Se ne sta parlando moltissimo dopo la denuncia della scrittrice Carolina Capria: il gruppo, a cui erano iscritti 32 mila uomini, è rimasto aperto e pubblico per 6 anni, sfuggendo a ogni moderazione.
Cronaca – Violenza di gruppo
Non che ci fosse bisogno di un’altra prova del fatto che i maschi non stanno affatto bene, diagnosi ormai ampiamente accertata e accettata. Ripetiamolo lo stesso, ché male non fa, però: i maschi non stanno affatto bene. E non illudiamoci, il problema non sta tutto dentro un gruppo Facebook da 32mila iscritti, finalmente chiuso dopo quasi sette anni di ininterrotta e indisturbata attività, grazie alla denuncia della scrittrice Carolina Capria. I maschi che erano iscritti a “Mia moglie” non sono dei pervertiti, sarebbe tutto più facile fosse così, ci piacerebbe. Sono uomini incapaci di riconoscere una schifezza mentre la compiono, certo. Sono uomini per i quali il concetto di consenso è quanto di più alieno e astratto e irrilevante, anche. Ma sono anche uomini qualunque che si trovano dovunque, su internet e fuori. E questo dovrebbe spaventarci più di ogni altra cosa.
Milano – Fossa del Leonka
C’è un’abbondante dose di grottesco, nello sgombero del Leoncavallo. C’è la polizia che entra alle 7:30 del 21 agosto, quando mezza Milano è assente. C’è il sindaco Sala che dice che a lui nessuno aveva detto niente. C’è il ministro Piantedosi che rivendica «tolleranza zero per gli abusivi» (se il Leoncavallo si fosse convertito per tempo in stabilimento balneare, avrebbe risolto tutti i suoi problemi, peccato non averci pensato prima). In attesa di capire che ne sarà del Leoncavallo – il 6 settembre ci sarà una manifestazione – continuiamo a non sapere che ne sarà di Milano. La domanda è sempre quella: cosa significa, ormai, abitare in questa città? I suoi spazi a cosa servono e, soprattutto, a chi?
Esteri – Back in black
Se per ferragosto vi siete presi una pausa dalla politica internazionale, vi capiamo. Proviamo a fare un veloce riassunto di quanto successo mentre eravate in ferie: Trump e Putin si sono visti, l’incontro è andato benissimo per Putin (dicono tutti), benissimo per Trump (dice Trump), malissimo per l’Ucraina (quindi per il mondo). Poi si sono visti anche Trump e Zelensky: si è parlato del completo – che forse non è un completo – tutto nero del Presidente ucraino e del fatto che tocca lasciare il Donbass alla Russia, dopodiché sarà pace fatta e Putin dice, giurin giurello, che non lo farà mai più. Nel frattempo, la guerra in Ucraina continua, proprio come prima che vi prendeste una pausa dalla politica internazionale.
Medio Oriente – Hunger Games
“Carestia/Catastrofe umanitaria”, questa la situazione nella Striscia di Gaza secondo l’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc), ente che si occupa di raccogliere dati e fornirli a diverse organizzazioni (Onu, Oxfam, Save the Children) in modo che queste possano valutare quando e dove e come intervenire per contrastare le carestie: è la prima volta che quella di Gaza viene “ufficializzata”. «Un fallimento di tutta l’umanità», ha detto il segretario Guterres. Non c’è dubbio. E non c’è dubbio nemmeno sul fatto che bisogna decidere quando, dove e come intervenire per salvare chi a Gaza ancora sopravvive.
Personaggi – Tv, solamente tv
Questa settimana si è celebrato anche il funerale di Pippo Baudo, morto il 16 agosto a 89 anni. Tutti hanno scritto tutto, negli scorsi giorni (noi compresi), da aggiungere non c’è niente. Anche perché, come ha scritto Paolo Madeddu, certi personaggi sono molto, molto difficili da spiegare a chi non era lì a guardarli alla tv (è difficile pure spiegare cosa era la tv in quegli anni, figuriamoci). E questa è, probabilmente, la cosa più importante e lusinghiera che si possa dire di Pippo Baudo.


Milioni scommessi sul fatto che Zelensky avrebbe o non avrebbe indossato un completo. E ora una accesissima discussione attorno alla domanda: ma è un completo, quello?