Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Due ostaggi israeliani, un giornalista palestinese, un trapper italiano e le altre notizie degli ultimi giorni.

di Studio

Medio Oriente – Notturno israeliano
Lunedì 23 ottobre Hamas ha liberato due degli oltre 200 prigionieri che sono in ostaggio dall’attacco del 7 ottobre. Le due donne si chiamano Nurit Cooper e Yocheved Lifshitz, hanno rispettivamente 79 e 85 anni e Hamas ha dichiarato di averle liberate per «ragioni umanitarie» legate alle loro condizioni di salute. Lunedì sono circolate molto le immagini del rilascio, che è stato documentato attraverso un video in cui le due si vedono camminare sostenute dai militanti, mangiare e bere ciò che viene offerto loro e infine salutare i loro rapitori prima della liberazione. In particolare ha fatto discutere un segmento in cui si vede la donna più anziana che prima di allontanarsi si volta per stringere la mano a uno dei rapitori. Con Cooper e Lifshitz, gli ostaggi liberati da Hamas ammontano quattro, dopo che il 20 ottobre erano state rilasciate anche due donne con doppia cittadinanza israeliana e americana, Judith Raanan e Natalie Raanan.

Ancora Medio Oriente – Professione: reporter
Quando Wael Al-Dahdouh ha ricevuto la notizia della morte dei suoi familiari, era in diretta e stava lavorando per la redazione di AlJazeera a Gaza, come tutti i giorni da quando è iniziata la guerra tra Israele e Hamas. Il 25 ottobre la moglie, la figlia, il figlio e altri familiari del giornalista palestinese hanno perso la vita in un raid aereo che ha colpito il campo profughi di Nuseirat, dove si erano rifugiati. Le immagini di quell’incredulità e dolore sommesso hanno fatto velocemente il giro di social e telegiornali fino al giorno dopo, quando Dahdouh si è rimesso il giubbotto antiproiettile ed è tornato al lavoro.

Politica – Art right
Forte degli strepitosi risultati di pubblico e di critica ottenuti fin qui dalla nuova Rai destrorsa, il governo Meloni ha deciso di scegliere il nuovo presidente della Biennale di Venezia usando gli stessi criteri strettissimamente meritocratici. La scelta è quindi ricaduta su Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore, intellettuale e di destra, competente e autorevole, come lo ha definito il ringalluzzitissimo senatore FdI Raffaele Speranzon. La nomina di Buttafuoco, ha detto Speranzon, infrange un altro tetto di cristallo, espugna un altro feudo che la sinistra ha usato per decenni per sistemare amici e accoliti. Ora, finalmente, si cambia: basta con gli amici e accoliti di sinistra.

Polemiche – Lo Sgarbibonzi
Prima o poi scopriremo che Vittorio Sgarbi è in realtà il titolo di una lunghissima performance artistica, un progetto multidisciplinare realizzato per chissà quale scopo, uno spettacolo comico il cui umorismo un giorno apprezzeremo. Non sono in conflitto di interessi perché io sono Sgarbi, non il sottosegretario Sgarbi, ha detto Sgarbi per scagionare il sottosegretario Sgarbi dall’accusa di conflitto d’interessi. Una linea difensiva sì originale ma che non è bastata a convincere il ministro Sangiuliano, che ha detto sarà il Garante competente a decidere se è il caso che un sottosegretario alla cultura si faccia pagare per partecipare a mostre, eventi e spettacoli. Nell’attesa, Sangiuliano ha preso le distanze, sia da Sgarbi che dal sottosegretario Sgarbi.

Cronaca – Bossoli
«Un uomo di parola», è uno dei commenti con più like sotto al video del 2019 di “Bossoli”, un pezzo trap in cui Shiva cantava «Sai che se avrò colpi sparerò», e poi «Colpi fanno bang bang bang bang bang». Quattro anni dopo Andrea Arrigoni (questo il vero nome del trapper di 24 anni) ha sparato davvero (per fortuna beccando soltanto le gambe dei fuggitivi), nel parcheggio del suo quartier generale a Milano Ovest, dopo aver subito un’aggressione fisica da parte della crew nemica. Anche se i feriti non hanno voluto raccontare niente, le telecamere di sicurezza hanno ripreso tutta la scena e ora, 4 mesi dopo l’accaduto, Shiva è stato arrestato per tentato omicidio. Sotto al suo ultimo post Instagram i fan fedelissimi scrivono #freeshiva. Nell’immagine del post c’è l’ecografia di suo figlio. La ragazza, Laura Maisano, dovrebbe partorire tra un paio di mesi.

Polemiche – Il giallo della birra
Da giovedì rimbalza sui social il video di un uomo che urina in quello che dovrebbe essere il materiale grezzo per la produzione di birra, provocando comprensibili reazioni che vanno dall’isteria social alla crisi diplomatica vera e propria. Il video incriminato è stato girato lo scorso 19 ottobre nella città di Pingdu, in Cina, all’interno del birrificio numero 3 di Tsingtao, il marchio di birra cinese più popolare al mondo. Da Tsingtao hanno ammesso che, sì, il signore ripreso potrebbe essersi svuotato la vescica in uno dei loro birrifici, ma hanno anche specificato che né lui né chi lo riprendeva fossero dipendenti Tsingato e che comunque i lotti provenienti da quella “vasca” sono stati sequestrati per precauzione. Questo non ha evitato il boicottaggio della birra, soprattutto in Paesi come la Corea del Sud, dove non è la prima volta che i prodotti importati dalla Cina finiscono in polemiche di questo tipo.