Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Cecilia Sala prigioniera in Iran e già due attentati negli Usa. Il 2025 comincia come era finito il 2024: male.

di Studio

Cronaca – Sala d’attesa
Ha chiesto di fare presto, Cecilia Sala. Dal 19 dicembre è detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, per aver violato delle ancora non precisate leggi della Repubblica islamica. Si è capito subito che la legge in questa storia non c’entra niente: è una prova di forza tra Iran e Stati Uniti, l’Italia si è ritrovata in mezzo, Sala è una vittima degli eventi, paga le conseguenze dell’arresto a Malpensa (su richiesta degli Usa) dell’imprenditore iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, accusato di essere un trafficante d’armi. Ora dipende tutto dalle diplomazie dei rispettivi Paesi. Sala è detenuta in condizioni durissime, la sua famiglia ha chiesto il silenzio stampa per evitare il rischio di complicare una situazione già difficilissima. Fate presto.

Stati Uniti – Monster truck
In una serie di video registrati prima di lanciarsi con il suo pick up truck sulle persone che si godevano il Capodanno in Bourbon Street a New Orleans, Shamsud-Din Jabbar ha detto che la decisione di unirsi all’Isis l’ha presa in sogno. La sua versione dell’interpretazione dei sogni è costata la vita a 15 persone, 16 se si considera lo stesso Jabbar, ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco. Grazie anche a un video che lui stesso aveva pubblicato su YouTube, si è scoperto che era nato in Texas, che era un veterano della guerra in Afghanistan, che faceva l’agente immobiliare, aveva divorziato da poco e aveva dei figli. All’inizio voleva uccidere la sua famiglia, solo dopo ha deciso di compiere la strage. Come e perché un uomo così normale sia diventato un terrorista probabilmente non lo scopriremo mai.

Ancora Stati Uniti – Hot Wheels
Era difficile immaginare un inizio dell’anno peggiore, per gli Stati Uniti. L’attentato terroristico di New Orleans e poi un altro attentato davanti al Trump Hotel di Las Vegas (qui però ancora non si è capito se il terrorismo c’entri o no). Anche in questo caso l’attentatore era un militare, il Berretto Verde Matthew Alan Livelsberger, unica vittima della bomba che lui stesso ha fatto esplodere. Anche in questo caso c’è di mezzo un pick up truck: stavolta però è un Cybertruck che, stando a quanto dice la polizia, ha evitato il peggio grazie alla sua robusta costituzione. Anche in questo caso, nessuno ha idea di come e perché un soldato eccellente e un americano normale abbia deciso di compiere un gesto simile.

Milano – Bada come la fuma
Non abbiamo fatto in tempo a parlare del ritorno delle sigarette (al cinema, nelle serie tv, tra le star di Hollywood, sui social) che il Consiglio Comunale di Milano viene a metterci i bastoni tra le ruote: dall’1 gennaio addio a quei sexy assembramenti di gente che fuma e chiacchiera fuori dai locali coi bicchieri in mano, forse l’unica cosa che continuava a far sembrare appetibile la vita in una città altrimenti inospitale. Intanto, con un tempismo perfetto, un nuovo studio britannico ci dice che per ogni sigaretta fumata perdiamo 20 minuti di vita (questo pezzo del Guardian aiuta a fare i conti). Forse è il caso di smettere di fumare oppure, ancora meglio, cambiare città.

Moda – Missonaria
Il 2025 della moda italiana si è aperto con un lutto: è morta a 93 anni Rosita Missoni, la varesotta che insieme al marito Ottavio, atleta conosciuto a Londra durante le Olimpiadi del 1948 e da lei convertito alla moda, fondò il brand di maglieria con sede nella loro casa-atelier di Sumirago, poi esportato e riconosciuto in tutto il mondo grazie ai colori e ai motivi inconfondibili. Dal 1997 Rosita aveva passato la direzione creativa della linea moda ai figli per concentrarsi sulla collezione Missoni Home. Ottavio è morto nel 2013, pochi giorni dopo aver celebrato 60 anni di nozze con lei e pochi mesi dopo il figlio Vittorio, rimasto ucciso in un incidente aereo in Venezuela.