio 2024

I sondaggi prevedevano così, gli exit poll prevedevano così e alla fine le elezioni sono andate così: al primo turno il Rassemblement National è stato il primo partito con il 33 per cento dei voti – 29 il Rassemblement National da solo, più il 4 per cento dei Repubblicani guidati da Eric Ciotti. Il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella (probabile Primo ministro in caso di vittoria confermata al ballottaggio) arriva così da favorito al secondo turno, che si terrà il 7 luglio.

Al momento è difficile capire cosa succederà al ballottaggio: gli avversari hanno già cominciato a montare il “cordone sanitario” con il quale hanno tenuto il Rassemblement National lontano dal governo del Paese sin dagli anni Settanta, il leader dell’alleanza di sinistra Jean-Luc Mélenchon (la seconda forza politica del Paese, con quasi il 29 per cento dei voti) ha già annunciato che nelle circoscrizioni in cui i candidati di sinistra non sono arrivati al ballottaggio France Insoumise e gli altri partiti del Nuovo Fronte Popolare sosterranno qualunque candidato possa battere quello del Rassemblement National. In un comunicato stampa, Macron – che con il suo Ensemble ha ottenuto circa il 20 per cento dei voti – ha anche invitato alla costituzione di un “campo largo”, democratico e repubblicano, in vista del ballotaggio. 

In effetti serve un campo larghissimo, in questo momento, per fermare la marcia trionfale del Rassemblement National. Lo si capisce guardando le mappe elettorali della Francia: ce ne sono tante disponibili (qui quella di Le Monde), a eccezioni delle scelte cromatiche. La Francia, in questo momento, ha il colore del partito di Le Pen e Bardella. Tolta Parigi – definita da Libération «capitale del Nuovo Fronte Popolare» – e pochissime altre circoscrizioni nel nord ovest e nel centro sud, la destra lepenista, al primo turno, ha vinto praticamente dappertutto. Come sempre succede ormai in tutte le tornare elettorali, il dibattito è sempre lo stesso: com’è possibile che le forze centriste e di sinistra raccolgano la maggior parte dei loro consensi nei centri urbani e che la destra domini invece periferia e provincia?

L’analisi della sconfitta, però, almeno per il momento è rimandata a dopo il 7 luglio. Al momento, si prevede un periodo di coabitazione, la parola che in Francia si usa quando Presidente della Repubblica e Primo ministro appartengono a schieramenti politici diversi.

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