Una vera e propria «minaccia all’unità nazionale» nata da quello che all'inizio era un innocuo trend TikTok e diventata un simbolo delle proteste giovanili.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista
Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.

Non succedeva da vent’anni, come riporta Al Jazeera: il prossimo Presidente della Bolivia non sarà un socialista e non apparterrà al MAS (Movimiento al Socialismo). Alla fine del primo turno delle elezioni, tenutosi il 18 agosto – già scrutinato il 91 per cento dei voti, quindi risultati ormai sicurissimi – la maggior parte delle preferenza l’ha avuta Rodrigo Paz, figlio dell’ex Presidente Jaime Paz, del Partido Demócrata Cristiano, votato dal 32,8 per cento degli elettori; al secondo posto c’è l’ex Presidente – pure lui – Jorge Quiroga, detto “Tuto”, leader della Alianza Libre, con il 26,4 per cento dei voti. Due candidati, rispettivamente, uno di centro e l’altro di centro destra.
E il candidato del MAS, che ha governato il Paese dal 2005 a oggi? È andato malissimo, come avrete intuito: Eduardo del Castillo ha ottenuto soltanto il 3 per cento dei voti. Un tantino meglio l’altro candidato “forte” della sinistra boliviana, Andronico Rodriguez della Alianza Popular, ex MAS, ex Presidente del Senato, arrivato al quarto posto, dietro il miliardario destrorso Samuel Doria Media, del Bloque de Unidad. Altra domandata che sarebbe legittimo porsi: ma che fine ha fatto Evo Morales, ex Presidente e leader storico del MAS? Non ha potuto candidarsi perché su di lui pende un mandato di arresto, è accusato di traffico di esseri umani e violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 15 anni, rimasta incinta in seguito alla violenza subita. Morales, ovviamente, sostiene che tutte le accuse e le indagini e i processi siano «politiche».
Nel frattempo, il suo partito, il Mas, è andato in frantumi perché, da un lato, lui ha invitato i suoi elettori ad astenersi in segno di protesta nei confronti di una tornata elettorale che considera illegittima, mentre dall’altro, altri esponenti del Mas, capeggiati dall’ex Presidente (pure lui) Luis Arce, gli si sono opposti, ritenendo che la cosa migliore per il partito e per il Paese fosse che Morales si facesse da parte. Arce, inizialmente, aveva anche annunciato la sua candidatura alle presidenziali, poi ritirata. Una scelta che, a questo punto, si può definire avveduta, visti i risultati ottenuti dal collega Castillo. Il 19 ottobre è previsto il ballottaggio, in seguito al quale scopriremo chi sarà il Presidente che si prenderà la responsabilità di risolvere la peggiore crisi economica attraversata dalla Bolivia negli ultimi 40 anni.