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09:02 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Nick Cave ha scritto il coccodrillo di Shane McGowan

22 Dicembre 2023

«Ho incontrato Shane per la prima volta nel 1989, quando il giornale musicale Nme pensò che sarebbe stata una buona idea riunirci insieme a Mark E. Smith [morto il 24 gennaio 2018, ndr] dei The Fall per un cosiddetto “summit meeting”. Ero emozionato perché ero un fan, completamente in soggezione per il modo di scrivere canzoni di Shane. Sfortunatamente, era il mio primo giorno dopo la fine della riabilitazione e probabilmente non era la migliore idea passare la giornata con due persone che non erano note per la loro moderazione. Fin dall’inizio è stato puro caos. Non è stato l’inizio più propizio per un’amicizia, ma Shane e io siamo diventati amici intimi subito dopo»: inizia così il bellissimo ricordo pubblicato dal Guardian e firmato da Nick Cave quasi un mese dopo la morte di Shane McGowan. Ma è solo l’ultimo dei tributi del grande musicista a un altro grande musicista e amico: durante il funerale di Shane, infatti, Cave ha suonato e cantato “A Rainy Night in Soho” mentre sul suo sito The Red Hand Files ha scritto una lunga risposta alla lettera di un fan che esprimeva cordoglio per la morte, nello stesso anno, di McGowan e Sinéad O’Connor, in cui cita la famosa poesia “Ultimo frammento” di Raymond Carver («E hai ottenuto quello che / volevi da questa vita, nonostante tutto? / Sì. / E cos’è che volevi? / Potermi dire amato, sentirmi / amato sulla terra), sottolineando quanto i fan di Shane abbiano continuato a dimostrargli moltissimo amore, anche dopo la morte.

Sul Guardian, invece, parla della loro amicizia e della perenne presenza dell’alcol nelle loro vite: «Quando abbiamo iniziato a uscire insieme, andavamo spesso nei bar e nei club. È stato un po’ difficile perché avevo temporaneamente smesso di drogarmi e di bere, ma ci piaceva la reciproca compagnia. Non credo che lui fosse abituato a stare con qualcuno che non beveva. Fondamentalmente non si fidava di nessuno che non fosse completamente fatto. Ad un certo punto, quando finalmente ho ripreso a bere, ci siamo incontrati in un bar e lui mi ha chiesto cosa volevo. Ho ordinato una doppia vodka e i suoi occhi si sono illuminati. Era come se fosse un bambino nel giorno di Natale. E questo era tutto. Abbiamo passato gli anni successivi uscendo, cazzeggiando, ubriacandoci». Forse non sarà il testo ideale da leggere durante le riunioni degli Alcolisti Anonimi, ma il coccodrillo di Nick Cave è toccante proprio per il modo onesto e diretto di raccontare l’amicizia tra due artisti con problemi di dipendenza e per sottolineare come esistano persone che non avrebbero potuto vivere diversamente: «Shane considerava un dovere solenne essere permanentemente sfasciato e, per gran parte della sua vita, è stato felice di essere così com’era».

Ma l’articolo non parla solo di questo. Cave si sofferma sui motivi per cui stimava il suo amico e collega: dalla bravura nello scrivere («ciò che invidiavo davvero della scrittura di Shane era che stava facendo qualcosa di straordinario pur mantenendo la struttura classica delle canzoni. Il suo modo di scrivere era intriso della tradizione delle ballate irlandesi. Non era in alcun modo moderno, mentre le mie canzoni, allora, erano oscure, frammentate e sperimentali. C’era poca compassione in loro. Nessuna vera comprensione dell’“ordinario”»), alla voce («il veicolo perfetto per la sua anima caotica e poetica»), al modo comportarsi sul palco («ricordo di aver visto i Pogues fare un soundcheck da qualche parte in un festival in Francia. Lui si era semplicemente avvicinato al microfono e aveva cantato “A Pair of Brown Eyes” con le mani in tasca, con questa splendida voce tormentata che usciva da lui come se fosse stato un messaggio in codice per gli angeli. È stato un raro privilegio assistere a qualcosa del genere».

Proprio l’anno scorso, lo stesso Guardian aveva pubblicato un’intervista epica – già a partire dal sottotitolo, che diceva: «A 64 anni, il cantante è riuscito in qualche modo a sopravvivere a decenni di alcol e droghe per trovarsi di fronte alla depressione e una “paura senza nome”» – corredata di foto con la moglie Victoria Mary Clarke scattate da Ellius Grace. È stata proprio lei a comunicare la sua morte il 30 novembre, a causa di una polmonite (ma Shane stava già soffrendo di encefalite virale). Il leader dei Pogues avrebbe compiuto 66 anni il giorno di Natale.

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