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20:38 giovedì 20 novembre 2025
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.

Di che colore erano i tirannosauri?

20 Febbraio 2018

Il mondo è pieno di disegni di dinosauri: sui libri che parlano di dinosauri, per esempio, sui sussidiari delle elementari e da molte altre parti. Come facciamo a sapere che aspetto avevano tirannosauri, stegosauri, velociraptor e compagnia bella, se nessuno ne ha mai visto un esemplare? Ricostruire la forma che avevano è uno dei lavori dei paleontologi, che lavorano a partire dalle ossa fossilizzate o da altri fossili, ma come la mettiamo con il colore? Negli ultimi anni, certo, gli scienziati hanno provato a stabilire con certezza la pigmentazione di alcuni dinosauri (come il microraptor, un dinosauro carnivoro piumato: in quel caso hanno studiato le nanostrutture presenti nel fossile). Ma nella maggior parte dei casi le colorazioni che vedete nelle illustrazioni dei dinosauri sono una scelta dell’artista.

Infatti disegnare animali estinti, inclusi i sopracitati dinosauri ma anche i più recenti mammut o le tigri dai denti a sciabola, è un genere artistico a sé stante. La “paleoarte”, come la chiamano,  è anche uno specchio dei tempi in cui viene realizzata: visto che alcuni dettagli sono frutto della decisione dell’artista, il modo in cui rappresentiamo i dinosauri è un riflesso di come immaginiamo i dinosauri in un dato momento storico. Zoë Lescaze ha scritto un libro dedicato proprio alla paleoarte e a quello che ci racconta: edito lo scorso anno da TASCHEN, Paleoart: Visions of the Prehistoric Past spazia dal periodo delle guerre napoleoniche, periodo in cui andava di gran moda «lo studio dei rettili marini preistorici», ai giorni nostri. Recentemente Francis Gooding lo ha recensito sulla London Review of Books, soffermandosi sulla relazione tra il contesto geografico, storico e politico, da un lato, e l’immaginario visivo della preistoria.

L’Ottocento, scrive Gooding, è stato un momento di fioritura della paleoarte, che però si è sviluppata in due filoni assai differenti, che rappresentavano una visione diversa non solo del passato ma anche del presente (di allora). Da un lato c’era quello che Lescaze definiva una «rappresentazione infernale» della preistoria, con combattimenti cruenti tra dinosauri, geyser e vulcani minacciosi: «Questa rappresentazioni rivelano un disagio profondo davanti all’idea stessa di creature estinte e preistoriche» da parte di una società in un momento di progresso scientifico e di transizione. Dall’altro lato, specie in Gran Bretagna, si diffonde anche una versione più apollinea della paleoarte, dove «il dinosauro diventa come il nobile signore della creazione, non un drago infernale»: questa «visione sublime della preistoria» coincide non il periodo d’oro dell’impero britannico.

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