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18:38 martedì 9 dicembre 2025
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.
Sempre più persone si uniscono agli scream club, cioè dei gruppi in cui invece di andare dallo psicologo ci si mette a urlare in pubblico Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.
Dopo il furto dei gioielli, ora il Louvre è nei guai a causa delle infiltrazioni di acqua e degli scioperi dei dipendenti Le infiltrazioni hanno danneggiato 400 documenti della biblioteca del Dipartimento delle antichità egizie, confermando i problemi che hanno portato i lavoratori allo sciopero.
Le cose più interessanti dei Golden Globe 2026 sono The Rock, i film d’animazione e i podcast Più delle candidature per film e serie tv, queste categorie raccontano come sta cambiando l’industria dell'intrattenimento oggi.
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.

An object of beauty

Esce in Italia (ISBN) il romanzo cult del comico Steve Martin. Ecco cosa ne scrivevamo un anno fa

05 Marzo 2012

Io con i film di Steve Martin ci sono cresciuto. Che fosse il sadico dentista della Piccola bottega degli orrori o l’esasperato compagno di viaggio di John Candy in Un biglietto in due, il canuto comico americano è stato uno dei pilastri della mia infanzia. Tra i primi comici statunitensi a riempire gli stadi con la sua assurda stand-up, Martin ha sfondato a livello internazionale con le commedie, da Lo straccione fino ai remake della Pantera Rosa. Che scrivesse era noto, ma recentemente è venuto fuori che l’eclettico Steve (che suona pure il banjo) è anche un noto collezionista d’arte. Chi lo ha visto fare il metereologo artistoide in Pazzi a Beverly Hills aveva intuito le sue inclinazioni, ma è con il suo quarto libro, An Object of Beauty, che l’attore ha condiviso davvero con il pubblico tutto il proprio interesse per l’arte e ciò che la circonda.

Attraverso la cronaca della cinica ascesa della protagonista Lacey Yeager, da ultima ruota del carro ai magazzini di Sotheby’s fino ad affermata gallerista a Chelsea, il comico traccia un ironico ritratto della New York di case d’aste e collezionisti. La vicenda copre un arco che va dal boom degli anni ’90 fino alla crisi, passando per l’11 settembre, e fa da pretesto per stilare la propria personale guida al lettore ad un mondo che Martin ha vissuto piuttosto da vicino. L’autore menziona Matisse e Warhol, ma anche Cattelan, e si cimenta in brevi profili illustrati di famosi capolavori, inseriti in una trama dove non mancano oscuri sotterfugi di mercato (e persino uno street artist alla Banksy).

L’uscita è stata accompagnata da critiche quantomeno miste, che vanno da drastici inviti a smetterla fino a paragoni piuttosto esagerati con Truman Capote. A detta di molti, il personaggio principale, non abbastanza tridimensionale e privo di calore umano, è solo una scusa di Martin per raccontare un certo milieu, peraltro (dicono alcuni) con un gusto opinabile. Sensibilità artistica a parte, quello che traspare dalle recensioni è che il libro sia quasi più una guida o un saggio, per quanto ironico, che un vero e proprio romanzo, adatto più ai neofiti che ai veri appassionati.

Quello che vorrei sapere io, però, è se il soggetto del libro (più che la fama di Martin) ne aiuterà la vendita. Recentemente abbiamo visto Kanye West lavorare con la nostrana Vanessa Beecroft nella realizzazione del video Runaway e Lady Gaga suonare un piano con su le farfalle di Damien Hirst, mentre Mtv ha iniziato ad organizzare DJ set nei musei con Brand New: Art. Insomma, mi sembra che il pop si stia interessando sempre più all’arte contemporanea, decenni dopo che era successo il contrario. Steve Martin non è certo Mtv, ma magari An Object of Beauty, aldilà del valore letterario, può essere un’altra occasione per avvicinare due mondi.

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