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17:09 lunedì 27 ottobre 2025
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Alle presidenziali in Irlanda ha vinto Catherine Connolly, un’outsider totale psicanalista e propal Convinta antimilitarista e pacifista, durante la campagna elettorale ha ricevuto anche l’endorsement del celebre gruppo dei KneeCap.
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I ladri del Louvre sono stati catturati anche perché hanno lasciato indietro un sacco di indizi, tra cui dei guanti, un casco, un gilet, una fiamma ossidrica e un walkie-talkie Un sospettato è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di partire per l'Algeria, l'altro mentre si preparava a partire per il Mali.
Da quando è uscito “The Fate of Ophelia” di Taylor Swift sono aumentate moltissimo le visite al museo dove si trova il quadro che ha ispirato la canzone Si tratta del Museum Wiesbaden, si trova nell’omonima città tedesca ed è diventato meta di pellegrinaggio per la comunità swiftie.
Yorgos Lanthimos ha detto che dopo Bugonia si prenderà una lunga pausa perché ultimamente ha lavorato troppo ed è stanco Dopo tre film in tre anni ha capito che è il momento di riposare. Era già successo dopo La favorita, film a cui seguirono 5 anni di pausa.
Al caso del furto al Louvre adesso si è aggiunto uno stranissimo personaggio che forse è un detective, forse un passante, forse non esiste È stato fotografato davanti al museo dopo il colpo, vestito elegantissimamente, così tanto che molti pensano sia uno scherzo o un'immagine AI.
L’azienda che ha prodotto il montacarichi usato nel colpo al Louvre sta usando il furto per farsi pubblicità «È stata un'opportunità per noi di utilizzare il museo più famoso e più visitato al mondo per attirare un po' di attenzione sulla nostra azienda», ha detto l'amministratore delegato.

Un gruppo di artisti palestinesi vuole organizzare la Biennale di Gaza

28 Novembre 2024

Usare l’arte come strumento di resistenza e di speranza: diversi artisti palestinesi si stanno organizzando, scrive il Guardian, per fare una “biennale” a Gaza. Sono circa 50 e vengono tutti dal territorio occupato, anche se non tutti vivono ancora in Palestina. La difficoltà a entrare e uscire da Gaza, infatti, rappresenta il più grande ostacolo logistico che gli organizzatori devono affrontare. Circa un quarto degli artisti si è rifugiato in Egitto nei mesi precedenti: proveranno, questi, a spedire le loro opere insieme agli aiuti umanitari. Il problema è che gli aiuti vengono fatti entrare con il contagocce, e sono anche soggetti a razzie da parte di bande armate che gestiscono il mercato nero, con il tacito consenso dell’esercito israeliano. Altri, invece, manderanno i lavori in forma digitale. Altri ancora, infine, hanno annunciato che collaboreranno con artisti presenti in Cisgiordania per “ricreare da remoto” i manufatti.

Il Guardian ha parlato con uno degli organizzatori, il 26enne Tasneem Shatat, originario di Khan Younis: «I più grandi eventi artistici del mondo si chiamano “biennali”, ospitano gli artisti più importanti che si occupano dei temi fondamentali del mondo con la loro arte. Per noi, gli artisti più importanti del mondo oggi sono quelli di Gaza». Il nome è anche una speranza: che l’iniziativa possa essere ricorrente, e quindi un appuntamento continuo per sperare in un futuro di pace.

Nel manifesto della Biennale (si trova qui, con il fundraiser) si legge: «Questo lavoro è fondamentale per documentare la vita in guerra, ed è un modello di sopravvivenza per tutti noi. L’arte ci consente di porci domande che non possiamo porre e di raccontare storie che vanno oltre la portata delle news e delle statistiche». «La Biennale di Gaza ha l’obiettivo di mettere la lotta di un popolo al centro dell’impegno artistico. È un intervento nel mondo dell’arte che rompe con la normale procedura espositiva: la nostra diversità riflette l’urgenza e l’eccezionalità della situazione». Il progetto è ancora nelle fasi iniziali, e molto dipenderà dai fondi privati, soprattutto di istituzioni che vorranno supportarlo.

Nell’immagine, l’opera di Mustafa Muhanna “Hope on the Road”.

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