È una delle leader dell'opposizione venezuelana, da 15 anni contrasta il governo chavista capeggiato prima da Hugo Chávez e poi da Nicolás Maduro.
Dopo il Nobel per la Pace vinto da Maria Corina Machado, il Venezuela ha chiuso improvvisamente la sua ambasciata a Oslo
Una scelta che il governo di Maduro ha spiegato come una semplice «ristrutturazione del servizio diplomatico».

Giustificandola come una decisione necessaria presa all’interno di un piano di «ristrutturazione del servizio diplomatico», il Venezuela ha chiuso la sua ambasciata a Oslo. La decisione è arrivata pochi giorni dopo l’assegnazione del Nobel per la pace a Maria Corina Machado, la leader dell’opposizione al governo autoritario di Nicolás Maduro. Seppur non ci siano dichiarazioni ufficiali che collegano il Nobel per la pace a Machado e la chiusura dell’ambasciata a Oslo, domenica Maduro ha definito Machado una «strega demoniaca», un termine spesso usato dal governo nei confronti della donna ma anche un’implicita ammissione di malumore – per usare un eufemismo – del capo di Stato venezuelano.
Come scrive anche Bbc, il ministero degli Esteri norvegese ha definito la decisione «deplorevole». Un portavoce del ministero ha dichiarato che «Nonostante le nostre divergenze su diverse questioni, la Norvegia desidera mantenere aperto il dialogo con il Venezuela e continuerà a lavorare in questa direzione» aggiungendo poi che il Premio Nobel è indipendente dal governo norvegese. L’ultima volta che il governo norvegese ha subìto delle conseguenze diplomatiche a causa del Premio Nobel per la Pace è stato quando quest’ultimo fu assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo: la Repubblica popolare interruppe i rapporti commerciali con Oslo, una rottura che ci sono voluti sei anni di lavoro diplomatico per sanare.
Nello stesso momento in cui veniva chiusa l’ambasciata venezuelana in Norvegia, la stessa decisione veniva presa per quella in Australia. ha anche chiuso la sua ambasciata in Australia. Nuove sedi sono stata invece aperte in Zimbabwe e Burkina Faso, Paesi definiti partner strategici nella lotta contro le «pressioni egemoniche». Va anche sottolineato che la chiusura delle ambasciate venezuelane in due Paesi alleati degli Stati Uniti arriva dopo settimane di fortissima tensione tra Caracas e Washington: l’esercito statunitense ha infatti distrutto almeno quattro imbarcazioni che, secondo quanto affermato dall’esercito stesso, trasportavano droga dal Venezuela agli Stati Uniti, uccidendo almeno 21 persone tra quelle che erano a bordo.

Il ministro è l'unico che in quelle immagini ha visto un «segno di riconoscenza e gratitudine nei confronti di quello che ha fatto e farà l’Italia».