Cosa abbiamo letto a ottobre in redazione.
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty
Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.
 
  Non è un mistero che Hollywood guardi con sempre più interesse al mondo dei videogiochi come a un bacino da cui attingere idee, storie e franchise già amati dal pubblico per poi portarlo dal divano di casa alla sala cinematografica. Questa strategia però funziona a fasi alterne: per ogni successo che supera il miliardo di dollari d’incassi come Minecraft o Super Mario Bros. Il Film ci sono almeno un paio di clamorosi fallimenti come gli adattamenti di Uncharted con Tom Holland e Assassin’s Creed con Michael Fassbender.
A posare una pietra d’angolo in un genere che “tenta di succedere” da qualche decennio potrebbe essere uno dei progetti più caldi di casa Paramount: l’adattamento della popolarissima saga videoludico-bellica di Call of Duty. A dare un’idea di quanto sia importante il progetto sono i nomi appena annunciati da The Hollywood Reporter alla guida del film: a dirigere il film sarà il regista di Friday Night Lights, Lone Survivor e Boston – Caccia all’uomo Peter Berg (un vero esperto del genere bellico), mentre a scriverlo sarà uno degli showrunner più pagati e potenti negli Stati Uniti: Taylor Sheridan, fattore del successo di Yellowstones, che in patria è uno show con ascolti da record. Call of Duty è un progetto così strategico che Sheridan e Paramount continueranno a svilupparlo assieme, nonostante lo showrunner abbia abbandonato appena qualche giorno fa l’emittente con un’uscita di scena clamorosa.
Il sodalizio Berg – Sheridan, molto amato negli Stati Uniti, vanta tra l’altro già due collaborazioni filmiche di successo molto apprezzate dalla critica: il thriller Deepwater – Inferno sull’oceano e il poliziesco I segreti di Wind River, considerato un piccolo cult del genere. Sheridan dovrà presto sbrogliare un primo, importante nodo: durante quale conflitto ambientare il film? Call of Duty infatti è uno sparatutto in prima persona apprezzato proprio per come ambienta ogni capitolo in un periodo storico e conflitto bellico differente, spaziando dalla Seconda guerra mondiale alla guerra del Vietnam, arrivando a teatri di guerra contemporanei, fino a ipotizzarne di futuri.
 
    
  Il nuovo film Kelly Reichardt, presentato a Cannes e distribuito in Italia da Mubi, non rientra davvero in nessuna delle tante definizioni che ne sono state date. Ed è proprio per questo che è così sorprendente.
 
     
     
     
    