Cose che succedono | Stati Uniti

La surreale audizione del Ceo di TikTok al Congresso americano

Quella davanti all’Energy and Commerce Committee della Camera dei rappresentanti del Parlamento americano è stata la prima, grande, importante apparizione pubblica del Ceo di TikTok Shou Zi Chew, e tanto è bastato per farne l’ultimo zaddy – un altro modo per dire daddy, dove daddy sta per uomo adulto, elegante, sexy – dell’internet. A giudicare dal successo riscosso sui social, tantissimi e tantissime hanno apprezzato il modo in cui Chew ha risposto alle domanda insistenti e spesso imbarazzanti poste dai parlamentari americani, che per ore hanno “torchiato” il Ceo chiedendogli se TikTok fosse lo strumento scelto del Partito comunista cinese per distruggere l’America o se fosse invece un’arma del demonio per corrompere la gioventù occidentale. Ovviamente, come succede a tutte le questioni serie nell’epoca di internet – in America si sta seriamente discutendo di vietare l’uso di TikTok nel Paese perché l’app rappresenterebbe un rischio per la sicurezza nazionale – tutto è stato immediatamente trasformato in una barzelletta. Gizmodo ha deciso di raccogliere le migliori di queste barzellette, pubblicando una lista dei dieci momenti più imbarazzanti ai quali abbiamo assistito durante l’audizione di Chew.

Il momento più memetico dell’intera audizione è stato ovviamente quello in cui il deputato repubblicano della Carolina del Nord, Richard Hudson, ha chiesto a Chew, con fare assai inquisitorio, se una delle più inquietanti voci che circolano su TikTok negli Stati Uniti fosse vera. «Mi conferma che TikTok può collegarsi alla rete Wi-Fi?», ha chiesto il deputato. Un interdetto Chew ha provato a spiegare a Hudson che tutte le app si collegano alla rete Wi-Fi per accedere internet, previo consenso del proprietario dello smartphone sulle quali sono installate. «Quindi, se io ho TikTok sul telefono e il mio telefono è collegato alla rete Wi-Fi di casa mia, TikTok può accedere alla rete Wi-Fi di casa mia?». Un sempre più interdetto Chew ha ripetuto che sì, è così che funziona Internet, per poi scusarsi perché forse la sua non eccellente comprensione dell’inglese gli impediva di rispondere adeguatamente alla domanda.

A parte questo surreale scambio, durante l’audizione ci sono stati diversi momenti seri (tranne quello in cui la presidente della Commissione continuava a ripetere a Chew di ricordarsi di essere sotto giuramento, innervosita di fronte alla certezza con la quale quest’ultimo affermava che su TikTok ci sono diversi video che raccontano i fatti di piazza Tienanmen) che hanno fatto capire quanto grave sia la discussione su TikTok negli Stati Uniti e come un eventuale divieto di uso della app potrebbe peggiorare i già pessimi rapporti tra Usa e Repubblica popolare. Tra i momenti più commentati ci sono stati quello in cui Chew non ha risposto a una domanda sulla persecuzione degli Uiguri, quello in cui ha ammesso che i dipendenti di ByteDance, la società proprietaria di TikTok, hanno accesso ai dati degli utenti americani, e quello in cui il Ceo ha per un attimo perso la compostezza e ha lanciato una frecciatina ai parlamentari americani e a un illustre collega: «Neanche le aziende americane non brillano per correttezza, da questo punto di vista», ha detto Chew rispondendo a una domanda sulla capacità di TikTok di eliminare i contenuti violenti e di proteggere i dati personali degli utenti: «Vi ricordate di Facebook e Cambridge Analytica».