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19:04 mercoledì 3 dicembre 2025
L’ansia da Spotify Wrapped è talmente grave che migliaia di persone hanno creduto a una bufala su una versione modificabile disponibile a pagamento Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.
Jafar Panahi ha detto che dopo gli Oscar tornerà in Iran e andrà di nuovo in carcere Mentre era a New York per una premiazione, ha scoperto di essere stato condannato a un anno di carcere per «attività di propaganda».
Secondo Cahiers du Cinéma il film dell’anno è un documentario su un torero peruviano Un film che, per la redazione di Cahiers, è meglio anche di Una battaglia dopo l'altra di Paul Thomas Anderson, secondo in classifica.
La pagina Wikipedia più letta nel 2025 è stata quella di Charlie Kirk Con 45 milioni di visualizzazioni, la pagina dedicata a Kirk ha superato quelle di Trump, del Papa, di Musk, di Mamdani e pure di Superman.
Il nuovo trend di TikTok sono i video anti immigrazione generati con l’AI Milioni di visualizzazioni per video apertamente razzisti e chiaramente falsi che incolpano i migranti di crimini che non sono mai avvenuti.
In Cina le persone stanno andando a vedere Zootropolis 2 insieme ai loro cani e gatti Alcuni cinema cinesi hanno organizzato proiezioni pet friendly per vedere il film Disney con i propri animali domestici.
Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.

Senza i fondi europei, cinema e tv inglesi rischiano

24 Giugno 2016

Se la prospettiva politica del Regno Unito fuori dall’Europa è incerta almeno tanto quella dell’Europa stessa, che deve fare i conti con il traumatico risultato della Brexit, ci sono degli effetti tangibili che possono già essere messi in conto al risultato del referendum del 23 giugno. Si sta parlando molto in questo momento di crollo della sterlina e instabilità dei mercati, nonché di una molto probabile fuga di capitali e, allo stesso tempo, si cerca di non scatenare isterismi: ci vorranno due anni di (difficili) negoziazioni con la Ue prima che il Regno Unito possa dirsi davvero “fuori”. Dalle dimissioni del Primo ministro David Cameron, che ha prima voluto il referendum e poi ha condotto la campagna “Remain”, all’annuncio di un probabile secondo referendum per l’indipendenza della Scozia, le conseguenze della Brexit sono però di fatto già tangibili.

Ciò è vero anche per le industrie creative, come cinema, tv, arte e moda, che in larga parte si sono schierate contro la decisione di lasciare l’Unione europea. I fondi europei per le produzioni televisive e cinematografiche, ad esempio, sono vitali per il settore: ecco perché Michael Ryan, presidente della Independent Film & Television Alliance e partner della compagnia GFM Films, ha dichiarato: «La decisione di lasciare la Ue è un brutto colpo per l’industria cinematografica e televisiva made in Uk. Produrre film e serie tv è un’operazione costosa e piena di rischi, la certezza delle regole che guidano il sistema è fondamentale. Ora come ora non possiamo prevedere se cambierà qualcosa nelle relazioni con i nostri produttori, finanziatori e distributori, se ci saranno nuove tasse sulle nostre attività nel resto d’Europa né possiamo sapere come verranno raccolti i soldi necessari per le produzioni senza gli imput delle agenzie europee. Le industrie creative sono sempre state un motore dell’economia del Paese, questa può essere una notizia devastante per noi».

Solo qualche giorno fa, si era parlato del caso di Game of Thrones, la cui maggior parte delle scene è ambientata in Irlanda del Nord e che potrebbe perciò perdere i fondi di cui ha beneficiato finora. Lo show di HBO non sarebbe certo l’unico a subire le conseguenze della Brexit, considerando che negli ultimi sette anni molti programmi tv e film britannici hanno ricevuto oltre 32 milioni di euro da organizzazioni come Creative Europe, che si occupano di finanziare progetti culturali. All’indomani dello storico risultato potrà anche sembrare secondario parlare di serie tv, ma può essere un piccolo indizio significativo sulla capillarità dell’impatto che il voto di ieri avrà in futuro.

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