Il film ha incassato appena 21 milioni di dollari negli Usa e in Italia è rimasto sotto il milione di euro: nessuno prevedeva andasse così male.
È morto Arnaldo Pomodoro, lo scultore che conoscevamo tutti
Oggi, 23 giugno, avrebbe compiuto 99 anni.

Bronzee, splendenti, sempre armonizzate nel paesaggio circostante. Le sculture sferiche di Arnaldo Pomodoro si sono rivelate cosmopolite, fuse alla perfezione negli spazi urbani che le ospitano a ogni latitudine, da Los Angeles a Hiroshima. Il loro creatore, un geometra che fin da giovane ha coltivato una grande passione per i metalli e la scultura, è morto ieri pomeriggio, a un giorno dal suo 99esimo compleanno (era nato il 23 giugno del 1926). A darne notizia è la Fondazione che porta il suo nome e ne gestisce il lascito artistico.

La sfera dentro la sfera, installata in una piazza all’interno del Trinity College di Dublino
Nato il 23 giugno del 1926 a Montebello di Romagna, trasferitosi a Milano dove cominciò a testare diversi materiali per le sue opere nel laboratorio in Darsena di Porta Ticinese, a trent’anni Arnaldo Pomodoro sviluppò una predilezione per il bronzo. È proprio con questo materiale che negli anni ’60 diede il via a un ciclo fortunatissimo di opere che diventano il simbolo della sua produzione: le sfere. Lisce e perfette nella loro superficie esteriore, le sfere sono scomposte, aperte, rivelando un interno fatto di componenti geometriche, di “pezzi” dall’aspetto meccanico. Nel 1961 una serie di mostre presenta, in Italia e all’estero, un nuovo gruppo chiamato Continuità. Sono artisti riuniti intorno a Lucio Fontana, senza un manifesto teorico, come succedava spesso al tempo, ma come un’aggregazione di personalità. C’era Arnaldo Pomodoro, tra loro, e anche Gio’, e poi Gastone Novelli, Achille Perilli e Giulio Turcato.
Una delle sculture più familiari per il pubblico italiano è quella collocata fuori dal palazzo della Farnesina a Roma, che si vede alle spalle dei cronisti a ogni telegiornale. Gli era stata commissionata, nel 1966, per l’Expo di Montreal, in Canada. Un’altra grande scultura, chiamata Grande Disco, si trova a Milano, in piazza Meda (ma è stata per diversi anni a Loanza, di fronte al Teatro Strehler.

La sfera della Farnesina, a Roma, rappresentazione del “pianeta ideale” (Foto di Filippo Monteforte, AFP via Getty Images)
Fratello di Gio’ Pomodoro, a sua volta importante scultore contemporaneo, Arnaldo si dimostra versato anche in altri ambiti artistici, realizzando per esempio scenografie teatrali e pianificando progetti architettonici. Da sempre scettico verso la mercificazione delle opere d’arte – che nella sua visione non può essere davvero comprata col denaro – Pomodoro ha donato a musei e fondazioni buona parte della sua produzione, tra cui un grande lascito al Centro Studi e Archivio della Comunicazione a Parma: le opere donate sono di proprietà pubblica e liberamente consultabili.
Una delle sue ultime opere, e una delle più monumentale, è un labirinto, si trova a Milano, e ha riaperto al pubblico dopo anni di chiusura proprio nel 2025. Si chiama “Ingresso nel Labirinto”, e si trova sotto il quartier generale di Fendi in via Solari 35. È un’opera ambientale di 170 metri quadrati, costruita tra il 1995 e il 2011, in cui le classiche siepi dei labirinti sono formate da cunei scolpiti, come se fossero testimonianze archeologiche di un mondo misterioso e scomparso.