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19:32 giovedì 6 novembre 2025
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Nella vittoria di Mamdani un ruolo importante lo hanno avuto anche i font e i colori della sua campagna elettorale Dal giallo taxi alle locandine alla Bollywood, il neo sindaco di New York ha fatto un uso del design diverso da quello che se ne fa di solito in politica.
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare l’intelligenza artificiale per creare brutte copie dei suoi film Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.

Di che colore erano i tirannosauri?

20 Febbraio 2018

Il mondo è pieno di disegni di dinosauri: sui libri che parlano di dinosauri, per esempio, sui sussidiari delle elementari e da molte altre parti. Come facciamo a sapere che aspetto avevano tirannosauri, stegosauri, velociraptor e compagnia bella, se nessuno ne ha mai visto un esemplare? Ricostruire la forma che avevano è uno dei lavori dei paleontologi, che lavorano a partire dalle ossa fossilizzate o da altri fossili, ma come la mettiamo con il colore? Negli ultimi anni, certo, gli scienziati hanno provato a stabilire con certezza la pigmentazione di alcuni dinosauri (come il microraptor, un dinosauro carnivoro piumato: in quel caso hanno studiato le nanostrutture presenti nel fossile). Ma nella maggior parte dei casi le colorazioni che vedete nelle illustrazioni dei dinosauri sono una scelta dell’artista.

Infatti disegnare animali estinti, inclusi i sopracitati dinosauri ma anche i più recenti mammut o le tigri dai denti a sciabola, è un genere artistico a sé stante. La “paleoarte”, come la chiamano,  è anche uno specchio dei tempi in cui viene realizzata: visto che alcuni dettagli sono frutto della decisione dell’artista, il modo in cui rappresentiamo i dinosauri è un riflesso di come immaginiamo i dinosauri in un dato momento storico. Zoë Lescaze ha scritto un libro dedicato proprio alla paleoarte e a quello che ci racconta: edito lo scorso anno da TASCHEN, Paleoart: Visions of the Prehistoric Past spazia dal periodo delle guerre napoleoniche, periodo in cui andava di gran moda «lo studio dei rettili marini preistorici», ai giorni nostri. Recentemente Francis Gooding lo ha recensito sulla London Review of Books, soffermandosi sulla relazione tra il contesto geografico, storico e politico, da un lato, e l’immaginario visivo della preistoria.

L’Ottocento, scrive Gooding, è stato un momento di fioritura della paleoarte, che però si è sviluppata in due filoni assai differenti, che rappresentavano una visione diversa non solo del passato ma anche del presente (di allora). Da un lato c’era quello che Lescaze definiva una «rappresentazione infernale» della preistoria, con combattimenti cruenti tra dinosauri, geyser e vulcani minacciosi: «Questa rappresentazioni rivelano un disagio profondo davanti all’idea stessa di creature estinte e preistoriche» da parte di una società in un momento di progresso scientifico e di transizione. Dall’altro lato, specie in Gran Bretagna, si diffonde anche una versione più apollinea della paleoarte, dove «il dinosauro diventa come il nobile signore della creazione, non un drago infernale»: questa «visione sublime della preistoria» coincide non il periodo d’oro dell’impero britannico.

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