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13:44 martedì 14 ottobre 2025
Dopo il Nobel per la Pace vinto da Maria Corina Machado, il Venezuela ha chiuso improvvisamente la sua ambasciata a Oslo Una scelta che il governo di Maduro ha spiegato come una semplice «ristrutturazione del servizio diplomatico».
Giorgio Parisi, il fisico, si è ritrovato a sua insaputa presidente di una commissione del Ministero della salute perché al ministero lo hanno confuso con Attilio Parisi, medico E adesso sembra che nessuno al ministero riesca a trovare una maniera di risolvere il problema.
Il quotidiano del Comitato centrale del Partito comunista cinese ha fatto firmare un articolo a LeBron James, che però non lo ha mai scritto È vero che viviamo in un mondo strano, ma ancora non così strano da avere LeBron James tra gli editorialisti del Quotidiano del popolo.
Luca Guadagnino ha rivelato i suoi quattro film preferiti di tutti i tempi nel nuovo episodio di Criterion Closet Una classifica che comprende due film di culto abbastanza sconosciuti, un classico di Wong Kar-Wai e l'opera più controversa di Scorsese.
Il trailer di Hamnet di Chloe Zhao spoilera il finale del film e i fan che lo hanno visto si sono arrabbiati molto Guardandolo si scopre quasi tutto del film, compreso il finale che tanti critici hanno descritto tra i migliori degli ultimi anni.
Al Pacino ha detto che è solo grazie a un cazziatone di Diane Keaton che non ha perso tutti i suoi soldi L'attrice sgridò sia lui che il suo avvocato e lo costrinse a riprendere il controllo delle sue finanze, dandogli dell'idiota.
Secondo l’Onu, il 92 per cento delle abitazioni nella Striscia di Gaza è stato distrutto e chi sta tornando a casa trova solo macerie I pochi edifici ancora in piedi sono comunque inagibili, gravemente danneggiati o inabitabili.
Woody Allen ha raccontato il suo primo incontro con Diane Keaton in un lungo e bellissimo omaggio all’attrice  Su The Free Press, Allen ha ricordato la prima volta che la vide, nel 1969, durante le prove di Provaci ancora, Sam.

Perché Hillary Clinton

È uscito il nuovo numero di Studio, il sedicesimo. Perché quel volto in copertina, perché "la donna più potente della nostra epoca".

18 Settembre 2013

Quando abbiamo deciso di mettere in copertina lo straordinario ritratto di Hillary Clinton scattato da Martin Schoeller – era luglio – e di chiedere a Gianni Riotta, Paola Peduzzi, Filippo Sensi e Giuliano da Empoli (con una gustosa appendice letteraria a tema firmata Gianluigi Ricuperati) di raccontare ai nostri lettori chi è veramente e perché oggi, a 66 anni quasi compiuti, è probabilmente la donna che ha raggiunto il massimo grado di potere e influenza globali, avevamo soprattutto in mente di provare a dare un volto ad alcune questioni sempre più attuali: l’estetica del potere, il ribaltamento della questione femminile e quegli aspetti privati (benedetto gossip) che sono da sempre il condimento che rende così gustoso il racconto dei potenti del mondo (vedasi le mai troppo citate serie tv).

A metà lavorazione del numero, come tutti sappiamo, è esplosa la questione siriana e con essa quella del ruolo degli Stati Uniti e della relativa amministrazione. Di cui la Clinton però, in questo momento, non fa parte. Fine della potenza della cover story, ci siamo anche chiesti? Grandi discussioni. Poi abbiamo letto questo commento di un lettore a un articolo del Washington Post che annunciava un endorsement pubblico di Hillary, concordato con la Casa Bianca, in favore delle decisioni dell’amministrazione Obama: «In qualità di cosa parla ufficialmente Hillary Clinton? Di presidente ombra?».

Il presidente ombra. È lì che abbiamo capito che, nei giorni di Barack Obama e di John Kerry, dei paragoni con le scelte del passato del governo americano e delle previsioni sulle conseguenze future, forse era il momento giusto per raccontare la storia dell’ex first lady per eccellenza, già segretario di Stato e potenziale futuro presidente degli Stati Uniti d’America.

La copertina del nuovo Studio

Il sommario del nuovo Studio

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