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01:11 martedì 21 ottobre 2025
La prima serie tv tratta dal Signore delle mosche l’ha realizzata Jack Thorne, il creatore di Adolescence Con la consulenza degli eredi di William Golding, per garantire la massima fedeltà della serie, prodotta da Bbc, ai temi e alle atmosfere del romanzo.
Il figlio del fondatore di Mango sarebbe sospettato nell’indagine sulla morte del padre Lo riportano i quotidiani El Pais e La Vanguardia: la polizia starebbe verificando delle supposte incongruenze nelle dichiarazioni di Jonathan Andic relative alle circostanze della morte del padre Isak.
È morta Sofia Corradi, la donna che ha inventato l’Erasmus “per colpa” della burocrazia italiana Aveva 91 anni e l'idea dell'Erasmus le venne quando in Italia non le furono riconosciuti degli esami universitari fatti negli Usa.
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Gli addetti stampa della Casa Bianca hanno risposto «tua madre» a una normalissima domanda di un giornalista durante una conferenza stampa Una domanda sul vertice tra Trump, Putin e Zelensky a Budapest, che Karoline Leavitt e Stephen Cheung hanno preso molto male, a quanto pare.
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 
La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli animali sono bagagli e quindi può capitare che le compagnie aeree li perdano Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
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Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo

Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.

01 Luglio 2025

Gli asini non sono animali testardi e poco brillanti: a provarlo sono una serie esaustiva di test scientifici riportati su Science che li hanno messi a confronto con i “cugini” cavalli, scoprendo che per capacità di apprendimento, intelligenza spaziale e memoria le due specie hanno caratteristiche molto simili. Anzi, i muli, la versione ibridata delle due razze, in media hanno un’intelligenza ancora superiore, beneficiando dei punti di forza di entrambe le specie.

Ma allora perché gli asini hanno fama si essere “duri di comprendonio”, irascibili e non particolarmente brillanti? Secondo un lungo articolo di El País che mette assieme diversi degli ultimi studi in merito, gli asini sono stati fraintesi per millenni per due motivi. Il primo ha a che fare con le loro origini: non sono una razza autoctona europea, bensì una variante originaria dell’Africa e pian piano addomesticata. L’antenato dei moderni asini viveva in un habitat roccioso, arido e con scarsità di acqua e cibo. A differenza dei cavalli dunque, sviluppatisi in un contesto ricco di acqua, erba e risorse, l’indole dell’asino deve necessariamente essere più combattiva. L’asino punta gli zoccoli, raglia e reagisce con impeto quando si sente minacciato perché il suo istinto è portato a proteggere il proprio territorio e l’accesso alle risorse scarse, soprattutto l’acqua. 

Il secondo motivo di questa fama poco lusinghiera è la secolare associazione alle classi sociali più umili in Europa e Asia. Forti, robusti e con una elevate soglia di sopportazione del dolore, per secoli gli asini hanno aiutato i contadini nei campi e i pastori nei pascoli, mentre i cavalli combattevano con i nobili in guerra o si pavoneggiavano assieme a loro negli eventi di corte. L’associazione con le classi sociali più umili e la supposta inferiorità intellettuale delle stesse sono rimaste appiccicate addosso anche ai somari. Una questione di classismo, insomma.

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di Studio
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Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera

La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.

La Gen Z è così infelice perché si preoccupa troppo di essere cringe

Se è vero che tra i giovani esiste un'epidemia di solitudine, una delle spiegazioni possibili è la diffusione della cringe culture, filosofia fondata su una sola e unica regola: evitare a tutti i costi il rischio di risultare imbarazzanti.